TEAM BUILDING

ARTICOLO DEL BLOG:

LE TENDENZE
HR PER IL 2023

Quali sono le tendenze HR per il 2023?

Quali sono le tendenze HR per il 2023? Il 2022 è stato l’anno delle Grandi Dimissioni, dei leader con competenze emotive e della gestione dell’incertezza post pandemia. Questi temi rimangono di grande interesse e ancora attuali, ma in queste prime settimane del 2023 stiamo assistendo alla comparsa di nuovi trend significativi. Vediamo quali sono:

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VEDIAMO QUALI SONO:

  1. Quiet recruiting: sta avvenendo un passaggio dal “licenziamento silenzioso” che ha caratterizzato la seconda metà del 2022 all’“assunzione silenziosa”. Il Quiet recruiting è un fenomeno di reclutamento di talenti che avviene in modo discreto e privato, senza pubblicizzare o divulgare le posizioni lavorative disponibili attraverso canali di comunicazione tradizionali come annunci di lavoro o siti di recruiting. Più che nuove assunzioni,  si punta maggiormente alla mobilità interna dei talenti, un potenziamento delle skills e approcci alternativi, fatti di networking e ricorso a gig workers. L’idea di base è acquisire nuove competenze e capacità senza aggiungere nuovi dipendenti a tempo pieno.


  2. Supporto ai manager: i manager rappresentano il collegamento diretto tra i lavoratori e la cultura aziendale. Ricoprono un ruolo importante e per questo hanno bisogno di supporto. Spesso si trovano a dover gestire la pressione dall’alto e dal basso: devono attuare la strategia aziendale, ma allo stesso tempo fornire un significato al lavoro svolto, flessibilità e opportunità di carriera.


  3. Ricerca di candidati non tradizionali: le organizzazioni dovranno cercare di valutare i candidati esclusivamente in base alla loro capacità di svolgere il ruolo, non alle loro credenziali ed esperienza precedente. Il ruolo della qualifica passerà in secondo piano, lasciando il posto alla diversificazione dei talenti. Sempre più persone, infatti, dichiarano di candidarsi per lavori al di fuori della loro attuale area di competenza e questo sarà sempre più frequente.


  4. Prestazioni sostenibili: la maggior parte dei lavoratori sta ancora affrontando problemi di salute mentale a causa delle turbolenze sociali, economiche e politiche degli ultimi tempi. Questo può ridurre la produttività e le prestazioni, nonché aumentare gli scoppi di rabbia, le dimissioni senza preavviso e i conflitti sul posto di lavoro. Molte organizzazioni stanno implementando delle strategie volte a sostenere i propri lavoratori, considerandoli non solo come dipendenti, ma come persone complete.

    Alcuni esempi sono: il riposo proattivo, prima di periodi di lavoro ad alta richiesta, come il venerdì senza riunioni o del tempo da dedicare al proprio benessere; opportunità di discussione per affrontare sfide e argomenti difficili senza giudizio o conseguenze; consulenti traumatologici per fornire consulenza in loco e formare i manager su come gestire i conflitti sul posto di lavoro e su come avere conversazioni difficili con i dipendenti.


  5. Diversità, equità e inclusione ( DEI ): le organizzazioni continueranno ad investire su diversità, equità e inclusione (DEI), nonostante qualche resistenze. Alcuni dipendenti ritiengono che gli sforzi della DEI della propria organizzazione creino divisioni. A pesare su questa percezione sono le tendenze politiche e ideologiche che valutano la diversity come una forma di discriminazione contro gruppi storicamente favoriti. Parliamo di reazioni e pregiudizi, anche non intenzionali o molto sottili, che spesso però, rendono difficile il percorso lavorativo.



  6. Colmare le lacune della Generazione Z: l’isolamento sociale provocato dalla pandemia ha colpito soprattutto i giovani, rendendo più difficile il perseguimento dei loro obiettivi educativi o di carriera. La Generazione Z ha perso lo sviluppo di competenze trasversali, come negoziare, fare rete, parlare con sicurezza di fronte alla folla e sviluppare la resistenza sociale e l’attenzione necessarie per lavorare per lunghe ore, in un ambiente in presenza.

    Questo disequilibrio tra sfide troppo elevate e scarse competenze tradizionali, porta a due condizioni: affidare ai giovani lavori troppo difficili, senza un supporto su cui poter contare per imparare, creando in loro uno stato di ansia e preoccupazione; oppure affidargli dei compiti troppo semplici e poco sfidanti che generando noia e poca motivazione.

APPROCCIO HUMAN CREATED E FLOW

Le tendenze hr del 2023 hanno come obiettivo quello di investire sul benessere delle persone, portando avanti tematiche importanti come la diversity e l’inclusività, supportando manager e figure chiave, investendo sulle competenze piuttosto che sull’esperienza e sui titoli delle persone, in particolare dei giovani.

Queste tematiche sono sempre più dirette verso un approccio “human-centered”, in cui viene messa al centro la persona nella sua interezza. La priorità è diventata quella di adattare il lavoro alle necessità della persona e non viceversa, come qualche anno fa in cui doveva essere il lavoratore ad adattarsi all’ambiente.


L’approccio “human-centered” viene teorizzato molto bene nel libro Buon Business, del Prof. Csikszentmihalyi, in cui viene spiegato come riuscire a creare un ambiente lavorativo in cui le persone siano felici, stiano bene, siano concentrate solo su quello che conta e soprattutto che riescano a sperimentare lo stato di Flow al lavoro.


Il Flow è uno stato mentale che permette alle persone di  trasformare il proprio lavoro nella propria passione, ricercando un equilibrio tra le sfide del compito e le abilità della persona, migliorando la soddisfazione e la produttività.
L’approccio di CapoLeader, basato sulla Teoria del Flow, ha come obiettivo quello di creare percorsi per le figure apicali e manageriali, in modo da produrre un effetto a cascata che porti il cambiamento dall’alto verso il basso.

La nostra idea è aiutare sempre più aziende a portare il Flow nelle loro attività lavorative, migliorando la produttività, la motivazione e soprattutto aiutando le persone ad essere felici durante le loro attività lavorative.

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TEAM BUILDING INNOVATIVO CON FRIDAY NIGHT AT THE ER

“Si può scoprire di più di una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione”
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DARE SIGNIFICATO
AL LAVORO

L’obiettivo di un’azienda dovrebbe essere quello di far lavorare insieme un gruppo di persone per realizzare un obiettivo comune.

L’obiettivo di un’azienda dovrebbe essere quello di far lavorare insieme un gruppo di persone per realizzare un obiettivo comune.

Realizzare questo intento è possibile anche attraverso lo schiavismo e la corruzione ma trovare delle modalità più etiche e che permettano ai collaboratori di dare significato al lavoro permette di creare ambienti lavorativi dove le persone possano realizzarsi pienamente.

Non dovrebbe essere difficile spingere le persone a lavorare, il corpo umano è costruito proprio per questo scopo.

Un individuo funziona al meglio quando è profondamente coinvolto in un compito e realizzare un lavoro ben fatto ci lascia una sensazione piacevole di benessere e soddisfazione.

Dato questo assunto risulta interessante riflettere sul fatto che molti lavoratori considerano il proprio lavoro un sacrificio, un prezzo da pagare per vivere e aspettano ansiosamente i momenti in cui, terminato l’orario lavorativo possono dedicarsi a ciò che veramente amano.

La risposta che viene spontanea è che seppure l’uomo sia progettato per lavorare, la maggior parte dei posti di lavoro non sono progettati per mettere i dipendenti nelle condizioni per esprimersi al meglio ma semplicemente per ottenere da loro il massimo risultato.
Difficilmente un lavoratore riuscirà a dare significato al proprio lavoro se percepisce di essere considerato al pari di un macchinario o di uno strumento di produzione.

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CHE COSA È IL SENSO DI SIGNIFICATO

Normalmente si intende con questa locuzione la sensazione del lavoratore che quello che sta accadendo e quello che sta contribuendo a far accadere conti davvero, insomma l’idea che il proprio comportamento sia in grado di fare la differenza per sé stesso e per gli altri.

Il senso di significato così descritto è presupposto per provare grande coinvolgimento, sensazione di benessere e alta produttività nella propria attività. Caratteristiche queste che si identificano nello stato di Flow come descritto dal prof. Csikszentmihalyi. Proprio partendo dagli elementi che caratterizzano il Flow si possono individuare 3 macro aree di attivatori della prestazione ottimale:

  • Chiarezza degli obiettivi. In questa area si riconoscono elementi come la chiarezza del ruolo, la comprensione e l’allineamento con gli obiettivi aziendali, l’accesso alle conoscenze e alle risorse necessarie per portare a termine il lavoro. Questi sono definibili come elementi razionali dell’esperienza di Flow e per semplificare l’analisi possiamo definirli legati al QI (quoziente intellettivo). Quando il QI di un ambiente lavorativo è basso l’energia dei lavoratori è indirizzata in modo errato e spesso va in conflitto con quella dei colleghi.


  • Feedback, comunicazione e relazioni sociali. Questa area fa riferimento alla qualità delle interazioni tra le persone coinvolte e troviamo elementi come la fiducia, il rispetto, il conflitto costruttivo, l’umorismo e la capacità di collaborare in modo efficace. Questi aspetti caratterizzano la sicurezza emozionale e sono riconducibili al famoso QE (quoziente emotivo come descritto da Goleman). Quando l’QE di un posto di lavoro è scarso, l’energia dei lavoratori si disperde sotto forma di approcci “ politici” al proprio ruolo o alla gestione del proprio Ego o all’evitamento passivo-aggressivo di tematiche “difficili”.


  • La sfida, il senso di controllo e l’automotivazione. Questa area si riferisce molto al livello di coinvolgimento e di autorealizzazione del personale. In pratica la sensazione di essere parte di qualcosa di importante e ricco di significato che va al di là del semplice ruolo. Questa terza categoria è descritta dal QM (quoziente di significato – in inglese meaning). Quando il QM dei un ambiente lavorativo è basso, i dipendenti mettono meno energia nel loro lavoro e lo vedono come “solo un lavoro” che dà loro poco più di uno stipendio.


Ci sono studi che evidenziano che ambienti con QI, QE e QM alti siano cinque volte più produttivi rispetto alla media. Proprio interventi sull’ultimo di questi indicatori sembrerebbero più sensibile a livello di prestazioni. Secondo lo stesso studio, i manager intervistati riconoscono il vero collo di bottiglia all’aumento della produttività: l’incapacità di migliorare il QM del loro ambiente lavorativo.

L’interrogativo viene spontaneo, com’è possibile aumentare il senso di significato percepito dai lavoratori?


In prima battuta la risposta a questa domanda sta nel saper innovare lo storytelling della propria azienda. Normalmente questo si occupa di raccontare quello che l’organizzazione può fare e migliorare al proprio interno (più produttività, più risultati, più efficienza). E’ necessaria un evoluzione netta e rivolgersi verso elementi esterni:

  • La società, ad esempio, creare una società migliore, costruire la comunità o gestire le risorse
  • Il cliente, ad esempio semplificando la vita e fornendo un servizio o un prodotto di qualità superiore
  • il team di lavoro, ad esempio un senso di appartenenza, un ambiente premuroso o lavorare insieme in modo efficace
  • il singolo lavoratore: esempi includono lo sviluppo personale, uno stipendio o un bonus più alto e un senso di responsabilizzazione

Per rendere più elevato il QM è necessario raccontare una storia che include questi 5 elementi perché proprio da un giusto mix di questi si riescono a toccare tutte le corde motivazionali delle persone.

Immaginiamo si voglia far partire un percorso di cambiamento culturale.

La resistenza al cambiamento potrebbe proprio provenire da un basso QM, i dipendenti non riescono a percepire il significato del cambiamento. Le strategie più comuni per vincere questa resistenza fanno spesso riferimento a i vantaggi che trarrebbe l’azienda nel suo complesso (più utili, più volumi, immagine migliore).

Per innalzare il QM sarebbe più utile prospettare uno scenario che tocchi anche l’impatto sociale  (si veda per esempio il caso Patagonia trattato qualche settimana fa), sui clienti (maggiore semplicità, meno errori più efficienza, prezzi più competitivi), sul team di lavoro (meno lavoro ridondante, più responsabilizzazione, più snellezza organizzativa), sugli individui (lavori più attraenti e sfidanti, possibilità di carriera, compensi più elevati) che questo cambiamento potrebbe generare.

I leader che vogliono migliorare il QM del proprio ambiente dovranno pertanto dimostrare alte capacità di storytelling e di creazione di una visione estesa dello scenario nel quale l’azienda stessa opera. In questo modo per i lavoratori sarà molto più semplice dare significato al lavoro.

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LA CULTURA DELLO
SPEAK UP

Sempre più aziende stanno cercando di diffondere la cultura dello Speak Up. Vediamo di cosa si tratta.

La scorsa settimana abbiamo parlato dell’importanza del wellbeing e dell’attenzione verso il benessere dei lavoratori, al fine di creare degli ambienti di lavoro sani, sostenibili e produttivi.

Il secondo step per poter creare un buon clima lavorativo è incentivare una comunicazione aperta e trasparente. In particolare, sempre più aziende stanno cercando di diffondere la cultura dello Speak Up.

Vediamo di cosa si tratta:

La cultura dello Speak Up è un concetto che descrive l’ambiente lavorativo in cui i dipendenti si sentono incoraggiati e supportati a parlare apertamentecondividere le loro preoccupazioni e segnalare eventuali comportamenti inappropriati o irregolarità all’interno dell’organizzazione.

È una cultura in cui la comunicazione aperta è valorizzata e considerata un’importante componente del successo aziendale.

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SPEAK UP

La cultura dello Speak Up promuove la fiducia e la trasparenza.


I dipendenti si sentono sicuri nel sollevare problemi o segnalare situazioni che potrebbero danneggiare l’azienda o violare i valori etici dell’organizzazione e delle altre persone.

 Nelle grandi aziende spesso è proprio la paura di subire ritorsioni a far sì che i dipendenti decidano di non segnalare anche casi evidenti di cattive condotte, abusi o altro.

Quando la cultura dello Speak Up è assente, le persone tendono a non ammettere i propri errori per paura delle reazioni degli altri, preferiscono nasconderli o incolpare i colleghi.


Spesso non vengono fatte proposte e non si prendono iniziative, proprio per paura di sbagliare.

Ma mantenere lo status quo senza cercare di migliorare e abbracciare le novità non ci permette di evolvere. Le aziende che non si rinnovano e rimangono ancorate a vecchi principi rischiano di non sopravvivere.

LA VOCINA NELLA LORO TESTA

Il messaggio che vuole trasmettere questo video è che tutti hanno vissuto dei momenti in cui “la vocina nella loro testa” diceva di tacere davanti a comportamenti scorretti, ingiusti o non inclusivi. Allenare la cultura dello Speak Up vuol dire non ascoltare quella vocina, ma trovare le proprie parole per cambiare la situazione. Anche quando le cose da dire sono considerate “scomode” o ci sentiamo a disagio nel dirle. Un buon leader deve cercare di creare un clima in cui le persone si sentano a proprio agio e libere di esprimersi. Uno strumento utile per questo è il feedback, ovvero imparare a trasmettere in modo chiaro e oggettivo quello che pensiamo o abbiamo visto. Se notiamo che il feedback non ci viene dato, possiamo sempre essere noi a richiederlo.

Una buona comunicazione impatta in modo significativo sul benessere delle persone. Sapere che che in caso di errore, qualcuno ci dirà apertamente cosa e come migliorare, o sentirsi liberi di esprimere il proprio pensiero senza venir giudicati o sminuiti sta diventando essenziale per molte aziende. Questo ha una ricaduta importante sulla retention aziendale. Le persone, infatti, rimangono più a lungo in un ambiente di lavoro in cui si sentono apprezzate e hanno la certezza che le loro idee saranno prese sul serio.

Per costruire una solida cultura dello Speak Up ci vuole del tempo, alcune pratiche per iniziare possono essere:

  • allenare l’ascolto attivo
  • istituire dei momenti di feedback di qualità
  • favorire un cambiamento culturale attraverso percorsi formativi specifici

I percorsi di CapoLeader hanno come obiettivo quello di aiutare le aziende ad incrementare il benessere organizzativo attraverso modalità gamificate e innovative. Vuoi avere più informazioni? Manda una mail a contatta@capoleader.com

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WELLBEING:
LA PERSONA AL CENTRO

Con wellbeing intendiamo la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutti i lavoratori dell’azienda.

La scorsa settimana abbiamo visto i cinque pilastri utili per sviluppare la “nuova leadership”. Oggi ci soffermeremo sul primo di questi, ovvero il Wellbeing, facendo alcune riflessione e mettendovi a disposizione alcuni contributi interessanti incontrati nel web.

Con wellbeing intendiamo la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutti i lavoratori dell’azienda. Lavorare sulla cultura del benessere ha come conseguenza l’aumento della soddisfazione, della motivazione e della produttività dei dipendenti.

Un’azienda attenta al wellbeing pone al centro del suo interesse la persona.
Nel suo Tedx, Federico Vione, racconta molto bene il suo obiettivo di creare delle aziende che mettano al primo posto i propri lavoratori.
Le persone fanno la differenza perchè rappresentano il principale patrimonio organizzativo.

I prerequisiti per focalizzarsi sul benessere aziendale devono essere:
– creare un clima di fiducia tra i dipendenti
– celebrare gli errori e non nasconderli
– umiltà e disponibilità ad ascoltare i bisogni e le necessità delle persone.

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COSA POSSIAMO FARE PER MIGLIORARE LE NOSTRE PERSONE?

Le aziende che vogliono migliorare e aumentare il proprio wellbeing devono partire dalla domanda “cosa possiamo fare per aiutare le nostre persone?”
Alcuni esempi di aziende che hanno implementato delle importanti strategie di wellbeing e welfare sono:

  • Nestlè: per favorire l’equilibrio vita-lavoro ha creato gli asili nido aziendali disponibili dalle 7.30 del mattino alle 19.30 di sera, anche sei giorni a settimana se necessario, e per 12 mesi all’anno. In questo modo i lavoratori/genitori possono ridurre lo stress e l’ansia dovuti alla ricerca di soluzioni di assistenza alternativa, focalizzandosi serenamente sulle proprie responsabilità lavorative, sapendo che i propri figli sono a poca distanza da loro.


  • Luxottica: le tre iniziative che fanno parte del welfare di Luxottica sono il carrello della spesa del valore di 110 euro per tutti i dipendenti; la cassa di assistenza sanitaria, ovvero una polizza che include oltre alle visite odontoiatriche, un “pacchetto maternità”; e le borse di studio e rimborso libri di testo per i figli dei dipendenti dalle scuole inferiori all’università.


  • OneDay Group: ha introdotto benefit all’avanguardia come il bonus matrimonio e unioni civili di mille euro, il bonus bebè di 10.800 euro (300 al mese per tre anni). In caso di malattia l’azienda offre non solo la sanità integrativa, ma anche la possibilità di stare liberamente a casa per tre giorni: il certificato medico è richiesto solo a partire dal quarto. Per il compleanno si ha diritto a mezza giornata libera e ogni anno si può usufruire di un viaggio gratis del valore di 1700 euro con WeRoad e ScuolaZoo. Inoltre, si può lavorare da dove si vuole, quanto si vuole e le ferie sono illimitate.


  • Google: la cultura di questa grande azienda è orientata nel cercare di rendere felici le persone. Come? Oltre a numerosi benefit come colazione, pranzo e cena gratuiti, visite mediche, dentista e tagli di capelli gratuiti, massaggi sovvenzionati e sussidi per auto ibride, viene posta molta attenzione all’architettura e alla struttura fisica degli uffici. Gli spazi di lavoro sono pieni di individualità e presentano elementi specifici che favoriscono il lavoro, il relax, l’esercizio, la lettura e la visione di film.


  • Patagonia: da sempre pioniera nel wellbeing, Patagonia nella reception della sua sede in California, mette a disposizione tavole da surf e quando l’onda è quella giusta, suona una campanella che avvisa i dipendenti che possono interrompere l’attività lavorativa per dedicarsi al loro hobby preferito.


Questi sono solo alcuni esempi di aziende che hanno dimostrato di porre sempre più attenzione alle esigenze dei propri lavoratori, trovando soluzioni e strategie specifiche create su misura per loro.

La tua azienda che iniziative di wellbeing propone?

Cosa ti piacerebbe venisse introdotto? Siamo curiosi di sapere la tua opinione, compila questo breve sondaggio:
https://forms.gle/fisSzK7ACVbfCYF56


I nostri percorsi hanno come obiettivo quello di aiutare le persone ad essere soddisfatte e motivate durante le loro giornate lavorative. Uno strumento molto efficace per raggiungere questo risultato è il Flow.
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NETWORK DI LEADER

Nello scorso articolo abbiamo introdotto il concetto della consapevolezza relazionale e di quanto sia importante per poter creare un clima di lavoro sano e basato sulla collaborazione. Oggi facciamo un passo in più e andiamo ad analizzare il motivo per cui sia fondamentale lavorare sulla creazione di un network di leader.

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micromanaging

10 STRATEGIE PER FERMARE IL MICROMANAGEMENT

Nelle scorse settimane, ci siamo dedicati a esaminare attentamente il concetto di micromanagement: cosa sia, quali siano i suoi effetti, come riconoscerlo nei nostri comportamenti di gestione e come smettere di praticarlo. Abbiamo esplorato come questa pratica, caratterizzata da un controllo eccessivo e dettagliato, possa compromettere le dinamiche lavorative, minando la fiducia e la motivazione dei collaboratori.

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raggiungere il successo con il gioco

RAGGIUNGERE IL SUCCESSO CON IL GIOCO

Gioco e lavoro sono spesso considerati come opposti, poiché sembrano rappresentare due aspetti della vita che sono in conflitto tra di loro. Mentre il gioco è associato al divertimento, alla creatività e alla libertà, il lavoro è spesso visto come un dovere, un’attività che deve essere svolta per guadagnarsi da vivere e che richiede disciplina e responsabilità. In questo articolo andremo a ribaltare questa concezione, spiegando come sia possibile raggiungere il successo con il gioco.

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TEAM BUILDING INNOVATIVO CON FRIDAY NIGHT AT THE ER

“Si può scoprire di più di una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione”
Diceva Platone, già nel IV secolo a.C, ma la settimana scorsa lo abbiamo sperimentato anche noi di CapoLeader insieme a Confapi con il team building Friday Night at the ER.

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ARTICOLO DEL BLOG:

COMUNICAZIONE NON VIOLENTA
IN AZIENDA

Vivere e prosperare in un ambiente di lavoro sano è cruciale per il benessere dei dipendenti e il successo complessivo di un’organizzazione.

Vivere e prosperare in un ambiente di lavoro sano è cruciale per il benessere dei dipendenti e il successo complessivo di un’organizzazione.

Tuttavia, in molti casi, gli ambienti di lavoro tossici possono minare la produttività e causare disagi significativi.

In questo contesto, la Comunicazione Non Violenta (CNV) si presenta come una potentissima arma per trasformare radicalmente il modo in cui le persone comunicano nei contesti professionali.

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comunicazione non violenta

RICONOSCERE IL PROBLEMA: AMBIENTI DI LAVORO TOSSICI

Gli ambienti di lavoro tossici sono caratterizzati da comunicazioni negative, conflitti non gestiti, e un clima generale di sfiducia e tensione.

Queste dinamiche dannose possono avere conseguenze significative sulla salute mentale e fisica dei dipendenti, oltre a impattare negativamente sulla produttività complessiva dell’azienda.

La Comunicazione Non Violenta, sviluppata dallo psicologo Marshall Rosenberg, offre un approccio strutturato e compassionevole per migliorare la comunicazione. 

L’essenza della CNV risiede nell’abilità di esprimere i propri bisogni e sentimenti in modo chiaro, senza ricorrere a giudizi o aggressioni verbali.

I PILASTRI DELLA CNV

  1. Osservare senza Giudicare: Il primo passo consiste nell’osservare i comportamenti senza emettere giudizi. Questo permette una valutazione oggettiva della situazione.

  2. Esprimere Sentimenti: La CNV incoraggia ad esprimere i sentimenti collegati alle osservazioni. Questa apertura emotiva facilita la comprensione reciproca.

  3. Comunicare Bisogni: Identificare e comunicare chiaramente i bisogni aiuta a creare un terreno comune e a trovare soluzioni che soddisfino le esigenze di tutte le parti coinvolte.

  4. Formulare Richieste Chiare: Le richieste chiare basate sui bisogni individuati costituiscono la fase finale. Queste richieste guidano il dialogo verso la risoluzione costruttiva dei conflitti.

VANTAGGI TANGIBILI DELLA CNV NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

  1. Riduzione dei Conflitti: La CNV riduce la probabilità di conflitti distruttivi, promuovendo invece il dialogo costruttivo.

  2. Clima di Lavoro Positivo: L’adozione della CNV crea un clima di lavoro positivo basato sulla comprensione reciproca e sul rispetto.

  3. Aumento della Produttività: Migliorare la comunicazione porta a una maggiore collaborazione e, di conseguenza, a un aumento della produttività.

  4. Soddisfazione dei Dipendenti: Gli ambienti di lavoro che adottano la CNV vedono spesso un aumento della soddisfazione dei dipendenti e una riduzione del turnover.

I leader, in quanto figure di riferimento nell’organizzazione, svolgono un ruolo cruciale nell’implementazione della CNV. Devono svolgere la funzione di catalizzatori della comunicazione, incoraggiando la consapevolezza emotiva, l’ascolto attivo e la gestione costruttiva dei conflitti. La loro guida nell’applicare i principi della CNV contribuisce all’instaurazione di un clima lavorativo salutare e produttivo.

La comunicazione Non Violenta rappresenta, quindi, un potente strumento per trasformare gli ambienti di lavoro tossici in spazi di crescita e collaborazione.

Le organizzazioni che investono nella promozione della Comunicazione Non Violenta sperimentano miglioramenti significativi, sia dal punto di vista umano che professionale.
 La via verso ambienti di lavoro più sani e produttivi inizia con la consapevole adozione di questa metodologia di comunicazione efficace.

COSA OFFRIAMO

CapoLeader offre programmi formativi focalizzati sullo sviluppo delle capacità di leadership, con particolare attenzione alla promozione di un dialogo aperto e rispettoso.

Grazie a Fligby, una piattaforma di apprendimento e simulazione manageriale, i leader possono acquisire competenze pratiche nell’affrontare situazioni complesse e implementare strategie di comunicazione efficace.

I giocatori hanno la possibilità, durante la partita, di segnalare comportamenti aggressivi, violenti o non adeguati all’ambiente lavorativo, allenando la propria capacità di riconoscimento.

Attraverso l’app Qomprendo, invece, viene data la possibilità ai lavoratori di segnalare i comportamenti scorretti all’interno della propria azienda, anche in maniera anonima, grazie ad un feedback giornaliero di poche domande.

L’obiettivo è creare una cultura aziendale in cui sia incoraggiata sia la Comunicazione Non Violenta, sia lo “Speak Up“, ovvero la promozione della comunicazione aperta, l’espressione di opinioni o preoccupazioni, e l’incoraggiamento a far sentire la propria voce.

Questi investimenti mirati non solo promuovono un ambiente di lavoro più sano e collaborativo ma contribuiscono anche a coltivare leader consapevoli che guidano il cambiamento positivo all’interno delle loro organizzazioni.

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SCOPRI IL FLOW

L'EBOOK GRATUITO CON I SEGRETI PER MASSIMIZZARE SIA LA PRODUTTIVITÀ CHE LA FELICITÀ

Scopri come il concetto del Flow, o flusso, può rivoluzionare la tua vita personale e professionale migliorando la produttività e la felicità.

L’ebook “Scopri il Flow” di CapoLeader offre un’introduzione dettagliata a questo stato di immersione totale, con strategie pratiche per coltivarlo nelle attività quotidiane.
Attraverso esempi concreti e consigli pratici, imparerai a raggiungere il massimo rendimento in ogni ambito della tua vita.

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Ansia e Noia in Inside Out 2

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MIGLIORARE LA COLLABORAZIONE GIOCANDO

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