Fligby presenta un sistema di profilazione game based, ma cosa ci dice la sua analisi dei dati? Cosa rende Fligby uno strumento efficace e affidabile dal punto di vista scientifico?
Profilazione basata sul gioco: analizzare i dati degli utenti di FLIGBY
La profilazione basata sul gioco di FLIGBY offre un’opportunità di ricerca unica, perché basata su osservazioni non intrusive che producono risultati imparziali.
Nell’intervista del Dr. Zoltan Buzady, Direttore Accademico di FLIGBY, a Mark Wilson, Esperto di Dati di Business Analytics e MBA sono stati evidenziati alcuni aspetti:
Cosa rende unico il set di dati FLIGBY e perché è interessante?
Cosa è stato scoperto analizzando i set di dati di migliaia di giocatori?
Il background dei giocatori e la scelta fuori dal gioco influiscono sull’esito del gioco?
In che modo gli obiettivi e i risultati della simulazione FLIGY sono correlati alle capacità di leadership, al sesso, all’età e alla nazionalità? E in che modo questo è rilevante per l’analisi predittiva delle risorse umane?
La metodologia innovativa dell’osservazione non intrusiva di FLIGBY di 29 capacità di leadershipè davvero affidabile e indipendente?
La motivazione e la curiosità verso l’apprendimento di Flow migliorano effettivamente le capacità di leadership dei giocatori?
Perché il set di dati di FLIGBY è davvero unico?
FLIGBY è davvero sia un gioco che una simulazione!
Sulla base dell’esperienza di molti giocatori, appartenenti al mondo degli affari e delle ONG, è possibile dire che la trama del gioco rispecchia tipiche situazioni reali, rendendo FLIGBY una vera e propria simulazione!
https://capoleader.com/wp-content/uploads/2022/06/fligby3.jpg216264Sara Casciohttps://capoleader.com/wp-content/uploads/2021/10/logo-mobile-300x41-1-300x41.pngSara Cascio2022-06-13 13:05:302022-06-13 15:46:57COSA CI DICE L’ANALISI DEI DATI DI FLIGBY?
Le soft skill, chiamate anche competenze trasversali, sono caratteristiche personali importanti in qualsiasi contesto lavorativo perché influenzano il nostro modo di affrontare le richieste dell’ambiente esterno, in questo articolo vedremo come svilupparle attraverso la gamification.
Il concetto di soft skill nasce in opposizione a quello delle hard skill, che rappresentano le competenze tecniche specifiche di ogni professione. Ad oggi risulta sempre più chiara l’importanza di quelle competenze che sono alla base della possibilità di lavorare con efficacia a prescindere dalla propria qualifica.
Più la posizione è gerarchicamente elevata più in genere aumenta la loro importanza rispetto alle competenze tecniche.
Secondo un’analisi del Il Sole 24 Ore, le competenze che i manager richiedono maggiormente per i propri team sono: capacità di adattarsi al contesto (64.9%), saper gestire le persone a distanza (63.5%), risolvere problemi imprevisti (59.4%), visione strategica (54.3%), organizzare e riorganizzare (52.3%), resistere alla pressione esterna (50.9%), pensiero ‘out of the box’ (48.9%). Ed ancora, importante, l’approccio al team: motivare (49.6%) e favorire il team working (47.9%).
Come allenare le soft skill?
Le soft skill sono competenze allenabili. Ci vuole pazienza, costanza e soprattutto un percorso formativo efficace.
I metodi formativi tradizionali, caratterizzati da lezioni frontali e dal passaggio di informazione dal formatore ai partecipanti non sono del tutto efficaci, perché i concetti rimangono spesso sul piano teorico e le persone non riescono a trasportare quanto imparato nel loro contesto lavorativo.
Quindi come fare? Uno dei metodi formativi più utili e innovativi è la Gamification.
La Gamification è l’applicazione di meccaniche di gioco e tecniche di game design per ingaggiare e motivare le persone, aiutandole a raggiungere i loro obiettivi.
La Gamification può aumentare la produttività aziendale fino al 50%, il coinvolgimento dei dipendenti del 60%, mentre il 72% delle persone ritiene che la gamification li spinga lavorare di più. Rendere i contenuti divertenti e coinvolgenti è il primo passo per migliorare i risultati aziendali.
Allenare le soft skill con FLIGBY
Un esempio di strumento utile per allenare le soft skill con la Gamification è FLIGBY.
FLIGBY è un simulatore di leadership basato sulla Teoria del Flow del Professor Csikszentmihalyi , che attraverso un serious game, permette alle persone di:
mettersi nei panni di Direttore Generale di un’azienda,
gestire un team di 7 persone
affrontare situazioni complesse simili a quelle reali.
FLIGBY è un acceleratore di esperienza che aiuta le persone a mettersi alla prova, testare le proprie reazioni, sperimentare scelte e decisioni in un contesto sicuro e protetto, dove è possibile sbagliare. Rappresenta lo strumento adatto per allenare le soft skill in modo divertente.
Esempi:
Assertività: è la prontezza ad esprimere le proprie emozioni e necessità senza violare i diritti degli altri e senza essere aggressivi. All’interno della simulazione sarà possibile allenare questa competenza tenendo la propria posizione nonostante le pressioni esterne provenienti dai collaboratori e dall’organizzazione.
Gestione del conflitto: è la pratica di identificare e gestire i conflitti in modo ragionevole, equo ed efficiente. Nel gioco verrà allenata questa competenza nelle situazioni conflittuali tra i propri collaboratori, dove la capacità del Direttore Generale sarà quella di risolvere il conflitto e ridurre probabilità di escalation non produttiva. Nella simulazione sarà possibile sperimentare una situazione reale, in cui è presente davvero un conflitto. Questo può generare una maggiore consapevolezza delle proprie reazioni davanti a stimoli di questo tipo, a differenza dei corsi tradizionali in cui si parla di conflitto solo sul piano teorico senza calarsi nell’effettiva situazione.
Intelligenza emotiva: è la capacità e la prontezza di comprendere, esprimere e regolare le emozioni in se stessi e negli altri. Il simulatore aiuterà la persona a sperimentare situazioni mai provate prima che possono generare diverse tipologie di emozioni. Questo può aiutarci a scoprire i nostri schemi emotivi, possiamo testare decisioni che nella realtà non avremmo mai preso, per osservare quali conseguenze generano in noi e negli altri. Possiamo imparare a gestire la rabbia, l’ansia e la paura, ricordandoci che le nostre azioni non provocheranno nessun danno reale.
Gestione del tempo: è basata sulla priorità di allocazione e distribuzione del tempo tra le esigenze concorrenti. All’interno del gioco sarà importante distribuire e pianificare il proprio tempo in modo adeguato per far fronte a tutte le esigenze, dando spazio ai propri collaboratori e ad ogni persona coinvolta, rimanendo focalizzati sulle priorità a breve e lungo termine.
Empowerment: è la capacità di condividere informazioni, premi e potere con i dipendenti in modo che possano prendere iniziative e prendere decisioni per risolvere i problemi e migliorare il servizio e le prestazioni. E’ possibile allenare l’empowerment aiutando i propri collaboratori a crescere, ascoltando attivamente le loro proposte, delegando e valorizzando le risorse di ciascuno.
Vuoi scoprire come allenare le tue soft skill con la gamification in modo innovativo e divertente?
https://capoleader.com/wp-content/uploads/2022/04/business-growth-concept-on-grey-and-white-wall-side-view-man-putting-fingers-on-step-stairs-scaled.jpg8001200Sara Casciohttps://capoleader.com/wp-content/uploads/2021/10/logo-mobile-300x41-1-300x41.pngSara Cascio2022-04-15 10:51:532022-08-03 11:24:19LE SOFT SKILL E LA GAMIFICATION
Negli ultimi mesi abbiamo analizzato i principali trend della leadership per il 2022 e abbiamo considerato fenomeni come la Great Resignation e il cambiamento strutturale dell’ambiente di business. Quest’analisi ci ha permesso di orientare il nostro focus sulle caratteristiche che dovrebbe avere un Leader per essere efficace ed efficiente, con particolare attenzione ai risvolti per la gamification per lo sviluppo della leadership. L’identikit emerso del leader 4.0 comprende queste aree:
Leader che sappia costruire un business di successo, sostenibile ed etico: un leader che vuole far crescere la sua organizzazione, dovrebbe capire cosa rende felici le persone. Il modo migliore per motivare i lavoratori e perseguire obiettivi comuni, ottenendo risultati qualitativamente e quantitativamente migliori, è fornire opportunità per entrare in Flow sul posto di lavoro. Questo si può fare creando un ambiente in cui i dipendenti si divertano davvero con il loro lavoro e crescano nel corso del loro svolgimento, bilanciando sfide e abilità.
Leader che sappia affrontare le sfide del Mondo VUCA: un buon leader deve essere in grado di gestire gli ostacoli che incontrerà sulla sua strada. In particolare, nel momento attuale, dovrà fronteggiare i continui e rapidi cambiamenti (volatilità), l’imprevedibilità degli eventi per i quali è difficile prepararsi (incertezza), l’interconnessione degli eventi difficilmente interpretabili (complessità) e l’incompletezza e inaccuratezza delle informazioni (ambiguità).
Leader che apprenda velocemente: un leader efficace dovrà sviluppare la sua intelligenza fluida. La principale caratteristica è quella di adattarsi e risolvere problemi mai affrontati, in un ambiente che non conosciamo e con poche informazioni disponibili. L’adattabilità e l’agilità dell’apprendimento stanno diventando le fondamenta per il nostro successo professionale.
Leader consapevole: un leader consapevole è colui che è capace di ascoltare e dialogare con le persone che lo circondano, riuscendo a sospendere il giudizio. È proattivo, assertivo e dà il buon esempio perché è coinvolto in prima persona nel raggiungimento degli obiettivi. Ha la capacità di osservare profondamente l’ambiente, comprende e utilizza le emozioni e apprende dagli errori.
Noi di CapoLeader abbiamo pensato a diversi percorsi formativi che possano aiutare le persone ad accrescere le proprie competenze di leadership, lavorando sulle quattro aree presentate sopra, attraverso soluzioni innovative basate sulla gamification per lo sviluppo della leadership.
PERCORSO FLIGBY
Fligby è un simulatore di leadership che, attraverso un serious game, permette ai partecipanti di sperimentare in prima persona il ruolo di Direttore Generale di un’azienda. I giocatori faranno delle scelte manageriali e potranno vedere le conseguenze delle proprie decisioni in tempo reale. Nel nostro percorso Fligby, oltre ai momenti di gioco individuale saranno presenti momenti di debriefing collettivo. Attraverso tecniche innovative di facilitazione si cercherà di estrarre la teoria dal gioco, andando a sviluppare delle azioni concrete da implementare nel proprio lavoro. Il percorso si conclude con degli incontri di coaching individuali, che andranno ad approfondire quanto emerso dal report individuale, sulle 29 capacità di leadership presenti nel gioco.
PERCORSO FLIGBY-VUCA
Al percorso FLIGBY di base, vengono aggiunti due step. Il primo è il Debriefing collettivo VUCA, il cui scopo è quello di analizzare le dinamiche di gioco andando a riconoscere le quattro caratteristiche del mondo VUCA: volatilità, incertezza, complessità e ambiguità. I partecipanti rifletteranno insieme sulle diverse situazioni e sfide che il mondo VUCA ci pone e su quali siano le scelte migliori e le competenze necessarie per superarle. Il secondo consiste nel Debriefing individuale VUCA, in cui viene instaurato un dialogo di approfondimento su quanto emerso dal report personale. Lo scopo di questo incontro di coaching individuale è quello di aiutare la persona a riflettere sulle cinque competenze VUCA restituite dal report, potenziando le proprie aree di miglioramento e aiutandola ad essere più consapevole dei suoi punti di forza.
LEADERSHIP FLUIDA
Il primo step del percorso di sviluppo della leadership fluida è un assessment sugli aspetti riguardanti l’adattabilità e l’agilità mentale. Il test utilizza una piattaforma online per mettere alla prova le nostre capacità cognitive in vari aspetti legati alla memoria, all’attenzione, alla reazione a suoni e immagini. Il punteggio iniziale nelle diverse aree d’intervento serve per stabilire e personalizzare il percorso successivo. Il programma si articola in una serie di sessioni collettive di debrief da 1 ora ciascuna (2 al mese) e da allenamenti individuali online sulla piattaforma con sfide e difficoltà che si adattano alle prestazioni di ogni partecipante. L’impegno per questi allenamenti individuali è di circa 2 ore a settimana. Alla fine dei 4 mesi i partecipanti vengono testati nuovamente e viene messo in luce il miglioramento intervenuto dopo gli allenamenti.
Il percorso che proponiamo è volto ad aiutare le persone ad allenare la propria autoconsapevolezza e sviluppare l’empatia. Attraverso una serie di incontri le persone impareranno ad abbandonare il “pilota automatico” e a riconnettere corpo e mente. Prenderanno consapevolezza del fatto che i pensieri che mi passano per la testa sono solo pensieri, non sono eventi reali, quindi vanno lasciati scorrere senza soffermarsi. Trovarsi nella modalità “Essere” vuol dire vivere nel presente, senza preoccuparsi del passato o degli eventi futuri.
Abbiamo organizzato un’offerta formativa a tutto tondo che metta le basi per costruire il leader 4.o, tutto questo con leggerezza e divertendosi sfruttando le potenzialità della gamification per lo sviluppo della leadership.
https://capoleader.com/wp-content/uploads/2022/03/a-group-of-creative-friends-sitting-on-a-wooden-table-people-were-having-fun-while-playing-a-board-game-scaled.jpg7961200Sara Casciohttps://capoleader.com/wp-content/uploads/2021/10/logo-mobile-300x41-1-300x41.pngSara Cascio2022-04-04 09:43:192022-04-04 09:47:40LA GAMIFICATION PER LO SVILUPPO DELLA LEADERSHIP
Quando parliamo di gamification manageriale ci riferiamo all’applicazione delle meccaniche del gioco nei contesti aziendali per raggiungere obiettivi di apprendimento. Molte aziende hanno già adottata questa metodologia, altre sono ancora diffidenti. Spesso questa diffidenza deriva dai falsi miti sulla gamification manageriale.
La confusione attorno alla gamification, secondo Francesco Lutrario, responsabile e docente presso il GamificationLab Sapienza di Roma, viene generata anche per colpa della lingua italiana. Infatti, se in inglese il termine “play” può essere associato , per esempio, a chi suona uno strumento, in italiano “giocare” è un termine che difficilmente useremmo per identificare qualcosa di “serio”.
Vediamo quali sono i falsi miti sulla gamification manageriale che spesso rappresentano ancora delle resistenze per le aziende.
I 4 falsi miti
1. La Gamification è divertente ma poco utile
FALSO. La Gamification riprende le regole dei giochi come ad esempio i punteggi, le sfide e la competizione, ma è finalizzata ad obiettivi specifici di apprendimento. Il gioco rende l’apprendimento divertente. Se le persone sono coinvolte nell’esperienza, l’efficacia dell’insegnamento aumenterà, creando un’esperienza unica e immersiva.
2.La Gamification non è adatta a tutti i settori
FALSO. Utilizzare la gamification in azienda è una cosa seria tanto quanto lo è fare business, indipendentemente dal settore in cui l’azienda opera. Introdurre elementi di gioco in un lavoro può aiutare i dipendenti a monitorare le proprie prestazioni, fissare obiettivi e impegnarsi in una competizione amichevole che può migliorare l’ambiente di lavoro e le prestazioni aziendali.
3.La Gamification non piace alle persone più anziane
FALSO. Secondo un’indagine svolta da Euromedia Research e Multiplayer, 8 italiani su 10 confermano di aver utilizzato i videogiochi almeno una volta negli ultimi sei mesi, su diverse piattaforme (console, smartphone, tablet e pc). Questo vuol dire che l’81% della popolazione è interessata al gioco, a prescindere dall’età.
4.La Gamification costa troppo
FALSO. La formazione gamificata può raggiungere tutte le persone dell’azienda grazie a piattaforme apposite. Il costo sarà decisamente inferiore rispetto alla formazione tradizionale e consentirà di formare più risorse.
La Gamification manageriale, come abbiamo visto, consente di portare nelle aziende divertimento e apprendimento, ma ci sono molti altri vantaggi che si possono ottenere:
Aumenta il coinvolgimento dei collaboratori andando a creare esperienze coinvolgenti.
Si possono ottenere feedback istantanei sugli obiettivi raggiunti durante il percorso didattico.
E’ possibile sbagliare e imparare dai propri errori senza il rischio di andare incontro a danni collaterali.
Migliora l’esperienza di apprendimento perché le persone abbassano le proprie difese e aumentano la possibilità di acquisire le informazioni.
Fligby è un simulatore di leadership in forma di e-learning, che si articola in più scene interattive. Il giocatore assumerà il ruolo di Manager di un’azienda vinicola e dovrà affrontare sfide, gestire i propri collaboratori e raggiungere degli obiettivi prestabiliti.
Il programma di sviluppo della leadership di FLIGBY combina l’esperienza di apprendimento dei videogiochi con la valutazione psicometrica basata sul gioco. Alla fine della partita, infatti, verrà restituito ai giocatori un report sulle 29 capacità di leadership contenute nel gioco, evidenziando punti di forza e aree di miglioramento.
Perchè Fligby è efficace?
FLIGBY è basato sul Flow, le sfide manageriali e le opzioni che presenta sono pienamente compatibili con una vasta gamma di teorie della leadership, migliorandole tutte.
Alla fine del gioco, la simulazione di leadership FLIGBY fornisce un report individuale del proprio set di abilità, con una gamma di opzioni di benchmarking disponibili.
FLIGBY porta entusiasmo e ispirazione all’insegnamento di un ampio ventaglio di argomenti di leadership; la maggior parte dei giocatori sperimenta il flusso (Flow) personale durante il gioco.
La simulazione di leadership FLIGBY è un potente strumento per innovare la cultura e le prestazioni manageriali.
Sara Cascio
https://capoleader.com/wp-content/uploads/2021/12/Gamification-Manageriale-400x284-1.jpg284400Olivia Marinellihttps://capoleader.com/wp-content/uploads/2021/10/logo-mobile-300x41-1-300x41.pngOlivia Marinelli2021-12-07 20:15:402022-08-03 11:25:28I FALSI MITI DELLA GAMIFICATION MANAGERIALE
Molti di noi pensano genuinamente che avere più soldi ci renderà più felici; altri si sentono altrettanto sicuri che il denaro non possa comprare la felicità. Quindi cos’è giusto? Nonostante molti filosofi, economisti e psicologi si siano fatti la domanda nel corso delle generazioni, non c’è una risposta definitiva. Come al solito in tema di felicità la risposta sembra essere: dipende.
Andiamo un po’ più in profondità sui fattori che complicano la relazione tra denaro e felicità e analizziamo varie ricerche scientifiche compiute negli anni per trovare qualche risposta. Concentriamoci in primis sul fatto di avere o guadagnare denaro, prima di pensare alle scelte per spenderlo.
Avere del denaro può rendermi felice?
La semplice risposta a questa domanda è si. Avere del denaro può renderti felice. Comunque, solamente fino ad un certo punto, e questa felicità dipende dal modo in cui ne sei venuto in possesso.
Molti studi hanno analizzato e provato a quantificare l’effetto del reddito sulla tua felicità. Certamente, il tuo reddito ha effetto a moltissimi elementi, come le dimensioni della tua casa, il modo in cui l’hai arredata, e forse il luogo nel quale vivi. L’esperto di wellbeing Gethin Nadin afferma “Il denaro contribuisce alla felicità quando ci aiuta a soddisfare i bisogni primari, ma la ricerca ci dice che oltre un certo livello più soldi non generano più felicità”.
La professoressa di psicologia Sonja Lyubomirsky, dell’Università della California voleva quantificare il reddito necessario per essere felici. Ha chiesto a persone che avevano un reddito annuo pari a 30.000 usd quanto necessitassero per essere felici. La risposta fu 50.000 usd. Quando lo ha chiesto a persone che guadagnavano 100.000 usd questi hanno stimato essere 250.000 usd. I suoi studi hanno dimostrato che non era importante quanto le persone guadagnassero, queste pensavano sempre ne servisse un po’ di più per essere veramente felici.
Spesso viene citato uno studio di Princeton del 2010 che suggerisce che la felicità è collegata al reddito, ma solo fino ad un certo livello. Felicità e reddito salgono insieme fino alla soglia di 75.000 usd. Dopo questo importo, sembra che incrementi di reddito portino degli incrementi lievi di felicità. Questo stesso studio dimostra che questi incrementi di reddito fino ai 75.000 usd riducono altresì l’impatto di circostanze negative. Ad esempio, gli individui che guadagnano di più sono meno portati a percepire tristezza, anche se devono affrontare un divorzio o convivere con una severa asma.
All’interno di questo studio non vengono però presi in considerazione i milionari e il denaro ereditato. Queste categorie vengono analizzate da uno studio del 2017. Questo ha trovato che esistono differenze nell’ambito della felicità tra coloro che possiedono patrimoni da 1-3 milioni di dollari rispetto a quelli con fortune da 10 o più milioni. Questi ultimi sembrano decisamente più felici dei loro cugini un po’ più poveri. Lo stesso studio trova evidenza che chi si è costruito la propria ricchezza è decisamente più felice di chi è nato nel lusso e nell’abbondanza. Andrew Carnage sembra avesse ragione quando affermò che “ricchezze enormi minano i talenti e le energie di un bambino, portandolo a vivere una vita meno ricca di significato e meno degna rispetto a quelle di persone meno ricche alla nascita”.
L’effetto lotteria
Un’ulteriore area di studio tra i ricercatori della felicità è il caso di chi ha vinto del denaro. Ci sono diversi studi su questo argomento e mostrano la relazione tra il denaro e altre variabili come la classe socio-economica, la posizione geografica e varie altre. Questo perché esistono numerosi gruppi di controllo dei dati, rappresentati da chi non ha vinto la lotteria. In linea di massima sembra che la felicità non sia un granché aumentata per chi ha vinto discrete o ingenti somme di denaro.
Uno studio del 1978 su 22 vincitori della lotteria con un premio medio di 480.000 usd ha dimostrato livelli di felicità non dissimili da quelli dei gruppi di controllo. Infatti, gli individui che hanno vinto dei soldi hanno segnalato che le attività ordinarie come vedere la TV e socializzare con gli amici non gli generavano più felicità di quella dei gruppi di controllo. Un ulteriore studio del 2007 ha altresì dimostrato che le persone che hanno vinto dai 200.000 usd in su hanno sperimentato livelli di stress significativamente più alti nei successivi due anni.
Nel 2018 uno studio di Grant E. Donnelly ha concluso che delle vincite di moderati importi portano maggiore felicità ma solo per poco tempo. In definitiva questi esempi indicano che il punto non è tanto la quantità denaro che si possiede, ma le modalità in cui il denaro ti possa rendere felice e come lo si sia ottenuto.
Spendere il denaro ci rende felici?
Se il punto non è solo avere del denaro, il modo in cui lo spendiamo ha un significativo impatto sulla nostra felicità. Il detto dice che “il denaro non compra la felicità”, ma è vero?
Uno studio molto famoso di Thomas Gilovich del 2014 ha dimostrato che spendere il denaro in esperienze piuttosto che in oggetti rende più felici le persone. Gilovich ha concluso che acquistare delle esperienze ha alta possibilità di migliorare i legami sociali.
Questo probabilmente perché normalmente si condividono le esperienze con altre persone o perché si è portati a raccontare agli altri ciò che abbiamo vissuto. Le nostre esperienze inoltre vanno normalmente a impattare la nostra identità molto più che le nostre proprietà. Ad esempio, potresti essere la persona che ama andare alle partite con il tuo abbonamento o quello che è solita andare in crociera con i propri amici. Le tue vacanze in Sardegna sono state favolose ma è molto più difficile dire se sono state meglio delle vacanze a Londra del tuo collega. Invece è molto più semplice comparare la tua auto con la sua.
La saggezza popolare suggerisce che comprare oggetti non ci farà più felici, ma nonostante questo in molti si instaura un pensiero che va contro questo approccio. Chi non ha prima o poi pensato che un computer più prestante, un telefono nuovo o la maglietta del nostro giocatore preferito ci facesse essere più felici? Il problema è che questa felicità dura per un momento perché la nostra mente si abitua velocemente agli oggetti che possediamo. Questo implica che la nostra felicità non viene sostenuta a lungo termine dagli oggetti per i quali abbiamo speso in nostri soldi.
E’ vero però che il processo di acquisto di piccoli oggetti (ricerca, comparazione, analisi dei benefici che questo oggetto ci genererà) può generare innalzamenti del livello di felicità fino al momento dell’acquisto vero e proprio. Insomma l’aspetto piacevole sembrerebbe proprio il pensare all’acquisto, piuttosto che il possesso dell’oggetto.
Un fattore molto interessante confermato da diversi studi sembra il fatto che spendere del denaro per le altre persone porta più felicità che comprare oggetti per noi stessi. Molte persone intervistate a questo proposito dichiarano che preferiscono spendere per sé stessi, ma i risultati delle varie ricerche sembrano non confermare questo approccio. In una di queste analisi Elizabeth Dunn dell’Università della British Columbia ha fornito dei soldi ai partecipanti che facevano parte di due gruppi. Il primo doveva spenderli per sé stesso, il secondo per altre persone.
Dunn ha scoperto che il secondo gruppo aveva un incremento della felicità decisamente più consistente e anche più duraturo. Questo perché spendere per gli altri è un’attività sociale e ci fa acquisire una migliore opinione di noi stessi (anche quando il regalo è forzato da uno scienziato).
Spendere denaro per il tempo
La sola cosa che penso sia veramente meravigliosa del denaro è il fatto di poter comprare il tempo. Nel passato quando lavoravo lontano da casa ero solito calcolare il tempo necessario per rientrare e poter giocare con i miei figli. Questo tempo era altamente prezioso e per poterlo comprare ho scelto mezzi di trasporto spesso non convenienti, ma che mi hanno permesso di spendere più tempo con i ragazzi. La buona notizia è che tutti gli studi dicono che spendere denaro per il tempo ci rende più felici. Ci sono diversi modi per comprare il tempo:
lavorare meno per avere più tempo da dedicare alle nostre passioni, in questo caso il prezzo è il mancato guadagno.
pagare qualcun altro per fare dei lavori al nostro posto (tagliare il prato, stirare, pulire casa etc)
acquistare oggetti o equipaggiamento che semplifica alcune attività (robot per pulire il pavimento, tagliare l’erba, lavare i vetri etc)
Secondo la psicologa Lyubomirsky se reinvestiamo il tempo in certi tipi di attività come, passare del tempo con gli amici o la famiglia, dedicarsi alla musica o ad altre attività culturali, imparare nuove abilità e facendo volontariato, andremo ad aumentare la gioia nella nostra vita.
Il denaro a lavoro
Guardando in ambito lavorativo se pensiamo ad un collaboratore che utilizza strumentazione che lo costringere a utilizzare il suo tempo inutilmente, ad esempio un Pc lento, risulta molto evidente che potremmo utilizzare il denaro per recuperare il suo tempo attraverso un investimento in un pc al passo con i tempi e generare un duplice impatto sulla suafelicità e sulle sue prestazioni.
Concludiamo questa carrellata sugli studi che mettono in relazione il denaro e la felicità con un argomento che ha molto impatto nell’ambito organizzativo. Una recente ricerca del 2020 ha dimostrato che preoccuparsi per il denaro è uno delle più grosse cause di stress sia nell’ambito delle prestazioni lavorative, sia nell’ambito delle relazioni personali e sociali. I “preoccupati” perdono da 1 a 3 giorni all’anno nello stress andando ad impattare sulla qualità del lavoro e contaminando l’ambiente lavorativo con negatività e malcontento.
L’opinione di molti è che i datori di lavoro dovrebbero farsi carico delle situazioni finanziarie dei propri dipendenti garantendo salari adeguati e promuovendo un approccio corretto con il denaro e formazione in questo ambito. Se analizziamo il livello di fiducia nelle istituzioni finanziarie (banche , intermediari etc) e quello nei confronti del datore di lavoro, scopriamo che quest’ultimo ha una grado di autorevolezza e fiducia molto più alto. Sembrerebbe emergere che i datori di lavoro sono nelle condizioni migliori per sostenere la cultura finanziaria dei propri collaboratori e così facendo migliorare il loro benessere mentale.
Ritieni che questo potrebbe portare anche al miglioramento delle prestazioni? Io sono convinto di si.
https://capoleader.com/wp-content/uploads/2021/11/money-happiness-400x267-1.jpg267400Olivia Marinellihttps://capoleader.com/wp-content/uploads/2021/10/logo-mobile-300x41-1-300x41.pngOlivia Marinelli2021-11-20 14:51:392021-12-20 20:08:18Denaro e Felicità
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