ARTICOLO DEL BLOG:

TRATTATO SEMISERIO SULLE
SOFT SKILLS

Ovvero: tutto quello che non c’è scritto nel tuo contratto… ma fa la differenza tra “capo” e “leader”

C’erano una volta due manager: uno sapeva tutto di budget, forecasting e KPI.
L’altro… anche.
Ma il secondo aveva una dote speciale: le persone volevano lavorare con lui.

Il motivo? Le soft skills.
Quelle abilità misteriose, non misurabili in Excel, non certificate da master altisonanti, ma assolutamente decisive per non farsi odiare durante una riunione su Teams.

Ti interessa questo argomento?

Cosa sono, dunque, queste soft skills?

Immagina un manager che comunica bene, ascolta sul serio, sa motivare un team e affronta i problemi senza lanciare penne (o peggio).
Ecco, non è un unicorno. È solo uno che ha sviluppato quelle competenze “soft” che rendono la convivenza lavorativa un po’ più… umana.

Quali sono le principali soft skills?

🧠 Intelligenza emotiva
Capire le emozioni altrui, senza dover leggere i sottotitoli.
(Es: se ti guardano con odio mentre parli, forse c’è un problema.)

🗣️ Comunicazione efficace
Dire cose complicate in modo semplice, senza far addormentare la platea.
(Es: “ristrutturazione agile dei processi interfunzionali” può diventare: “ci parliamo meglio e ci capiamo di più”.)

👂 Ascolto attivo
Annuisce. Ripete l’ultima frase detta. Fa una domanda. No, non è un attore. È un collega che ti ascolta davvero.

🔥 Gestione dello stress
Quando il progetto va in fiamme e lui/lei ha ancora il coraggio di sorridere (senza sembrare pazzo).

🧩 Problem solving
Traduzione: trova soluzioni, senza citare sempre la frase “si è sempre fatto così”.

🚀Motivazione
Non guida solo un team. Lo accende, lo ispira, lo fa crescere. E magari offre anche un caffè ogni tanto.

Ma servono davvero?

Domanda legittima.
Risposta semplice: Se lavori da solo in un faro, forse no. Ma se hai anche solo un collega (o un cliente)… sì, servono eccome.

In un mondo dove la tecnologia cambia ogni sei mesi, le soft skills sono la vera costante. Quelle che ti aiutano a navigare nel cambiamento, a motivare chi ti sta intorno, e a non rovinarti lo stomaco ogni volta che apri Outlook.

E qui entra in scena Capoleader (e FLIGBY)

Noi di Capoleader crediamo che le soft skills non si insegnino con le slide
ma si scoprano, si sperimentino e si allenino ogni giorno, proprio come si fa nello sport (ma con meno sudore e più flow).

Ecco perché abbiamo scelto di portare in Italia FLIGBY – la Leadership Simulation Experience: l’unico strumento al mondo che ti fa allenare 29 soft skills… giocando.

Sì, giocando. Ma mica per finta:

  • -Alla fine riceverai un report dettagliatissimo sulle tue competenze, confrontate con un benchmark di oltre 30.000 giocatori Fligby nel mondo,

  • -E sessioni di coaching con i nostri coach per fare un vero salto di qualità.

👉 Se vuoi lavorare sulla leadership con un team, abbiamo un percorso dedicato: clicca qui
👉 Se vuoi farlo individualmente, c’è la FLE – Fligby Leadership Experience: clicca qui 

Le 4 soft skills fondamentali per entrare in Flow (e aiutare gli altri a farlo)

Fligby allena tante competenze, ma ce ne sono 4 che fanno davvero la differenza quando si parla di Flow:

⚖️ Bilanciamento sfide-abilità
La magica arte di trovare il livello giusto di difficoltà: non troppo facile da annoiarti, non troppo difficile da farti venire voglia di cambiare mestiere. Quando le sfide incontrano le tue abilità al punto giusto… entra il Flow, esce il panico.

🧠 Pensiero strategico
Vedere il quadro generale senza perdersi nei post-it. Pensare un passo avanti, come se giocassi a scacchi… ma al lavoro.

💡 Riconoscimento dei punti di forza
Accorgersi che nel team c’è chi è un mago dell’ascolto, chi ha il radar per i dettagli, e smettere di trattarli tutti come cloni.

📣 Feedback
Dire le cose. Bene. Anche quelle scomode. (Es: “Questo progetto è migliorabile” suona meglio di “È una ciofeca totale”.)

🎯 Queste quattro soft skills sono il cuore pulsante del Flow, e fanno davvero la differenza tra un leader che guida… e uno che guida bene.


Nei prossimi articoli le esploreremo una ad una, con esempi pratici, riflessioni semiserie e qualche dritta per allenarle anche nel caos quotidiano da ufficio.
Spoiler: niente teorie astratte, solo cose che ti fanno dire “Ah, ecco perché ogni lunedì mi viene l’orticaria!”

Conclusione (seria, stavolta)

Le soft skills non sono un “di più”. Non sono il contorno. Non sono opzionali. Sono la differenza tra sopravvivere e prosperare nel mondo del lavoro (e nella vita, diciamolo).

Puoi avere tutte le competenze tecniche del mondo, conoscere ogni singola funzione di Excel,
ma se non sai comunicare, ascoltare, gestire lo stress o motivare chi ti circonda… rischi di restare solo un bravo tecnico.
E non un vero leader.

La buona notizia?
Le soft skills si possono allenare. E si possono allenare senza annoiarsi a morte, senza corsi infiniti o slide con font minuscoli.

Con gli strumenti giusti – come FLIGBY – e il supporto di chi ha fatto della formazione un’esperienza viva, concreta e anche un po’ divertente, puoi fare davvero un salto di qualità.

🎮 Vieni a scoprire cosa possiamo fare insieme: che tu sia un team, un’organizzazione o un singolo leader in evoluzione, il percorso giusto esiste. E può iniziare anche oggi.

Perché anche la leadership, quando scorre in stato di Flow, è tutta un’altra storia. Una storia in cui si lavora meglio. Insieme. E con un bel po’ di soddisfazione in più. 

Il 2 Aprile abbiamo fatto una puntata speciale delle Pillole di Gamification dedicata proprio a Fligby. Vuoi scoprire come è andata?

Vuoi approfondire il tema della collaborazione e come potenziarla meglio attraverso il Flow? Partecipa alle Pillole di Flow mercoledì 21 Maggio ore 18-19.

L’argomento è Quando il Team suona all’unisono: Flow e Collaborazione

Vuoi avere più informazioni? Chatta con Mr. Fligby il nostro Assistente Virtuale

Ti interessa questo argomento?

IL FLOW PER LA FELICITA' E IL SUCCESSO

LA LEADERSHIP NELLA VITA E NEL LAVORO.

IL LIBRO DI STEFANO SELVINI

“Si legge in un soffio: è un romanzo, ma è anche una guida assistita al lavoro per arrivare a padroneggiarlo.”

“Questo romanzo unisce la teoria alla pratica, invitandoci a rispondere a una questione di fondo: quando il lavoro vale la pena di essere vissuto?”

“Pagina dopo pagina familiarizzerete – passo al voi, avendole già lette in anteprima – con Marco Riva, il protagonista, rispecchiandovi nella sua costante ricerca di felicità. Perché tutti, nessuno escluso, cerchiamo la piena realizzazione.”

FILIPPO POLETTITop Voice Linkedin e influencer del benessere al lavoro

leggi gli altri

ARTICOLI DEL BLOG

LA CONSAPEVOLEZZA NON RISOLVE TUTTO, MA QUASI

Hai presente quei momenti in cui ti sembra di sbattere sempre contro lo stesso muro?

Cambiano i contesti, cambiano le persone, ma certi problemi tornano puntuali come le pubblicità su YouTube.

👉 Sei sempre di corsa e finisci stremato.
👉 Provi a comunicare bene, ma ti capiscono peggio del correttore automatico.
👉 Cerchi di restare zen, ma ti parte l’embolo con la facilità di una notifica WhatsApp.

Quando succede, spesso scatta la missione: “devo trovare una soluzione”.
Spoiler: a volte non ti serve una soluzione, ma una lente di ingrandimento.
E quella lente si chiama consapevolezza.

Leggi l'articolo »

GUIDA- Progettare la Formazione Manageriale che Fa la Differenza

La consapevolezza è una di quelle parole che fanno un figurone nei workshop, su LinkedIn e nelle frasi motivazionali con tramonti di sfondo.
Poi però ti ritrovi a rispondere “tutto bene!” mentre nella tua testa si scatena l’apocalisse, e ti rendi conto che forse… non sei proprio così consapevole.

Nel lavoro, succede spesso: vai in automatico, macini attività, partecipi a riunioni, dici “sì certo, ci penso io” anche quando vorresti solo scappare in Alaska a fare il pastore di renne. Eppure non ti fermi.
Perché “c’è da fare”.
Perché “è così che si lavora”.
Perché “ormai ci siamo dentro”.

Ma fermarsi (anche solo un minuto) per capire dove sei, come stai, e cosa stai facendo davvero… è già un atto rivoluzionario.
E sì, si chiama consapevolezza.
Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

TRATTATO SEMISERIO SULLA CONSAPEVOLEZZA

La consapevolezza è una di quelle parole che fanno un figurone nei workshop, su LinkedIn e nelle frasi motivazionali con tramonti di sfondo.
Poi però ti ritrovi a rispondere “tutto bene!” mentre nella tua testa si scatena l’apocalisse, e ti rendi conto che forse… non sei proprio così consapevole.

Nel lavoro, succede spesso: vai in automatico, macini attività, partecipi a riunioni, dici “sì certo, ci penso io” anche quando vorresti solo scappare in Alaska a fare il pastore di renne. Eppure non ti fermi.
Perché “c’è da fare”.
Perché “è così che si lavora”.
Perché “ormai ci siamo dentro”.

Ma fermarsi (anche solo un minuto) per capire dove sei, come stai, e cosa stai facendo davvero… è già un atto rivoluzionario.
E sì, si chiama consapevolezza.
Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

QUANDO LA CONSAPEVOLEZZA INCONTRA IL FLOW

Ci sono leader che sanno tutto: strategie, numeri, strumenti. Ma quando si tratta di guidare le persone, spesso inciampano su qualcosa di molto più semplice — e molto più profondo: la consapevolezza di sé.

Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

ESSERE CREATIVI CON IL FLOW

Negli scorsi articoli ci siamo immersi nel mondo della collaborazione: abbiamo visto com’è fatta, cosa la nutre, come si distingue da quella versione “tutti amici in pausa caffè” che spesso viene confusa con il vero lavoro di squadra.

Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

I 5 NEMICI INVISIBILI DELLA COLLABORAZIONE

Tutti parlano di collaborazione. È sulla bocca dei manager, sulle pareti degli open space, nei valori aziendali e perfino nei badge dei convegni: “teamwork”, “co-creazione”, “insieme si va più lontano”.

Poi entri davvero in azienda, e spesso scopri che si lavora affiancati, ma non insieme. Che la comunicazione è un ping pong di mail in copia conoscenza. Che si fa prima a farsi le cose da soli che coinvolgere altri. E che le “riunioni collaborative” assomigliano a un monologo sotto anestesia.

La verità è che la collaborazione – quella vera – è fragile.
E ci sono nemici invisibili che, giorno dopo giorno, la logorano. Non si presentano alla porta, ma agiscono in silenzio, in profondità.
Ecco i cinque più pericolosi.

Leggi l'articolo »

APPROFONDIAMO INSIEME!

Ti interessa a questo argomento?

Parliamone insieme!

Compila il form con i tuoi dati per prenotare una call gratuita di approfondimento.

Verrai contattato al più presto per discutere insieme a noi i  dettagli che ti interessano e ricevere ulteriori informazioni sull’argomento.

Prenota una Call con un consulente

Inserisci i tuoi dati, ti ricontatteremo nel giro di poche ore.

ARTICOLO DEL BLOG:

UN VIAGGIO IMMERSIVO NEL BENESSERE:
RIDURRE LO STRESS CON LA REALTÀ VIRTUALE

Questa tecnologia si è rivelata estremamente efficace nel favorire il rilassamento e la regolazione emotiva

<

Nel nostro precedente articolo abbiamo parlato di come il sistema calmante sia una risorsa fondamentale per il benessere aziendale. Attivarlo significa ridurre lo stress, migliorare il clima lavorativo e aumentare la produttività.

Abbiamo anche introdotto una delle innovazioni più promettenti in questo ambito: l’integrazione della realtà virtuale (RV) nei percorsi di gestione dello stress. Questa tecnologia, già utilizzata in contesti clinici e aziendali, si è rivelata estremamente efficace nel favorire il rilassamento e la regolazione emotiva.

Capoleader ha da poco introdotto un’esperienza immersiva unica prodotta da Become, che permette ai partecipanti di sperimentare un rilassamento profondo e duraturo attraverso ambienti virtuali studiati per stimolare il sistema parasimpatico e favorire il benessere psicofisico.

Ma come funziona esattamente questo percorso?

Ti interessa questo argomento?

I BENEFICI DELLA REALTA’ VIRTUALE 

Sempre più aziende ci stanno chiedendo di trovare soluzioni efficaci per gestire lo stress dei propri dipendenti. Lo stress non è qualcosa su cui si può lavorare direttamente, dicendo semplicemente cosa fare o non fare. Al contrario, crediamo sia fondamentale affrontarlo in modo indiretto, attraverso esperienze che parlano al corpo e alla mente senza bisogno di spiegazioni razionali.

Per questo motivo, abbiamo scelto di integrare i visori per la realtà virtuale nel nostro lavoro. Questa tecnologia offre un’esperienza immersiva che rispecchia perfettamente il nostro approccio alla gamification: proprio come nei giochi, dove si parte da un’esperienza coinvolgente per poi riflettere su ciò che è accaduto, la realtà virtuale lavora sullo stress in modo quasi inconscio. Le persone si trovano immerse in ambienti rilassanti, come una spiaggia al tramonto o un giardino zen, e questo permette loro di entrare in uno stato di calma profonda. Da qui nasce una riflessione più autentica, che rende più facile applicare gli insegnamenti appresi nel contesto lavorativo.

Non si tratta solo di percezioni: anche la ricerca scientifica conferma che la realtà virtuale può avere un impatto concreto sulla riduzione dello stress e sulla regolazione delle emozioni: 

  • -Riduzione immediata dello stress e dell’ansia: Uno studio pubblicato sul Journal of Medical Internet Research ha rilevato che la RV riduce i livelli di cortisolo fino al 25% dopo una singola sessione.

  • -Miglioramento della concentrazione e della consapevolezza: Secondo una ricerca della Stanford University, l’esposizione a esperienze immersive in natura virtuale aumenta del 30% la capacità di concentrazione e riduce il senso di affaticamento mentale.

  • -Maggiore capacità di gestione delle emozioni: Uno studio dell’Università di Oxford ha evidenziato che l’uso regolare della realtà virtuale nei protocolli di rilassamento migliora la regolazione emotiva e riduce i sintomi di ansia del 40%.

  • -Effetti duraturi nel tempo: Ricerche condotte dall’American Psychological Association dimostrano che i benefici della RV nella gestione dello stress persistono nel tempo, con un miglioramento dell’umore e una riduzione dell’ansia anche dopo settimane dall’ultima esperienza.

Secondo recenti ricerche, l’utilizzo della realtà virtuale nei programmi di rilassamento può ridurre il distress fino al 70% rispetto ai metodi tradizionali, accelerando il recupero psicofisico e migliorando il benessere generale.

COME FUNZIONA IL PERCORSO DI RIDUZIONE DELLO STRESS CON VR

Il percorso di riduzione dello stress con la realtà virtuale è stato strutturato come un vero e proprio viaggio in quattro tappe, in cui ogni sessione accompagna il partecipante in un’esperienza sempre più profonda di rilassamento e consapevolezza. Questo approccio progressivo consente di massimizzare i benefici della realtà virtuale e rendere duraturi gli effetti del percorso.

Le Tre Visualizzazioni Immersive: Scenari che Calmano la Mente

Le esperienze immersive sono il cuore del nostro programma. Durante il percorso, i partecipanti vengono guidati attraverso tre ambienti virtuali progettati appositamente per ridurre lo stress, attivando il sistema nervoso parasimpatico e favorendo il rilassamento. Ogni visualizzazione ha delle caratteristiche uniche che aiutano a raggiungere uno stato di calma mentale e fisica:

  1. La Spiaggia al Tramonto: Un ambiente sereno, con onde che si infrangono delicatamente sulla riva e il cielo che cambia colore mentre il sole tramonta. Questa visualizzazione favorisce il rilassamento profondo, grazie alla combinazione di suoni naturali e paesaggi visivi che stimolano sensazioni di tranquillità e serenità.

  2. Il Giardino Zen: Un luogo immersivo che richiama la calma interiore attraverso suoni di acqua che scorre, piante rigogliose e uno spazio aperto che invita alla riflessione e alla meditazione. Ideale per chi cerca di liberarsi da pensieri intrusivi e ritrovare il proprio equilibrio mentale.

  3. La Cascata nella Prateria: Un ambiente naturale, dove il suono dell’acqua che scende dalla cascata e la vista di un paesaggio verde e ampio attivano il sistema calmante, creando uno stato di pace e rinnovata energia. Questa visualizzazione aiuta a rilasciare tensioni accumulate, favorendo un profondo senso di benessere.

Ogni scenario è progettato per stimolare sensazioni di rilassamento, serenità e connessione con la natura, tutti elementi che contribuiscono alla riduzione dello stress e al recupero psicofisico.

Il percorso si sviluppa attraverso quattro sessioni individuali della durata di circa 60-90 minuti ciascuna. Ogni incontro è un’occasione per immergersi in un ambiente rilassante e apprendere strategie utili per gestire lo stress in modo efficace.

Le Prime Tre Sessioni: Immersione e Consapevolezza

Le prime tre sessioni sono pensate per accompagnare gradualmente il partecipante in un’esperienza di rilassamento profondo. Dopo una breve introduzione e una fase di focalizzazione sul momento presente, si accede all’esperienza immersiva, che aiuta a distaccarsi dalle tensioni quotidiane e a sperimentare un senso di calma rigenerante.

Alla fine di ogni sessione, viene dedicato un momento alla riflessione sulle sensazioni vissute e alla condivisione di strategie per mantenere e richiamare la sensazione di benessere anche nella vita di tutti i giorni. Questo approccio permette di consolidare nel tempo i benefici del percorso.

Quarta Sessione: Follow-Up e Personalizzazione

Nell’ultima sessione, il partecipante può scegliere l’esperienza immersiva che ha trovato più efficace nelle sessioni precedenti. Questo momento è fondamentale per rafforzare gli effetti positivi e per integrare il rilassamento nella quotidianità con strategie personalizzate. L’obiettivo è far sì che il benessere sperimentato non rimanga un’esperienza isolata, ma diventi una risorsa attivabile anche nel futuro.

Guarda qui un breve trailer delle 3 esperienze:

La realtà virtuale rappresenta una delle soluzioni più innovative e scientificamente supportate per la gestione dello stress. Il percorso immersivo di Capoleader offre un modo concreto e coinvolgente per attivare il sistema calmante, migliorare il benessere dei dipendenti e favorire un clima lavorativo più sano e produttivo.

Investire nel benessere significa investire nel futuro dell’azienda: ridurre lo stress non è solo un’esigenza personale, ma un elemento strategico per creare organizzazioni più resilienti, motivate e orientate alla crescita.

Vuoi saperne di più? Partecipa al nostro evento Pillole di Gamification in cui approfondiremo proprio come funziona questo percorso per ridurre lo stress con modalità innovative e gamificate. Ti aspettiamo il 7 maggio   su Zoom dalle 12.30 alle 13.15.

Vuoi approfondire il tema dello stress e come gestirlo meglio attraverso il Flow? Partecipa alle Pillole di Flow domani 10 Aprile ore 18-19.

L’argomento è Stress off – riprendere il controllo

Vuoi avere più informazioni? Chatta con Mr. Fligby il nostro Assistente Virtuale

Ti interessa questo argomento?

IL FLOW PER LA FELICITA' E IL SUCCESSO

LA LEADERSHIP NELLA VITA E NEL LAVORO.

IL LIBRO DI STEFANO SELVINI

“Si legge in un soffio: è un romanzo, ma è anche una guida assistita al lavoro per arrivare a padroneggiarlo.”

“Questo romanzo unisce la teoria alla pratica, invitandoci a rispondere a una questione di fondo: quando il lavoro vale la pena di essere vissuto?”

“Pagina dopo pagina familiarizzerete – passo al voi, avendole già lette in anteprima – con Marco Riva, il protagonista, rispecchiandovi nella sua costante ricerca di felicità. Perché tutti, nessuno escluso, cerchiamo la piena realizzazione.”

FILIPPO POLETTITop Voice Linkedin e influencer del benessere al lavoro

leggi gli altri

ARTICOLI DEL BLOG

LA CONSAPEVOLEZZA NON RISOLVE TUTTO, MA QUASI

Hai presente quei momenti in cui ti sembra di sbattere sempre contro lo stesso muro?

Cambiano i contesti, cambiano le persone, ma certi problemi tornano puntuali come le pubblicità su YouTube.

👉 Sei sempre di corsa e finisci stremato.
👉 Provi a comunicare bene, ma ti capiscono peggio del correttore automatico.
👉 Cerchi di restare zen, ma ti parte l’embolo con la facilità di una notifica WhatsApp.

Quando succede, spesso scatta la missione: “devo trovare una soluzione”.
Spoiler: a volte non ti serve una soluzione, ma una lente di ingrandimento.
E quella lente si chiama consapevolezza.

Leggi l'articolo »

GUIDA- Progettare la Formazione Manageriale che Fa la Differenza

La consapevolezza è una di quelle parole che fanno un figurone nei workshop, su LinkedIn e nelle frasi motivazionali con tramonti di sfondo.
Poi però ti ritrovi a rispondere “tutto bene!” mentre nella tua testa si scatena l’apocalisse, e ti rendi conto che forse… non sei proprio così consapevole.

Nel lavoro, succede spesso: vai in automatico, macini attività, partecipi a riunioni, dici “sì certo, ci penso io” anche quando vorresti solo scappare in Alaska a fare il pastore di renne. Eppure non ti fermi.
Perché “c’è da fare”.
Perché “è così che si lavora”.
Perché “ormai ci siamo dentro”.

Ma fermarsi (anche solo un minuto) per capire dove sei, come stai, e cosa stai facendo davvero… è già un atto rivoluzionario.
E sì, si chiama consapevolezza.
Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

TRATTATO SEMISERIO SULLA CONSAPEVOLEZZA

La consapevolezza è una di quelle parole che fanno un figurone nei workshop, su LinkedIn e nelle frasi motivazionali con tramonti di sfondo.
Poi però ti ritrovi a rispondere “tutto bene!” mentre nella tua testa si scatena l’apocalisse, e ti rendi conto che forse… non sei proprio così consapevole.

Nel lavoro, succede spesso: vai in automatico, macini attività, partecipi a riunioni, dici “sì certo, ci penso io” anche quando vorresti solo scappare in Alaska a fare il pastore di renne. Eppure non ti fermi.
Perché “c’è da fare”.
Perché “è così che si lavora”.
Perché “ormai ci siamo dentro”.

Ma fermarsi (anche solo un minuto) per capire dove sei, come stai, e cosa stai facendo davvero… è già un atto rivoluzionario.
E sì, si chiama consapevolezza.
Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

QUANDO LA CONSAPEVOLEZZA INCONTRA IL FLOW

Ci sono leader che sanno tutto: strategie, numeri, strumenti. Ma quando si tratta di guidare le persone, spesso inciampano su qualcosa di molto più semplice — e molto più profondo: la consapevolezza di sé.

Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

ESSERE CREATIVI CON IL FLOW

Negli scorsi articoli ci siamo immersi nel mondo della collaborazione: abbiamo visto com’è fatta, cosa la nutre, come si distingue da quella versione “tutti amici in pausa caffè” che spesso viene confusa con il vero lavoro di squadra.

Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

I 5 NEMICI INVISIBILI DELLA COLLABORAZIONE

Tutti parlano di collaborazione. È sulla bocca dei manager, sulle pareti degli open space, nei valori aziendali e perfino nei badge dei convegni: “teamwork”, “co-creazione”, “insieme si va più lontano”.

Poi entri davvero in azienda, e spesso scopri che si lavora affiancati, ma non insieme. Che la comunicazione è un ping pong di mail in copia conoscenza. Che si fa prima a farsi le cose da soli che coinvolgere altri. E che le “riunioni collaborative” assomigliano a un monologo sotto anestesia.

La verità è che la collaborazione – quella vera – è fragile.
E ci sono nemici invisibili che, giorno dopo giorno, la logorano. Non si presentano alla porta, ma agiscono in silenzio, in profondità.
Ecco i cinque più pericolosi.

Leggi l'articolo »

APPROFONDIAMO INSIEME!

Ti interessa a questo argomento?

Parliamone insieme!

Compila il form con i tuoi dati per prenotare una call gratuita di approfondimento.

Verrai contattato al più presto per discutere insieme a noi i  dettagli che ti interessano e ricevere ulteriori informazioni sull’argomento.

Prenota una Call con un consulente

Inserisci i tuoi dati, ti ricontatteremo nel giro di poche ore.

ARTICOLO DEL BLOG:

GESTIRE LO STRESS:
ATTIVA IL SISTEMA CALMANTE CON LA REALTÀ VIRTUALE

Un ambiente sano e supportivo è una chiave fondamentale per il successo di un’organizzazione

Nel nostro viaggio attraverso lo stress, abbiamo già analizzato i suoi sintomi e discusso come trasformare il distress in eustress e flow, elementi fondamentali per migliorare la performance e il benessere.

Ora, giungiamo al terzo passo: come affrontare lo stress quando è già presente e come attivare il nostro sistema calmante. Questo processo non riguarda solo il trattamento immediato dello stress, ma implica l’adozione di strategie che favoriscano il rilassamento, il recupero e la stabilità emotiva.

In un contesto aziendale, attivare il sistema calmante significa creare ambienti che non solo riducono lo stress, ma incoraggiano anche il benessere psicofisico dei dipendenti, promuovendo un clima di lavoro sereno e produttivo. Un ambiente sano e supportivo è una chiave fondamentale per il successo di un’organizzazione.

Ti interessa questo argomento?

Il sistema calmante nelle organizzazioni: la chiave per un business sostenibile

Il nostro organismo possiede un meccanismo naturale per bilanciare lo stress: il sistema parasimpatico, che favorisce il rilassamento e il recupero. In ambito aziendale, attivarlo significa adottare strategie efficaci per prevenire l’esaurimento e migliorare il clima lavorativo. Ma come si traduce tutto questo in azioni concrete?

Strategie aziendali innovative per la gestione dello stress

  1. Programmi di benessere aziendale che fanno la differenza
    Non basta offrire qualche sconto in palestra. Le aziende più lungimiranti stanno investendo in percorsi di coaching, supporto psicologico, piattaforme digitali per la gestione dello stress e vere e proprie strategie di well-being che integrano mente e corpo.

  2. Spazi di lavoro che ispirano e rigenerano
    Il benessere inizia dall’ambiente: uffici luminosi, aree relax, possibilità di lavorare in spazi verdi o con arredi ergonomici riducono lo stress e migliorano la qualità del lavoro. Le aziende che hanno ripensato i propri spazi in chiave wellness stanno già vedendo benefici concreti in termini di engagement e retention.

  3. Mindfulness e rilassamento: dalla teoria alla pratica aziendale
    Sempre più organizzazioni stanno implementando sessioni di mindfulness, training sulla gestione dell’ansia e momenti di pausa consapevole per i dipendenti. Bastano 10 minuti al giorno per ridurre il livello di cortisolo e migliorare la concentrazione.

  4. Incentivare il movimento e combattere la sedentarietà
    Il movimento è un potente antistress. Le aziende più innovative promuovono il movimento con standing desk, pause attive, sfide sportive aziendali e persino meeting camminati per stimolare la creatività e ridurre lo stress.

  5. Leadership empatica e gestione intelligente dello stress
    I manager non sono solo guide strategiche, ma anche catalizzatori del benessere aziendale. La formazione alla leadership empatica aiuta a creare ambienti di lavoro psicologicamente sicuri, dove il feedback costruttivo e l’ascolto attivo diventano strumenti di crescita anziché fonti di ansia.

  6. Flessibilità e work-life balance: non solo smart working
    La vera flessibilità non è solo permettere il lavoro da remoto, ma creare una cultura che rispetti il tempo e le esigenze dei dipendenti. Politiche di disconnessione digitale, orari flessibili e autonomia nella gestione del tempo sono elementi chiave per ridurre lo stress e aumentare la motivazione.

Il benessere come investimento strategico

Le aziende che vedono il benessere non come un costo, ma come un investimento strategico, sono quelle che prosperano nel lungo periodo. Una forza lavoro serena e motivata è più produttiva, più innovativa e più incline a restare all’interno dell’organizzazione. Implementare il sistema calmante in azienda non è solo un gesto etico, ma una scelta intelligente per costruire un business sostenibile, competitivo e orientato al futuro.

Investire nel benessere significa anche attrarre e trattenere i migliori talenti. In un mercato del lavoro sempre più competitivo, le aziende che mettono al centro la qualità della vita dei dipendenti si distinguono come employer of choice. I lavoratori oggi cercano ambienti in cui sentirsi valorizzati, supportati e motivati, e un’organizzazione che si impegna attivamente nella gestione dello stress dimostra di avere una visione a lungo termine e una cultura aziendale solida.

Inoltre, il benessere organizzativo ha un impatto diretto sui risultati economici: riduzione dell’assenteismo, aumento della produttività, miglioramento del clima aziendale e maggiore fidelizzazione dei dipendenti. Quando le persone lavorano in un ambiente sano e positivo, sono più propense a collaborare, a innovare e a contribuire alla crescita dell’azienda con energia e motivazione. Per questo motivo, integrare il sistema calmante all’interno della strategia aziendale non è solo un’opzione, ma una necessità per le imprese che vogliono prosperare in un’epoca di continui cambiamenti e nuove sfide.

REALTA’ VIRTUALE PER RIDURRE LO STRESS

Per supportare le aziende nella gestione dello stress e del cambiamento, attivando il sistema calmante e favorendo una maggiore resilienza, abbiamo introdotto una novità entusiasmante nei percorsi CapoLeader: l’integrazione della realtà virtuale (RV) con visori all’avanguardia.

Dimentica la formazione tradizionale: con la potenza trasformativa della RV, affrontiamo insieme lo stress e le sfide aziendali. Grazie a sessioni immersive di soli 10 minuti, ti immergerai in mondi virtuali progettati per stimolare il rilassamento, migliorare la consapevolezza e favorire l’adattamento al cambiamento.
Non sarai un semplice spettatore, ma il protagonista di esperienze coinvolgenti che ti aiuteranno a sviluppare resilienza e capacità di gestione dello stress.

Questa non è fantascienza, ma scienza comprovata! L’apprendimento attraverso la realtà virtuale è superiore di oltre l’80% rispetto ai metodi tradizionali, con tempi di apprendimento che si riducono del 40-60%. L’esperienza multisensoriale della RV (visiva, acustica, cenestetica, vestibolare) crea un coinvolgimento emotivo e cognitivo senza precedenti, permettendoti di esplorare nuove prospettive in un ambiente sicuro e controllato.

Con i percorsi CapoLeader potenziati dalla RV, avrai l’opportunità di affrontare le sfide dello stress e del cambiamento con un impatto che va oltre ogni aspettativa, trasformando il tuo approccio al cambiamento e raggiungendo nuovi livelli di successo con questa esperienza di apprendimento rivoluzionaria!

Presto condivideremo informazioni più dettagliate su come sono strutturati i nostri percorsi, ma se sei curioso e vuoi scoprire di più, scrivi una mail a contatta@capoleader.com. Saremo felici di rispondere alle tue domande e fornirti tutte le informazioni necessarie!

METTITI ALL’OPERA

Obiettivo: Ridurre lo stress e attivare il sistema parasimpatico (calmante), promuovendo il rilassamento e migliorando la tua resilienza emotiva.

Durata: 5 minuti

Istruzioni:

  1. Trova un luogo tranquillo dove puoi sederti comodamente e senza interruzioni. Se possibile, chiudi gli occhi per favorire la concentrazione.

  2. Posiziona le mani delicatamente sulle ginocchia o sul tuo addome, così che tu possa percepire ogni movimento del respiro.

  3. Inizia con un respiro profondo: inspira lentamente e profondamente dal naso, contando mentalmente fino a 4, permettendo all’aria di riempire il tuo addome, non solo il petto. Senti come il corpo si espande e si apre al respiro.

  4. Trattieni il respiro per 2 secondi. Sii consapevole della sensazione di pienezza che crea questa pausa.

  5. Espira lentamente dalla bocca, contando fino a 6, lasciando che l’aria esca con calma, come se stessi liberando ogni tensione. Concentrati su ogni parte del corpo che si rilassa con l’espirazione.

  6. Ripeti questo ciclo di respirazione per almeno 5 minuti. Ogni volta che il tuo pensiero si distoglie, riportalo gentilmente al respiro, senza giudizio. L’obiettivo è restare presente nel momento, rilasciando ogni distrazione.

  7. Al termine dell’esercizio, prendi un momento per notare come ti senti: la tua mente, il tuo corpo, e le tue emozioni. Potresti avvertire un maggiore senso di calma e lucidità.

Benefici: Questo esercizio stimola il sistema parasimpatico, abbassando il battito cardiaco e i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress). Ogni sessione aiuterà a ridurre la tensione e migliorare la tua capacità di affrontare lo stress con maggiore consapevolezza e serenità.

Gestire lo stress e il cambiamento è essenziale per mantenere un ambiente di lavoro sano e produttivo. Attivare il sistema calmante, attraverso tecniche mirate e il supporto adeguato, può fare la differenza nel migliorare il benessere e la resilienza dei dipendenti. Con l’introduzione della realtà virtuale nei percorsi CapoLeader, offriamo un’innovativa soluzione per affrontare il cambiamento, ridurre lo stress e sviluppare nuove competenze in modo efficace e coinvolgente.

Investire nel benessere dei dipendenti è un passo fondamentale per costruire una cultura aziendale forte e pronta a rispondere alle sfide future. Se sei curioso di saperne di più sui nostri percorsi, scrivi a contatta@capoleader.com. Siamo qui per supportarti nel raggiungimento di nuovi traguardi.

Sei interessato a partecipare alle Pillole di Flow. Il prossimo evento sarà giovedì 10 Aprile ore 18-19.

L’argomento è Stress off – riprendere il controllo

Vuoi scoprire come il gioco può rivoluzionare lo sviluppo manageriale?

Sei ancora in tempo per partecipare al seminario di oggi Pillole di Gamification.

Su Zoom alle ore 12.30-13.15.

Vuoi avere più informazioni? Chatta con Mr. Fligby il nostro Assistente Virtuale

Ti interessa questo argomento?

IL FLOW PER LA FELICITA' E IL SUCCESSO

LA LEADERSHIP NELLA VITA E NEL LAVORO.

IL LIBRO DI STEFANO SELVINI

“Si legge in un soffio: è un romanzo, ma è anche una guida assistita al lavoro per arrivare a padroneggiarlo.”

“Questo romanzo unisce la teoria alla pratica, invitandoci a rispondere a una questione di fondo: quando il lavoro vale la pena di essere vissuto?”

“Pagina dopo pagina familiarizzerete – passo al voi, avendole già lette in anteprima – con Marco Riva, il protagonista, rispecchiandovi nella sua costante ricerca di felicità. Perché tutti, nessuno escluso, cerchiamo la piena realizzazione.”

FILIPPO POLETTITop Voice Linkedin e influencer del benessere al lavoro

leggi gli altri

ARTICOLI DEL BLOG

LA CONSAPEVOLEZZA NON RISOLVE TUTTO, MA QUASI

Hai presente quei momenti in cui ti sembra di sbattere sempre contro lo stesso muro?

Cambiano i contesti, cambiano le persone, ma certi problemi tornano puntuali come le pubblicità su YouTube.

👉 Sei sempre di corsa e finisci stremato.
👉 Provi a comunicare bene, ma ti capiscono peggio del correttore automatico.
👉 Cerchi di restare zen, ma ti parte l’embolo con la facilità di una notifica WhatsApp.

Quando succede, spesso scatta la missione: “devo trovare una soluzione”.
Spoiler: a volte non ti serve una soluzione, ma una lente di ingrandimento.
E quella lente si chiama consapevolezza.

Leggi l'articolo »

GUIDA- Progettare la Formazione Manageriale che Fa la Differenza

La consapevolezza è una di quelle parole che fanno un figurone nei workshop, su LinkedIn e nelle frasi motivazionali con tramonti di sfondo.
Poi però ti ritrovi a rispondere “tutto bene!” mentre nella tua testa si scatena l’apocalisse, e ti rendi conto che forse… non sei proprio così consapevole.

Nel lavoro, succede spesso: vai in automatico, macini attività, partecipi a riunioni, dici “sì certo, ci penso io” anche quando vorresti solo scappare in Alaska a fare il pastore di renne. Eppure non ti fermi.
Perché “c’è da fare”.
Perché “è così che si lavora”.
Perché “ormai ci siamo dentro”.

Ma fermarsi (anche solo un minuto) per capire dove sei, come stai, e cosa stai facendo davvero… è già un atto rivoluzionario.
E sì, si chiama consapevolezza.
Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

TRATTATO SEMISERIO SULLA CONSAPEVOLEZZA

La consapevolezza è una di quelle parole che fanno un figurone nei workshop, su LinkedIn e nelle frasi motivazionali con tramonti di sfondo.
Poi però ti ritrovi a rispondere “tutto bene!” mentre nella tua testa si scatena l’apocalisse, e ti rendi conto che forse… non sei proprio così consapevole.

Nel lavoro, succede spesso: vai in automatico, macini attività, partecipi a riunioni, dici “sì certo, ci penso io” anche quando vorresti solo scappare in Alaska a fare il pastore di renne. Eppure non ti fermi.
Perché “c’è da fare”.
Perché “è così che si lavora”.
Perché “ormai ci siamo dentro”.

Ma fermarsi (anche solo un minuto) per capire dove sei, come stai, e cosa stai facendo davvero… è già un atto rivoluzionario.
E sì, si chiama consapevolezza.
Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

QUANDO LA CONSAPEVOLEZZA INCONTRA IL FLOW

Ci sono leader che sanno tutto: strategie, numeri, strumenti. Ma quando si tratta di guidare le persone, spesso inciampano su qualcosa di molto più semplice — e molto più profondo: la consapevolezza di sé.

Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

ESSERE CREATIVI CON IL FLOW

Negli scorsi articoli ci siamo immersi nel mondo della collaborazione: abbiamo visto com’è fatta, cosa la nutre, come si distingue da quella versione “tutti amici in pausa caffè” che spesso viene confusa con il vero lavoro di squadra.

Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

I 5 NEMICI INVISIBILI DELLA COLLABORAZIONE

Tutti parlano di collaborazione. È sulla bocca dei manager, sulle pareti degli open space, nei valori aziendali e perfino nei badge dei convegni: “teamwork”, “co-creazione”, “insieme si va più lontano”.

Poi entri davvero in azienda, e spesso scopri che si lavora affiancati, ma non insieme. Che la comunicazione è un ping pong di mail in copia conoscenza. Che si fa prima a farsi le cose da soli che coinvolgere altri. E che le “riunioni collaborative” assomigliano a un monologo sotto anestesia.

La verità è che la collaborazione – quella vera – è fragile.
E ci sono nemici invisibili che, giorno dopo giorno, la logorano. Non si presentano alla porta, ma agiscono in silenzio, in profondità.
Ecco i cinque più pericolosi.

Leggi l'articolo »

APPROFONDIAMO INSIEME!

Ti interessa a questo argomento?

Parliamone insieme!

Compila il form con i tuoi dati per prenotare una call gratuita di approfondimento.

Verrai contattato al più presto per discutere insieme a noi i  dettagli che ti interessano e ricevere ulteriori informazioni sull’argomento.

Prenota una Call con un consulente

Inserisci i tuoi dati, ti ricontatteremo nel giro di poche ore.

ARTICOLO DEL BLOG:

IL NEMICO SILENZIOSO DELLE AZIENDE:
LO STRESS

Se incanalato nel modo giusto, può diventare una spinta alla crescita e all’innovazione.

 Nel nostro recente approfondimento sui Trend del 2025, abbiamo evidenziato come il benessere sia diventato un tema centrale nel mondo del lavoro, tuttavia uno dei maggiori ostacoli al benessere proprio lo stress, una presenza costante per molti professionisti.

Scadenze pressanti, carichi di lavoro elevati, email incessanti, tutto questo può trasformarsi in una pressione continua, spesso sottovalutata. Ma cosa succede quando lo stress diventa cronico? Quali sono le conseguenze per noi stessi e per le aziende? 

Ti interessa questo argomento?

Affrontare il tema dello stress non significa solo migliorare il benessere individuale, ma anche garantire maggior produttività e qualità del lavoro. Un ambiente di lavoro sano è un ambiente che funziona meglio. Per questo motivo nelle prossime settimane approfondiremo tre aspetti fondamentali:

-come riconoscere lo stress

come prevenirlo e infine,

-come gestirlo efficacemente.

CHE COS’E’ LO STRESS E QUALE IMPATTO HA?

Lo stress è una risposta naturale del corpo a situazioni percepite come minacciose o impegnative. In ambito lavorativo può derivare da carichi di lavoro elevati, scadenze pressanti, relazioni interpersonali difficili o una mancanza di controllo sulle proprie attività. Se gestito correttamente lo stress può essere uno stimolo positivo (eustress), ma quando diventa cronico porta effetti dannosi sulla salute mentale e fisica. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo stress lavorativo è uno dei principali fattori di rischio per la salute mentale e anche fisica contribuendo all’aumento di patologie come depressione ansia e malattie cardiovascolari.

Uno studio dell’agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul lavoro indica che lo stress costa l’economia Europea circa 617 miliardi di euro all’anno di cui 272 miliardi dovuti alla riduzione della produttività, 242 miliardi per le spese sanitarie, 63 miliardi per assenteismo e 40 miliardi per turnover aziendale. Negli Stati Uniti, la Americano Institut of Stress riporta che l’83% dei lavoratori soffre  di stress legato al lavoro e il 25% di essi considera il lavoro come la principale fonte di stress nella propria vita. Quando lo stress diventa cronico può evolvere nel burnout, una condizione di esaurimento emotivo, cinismo e ridotta efficacia lavorativa.

Questo non solo compromette la salute del lavoratore, maha anche ripercussioni dirette sull’ azienda: aumento dell’assenteismo, maggior turnover, riduzione della produttività e peggioramento del clima aziendale, sono solo alcune delle conseguenze.

Le aziende che non affrontano il problema dello stress, rischiano di subire i costi elevati in termini economici e organizzativi, mentre quelle che investono nel benessere lavorativo vedono miglioramenti in termini di engagement e performance.

Nelle prossime settimane analizzeremo tre aspetti fondamentali dello stress lavorativo:

 

Per intervenire tempestivamente è fondamentale capire se noi stessi o le persone intorno a noi stanno sperimentando livelli di stress eccessivi. I sintomi possono manifestarsi a livello fisico: mal di testa, insonnia, affaticamento emotivo, irritabilità, ansia, demotivazione. E comportamentale: aumento dell’assenteismo, ridotta produttività, isolament.

Per i leader aziendali e i manager diventa essenziale saper riconoscere questi segnali all’interno dei propri team, instaurare un dialogo aperto con i dipendenti, monitorare il benessere dei lavoratori attraverso strumenti di feedback e valutazioni periodiche può prevenire situazioni di stress cronico. Ma come possiamo riconoscere se le nostre persone sono stressate? Comprendere questi segnali il primo passo per intervenire in modo efficace. due cultura dello stress,

La prima linea di difesa contro lo stress è la prevenzione. Spesso ci si chiede: conosco davvero come funziona lo stress? Quali sono i fattori che lo scatenano? E soprattutto come posso prevenirlo? Comprendere il funzionamento dello stress significa riconoscere i suoi meccanismi biologici e psicologici, identificare le situazioni che lo favoriscono e implementare strategie per evitarlo. Le aziende devono promuovere una cultura della consapevolezza sullo stress, offrendo formazione e supporto e strumenti per gestire la pressione lavorativa. L’obiettivo è passare da un modello reattivo a uno proattivo, dove il benessere diventa una priorità aziendale e parte integrante della cultura organizzativa.  

Una volta che lo stress è presente, diventa essenziale capire come gestirlo e ridurne gli effetti negativi. Ma come possiamo davvero prenderci cura dello stress e favorire il nostro benessere? La chiave sta nell’attivare il sistema calmante, ovvero mettere in atto strategie che favoriscano il recupero e la stabilità emotiva. Tecniche di rilassamento, mindfulness, esercizio fisico e un ambiente di lavoro sano sono elementi essenziali. Inoltre le aziende possono offrire supporto attraverso programmi di benessere, accesso a consulenze psicologiche e politiche di work-life balance. Il benessere lavorativo deve essere un impegno condiviso tra organizzazioni e individui affinché sia possibile creare ambienti di lavoro più sostenibili e salutari.  

METTITI ALL’OPERA

Lo stress è una reazione naturale del nostro corpo a situazioni di pressione, ma quando diventa cronico può avere effetti devastanti sia sulla nostra salute fisica che mentale. Spesso non ci rendiamo conto di quanto lo stress stia influenzando la nostra vita quotidiana, fino a quando i suoi danni non diventano evidenti. Questo esercizio è pensato per aiutarti a sviluppare una maggior consapevolezza dei segnali e degli effetti dello stress, in modo da poterlo riconoscere e affrontare in modo più efficace.

Prenditi un momento per riflettere su come lo stress impatta il tuo benessere e come potrebbe influire sul tuo lavoro e sulla tua vita a lungo termine. Questo primo passo ti permetterà di capire meglio l’importanza di gestirlo prima che i suoi effetti diventino difficili da controllare.

-Rifletti sui sintomi dello stress: pensa a un momento recente in cui ti sei sentito particolarmente stressato.

Come ti sei sentito fisicamente ed emotivamente? Hai notato sintomi come mal di testa, fatica, irritabilità o difficoltà a concentrarti? Scrivi i tuoi pensieri e i sentimenti.

-Conseguenze professionali: pensa come lo stress possa impattare anche sul tuo lavoro.

Hai notato cali nella tua motivazione o qualità del lavoro? Ti sei sentito meno produttivo o più inclina a commettere errori? Riconoscere questi effetti ti aiuterà a comprendere l’importanza di intervenire.

-Impatto a lungo termine: considera gli effetti a lungo termine dello stress cronico. Come potrebbero influire sulla tua salute, sulle tue relazioni o sulla tua produttività se lo stress diventasse una costante nella tua vita?

– Annota le tue riflessioni: visualizza un cambiamento positivo.

Immagina di ridurre lo stress nella tua vita.

Come ti sentiresti se riuscissi a gestirlo meglio? Cosa cambierebbe nel tuo benessere, nelle tue performance lavorative o nelle tue relazioni?

Scrivi la tua visione di un futuro con meno stress.

Riflettere sugli effetti dello stress è il primo passo per comprendere quanto possa influire sul benessere nostro, sulla nostra produttività e sull’ambiente di lavoro. Con l’esercizio di consapevolezza hai avuto l’opportunità di esplorare come lo stress si manifesti nella tua vita e quali danni può causare se non affrontato. Riconoscere questi segnali è essenziale per poter intervenire in modo consapevole e proattivo. Come abbiamo visto nell’articolo, gestire lo stress non è solo una questione di benessere individuale, ma anche di miglioramento della qualità dell’ambiente lavorativo. Nei prossimi articoli esploreremo in modo più approfondito come prevenire lo stress, e come affrontarlo efficacemente, condividendo strategie pratiche per affrontare le sfide quotidiane.

Ogni passo verso una maggiore consapevolezza e gestione dello stress contribuirà a creare un ambiente di lavoro più sano, equilibrato e produttivo.

Sei interessato a partecipare alle Pillole di Flow. Il prossimo evento sarà giovedì 10 Aprile ore 18-19.

L’argomento è Stress off – riprendere il controllo

Vuoi avere più informazioni? Chatta con Mr. Fligby il nostro Assistente Virtuale

Ti interessa questo argomento?

IL FLOW PER LA FELICITA' E IL SUCCESSO

LA LEADERSHIP NELLA VITA E NEL LAVORO.

IL LIBRO DI STEFANO SELVINI

“Si legge in un soffio: è un romanzo, ma è anche una guida assistita al lavoro per arrivare a padroneggiarlo.”

“Questo romanzo unisce la teoria alla pratica, invitandoci a rispondere a una questione di fondo: quando il lavoro vale la pena di essere vissuto?”

“Pagina dopo pagina familiarizzerete – passo al voi, avendole già lette in anteprima – con Marco Riva, il protagonista, rispecchiandovi nella sua costante ricerca di felicità. Perché tutti, nessuno escluso, cerchiamo la piena realizzazione.”

FILIPPO POLETTITop Voice Linkedin e influencer del benessere al lavoro

leggi gli altri

ARTICOLI DEL BLOG

LA CONSAPEVOLEZZA NON RISOLVE TUTTO, MA QUASI

Hai presente quei momenti in cui ti sembra di sbattere sempre contro lo stesso muro?

Cambiano i contesti, cambiano le persone, ma certi problemi tornano puntuali come le pubblicità su YouTube.

👉 Sei sempre di corsa e finisci stremato.
👉 Provi a comunicare bene, ma ti capiscono peggio del correttore automatico.
👉 Cerchi di restare zen, ma ti parte l’embolo con la facilità di una notifica WhatsApp.

Quando succede, spesso scatta la missione: “devo trovare una soluzione”.
Spoiler: a volte non ti serve una soluzione, ma una lente di ingrandimento.
E quella lente si chiama consapevolezza.

Leggi l'articolo »

GUIDA- Progettare la Formazione Manageriale che Fa la Differenza

La consapevolezza è una di quelle parole che fanno un figurone nei workshop, su LinkedIn e nelle frasi motivazionali con tramonti di sfondo.
Poi però ti ritrovi a rispondere “tutto bene!” mentre nella tua testa si scatena l’apocalisse, e ti rendi conto che forse… non sei proprio così consapevole.

Nel lavoro, succede spesso: vai in automatico, macini attività, partecipi a riunioni, dici “sì certo, ci penso io” anche quando vorresti solo scappare in Alaska a fare il pastore di renne. Eppure non ti fermi.
Perché “c’è da fare”.
Perché “è così che si lavora”.
Perché “ormai ci siamo dentro”.

Ma fermarsi (anche solo un minuto) per capire dove sei, come stai, e cosa stai facendo davvero… è già un atto rivoluzionario.
E sì, si chiama consapevolezza.
Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

TRATTATO SEMISERIO SULLA CONSAPEVOLEZZA

La consapevolezza è una di quelle parole che fanno un figurone nei workshop, su LinkedIn e nelle frasi motivazionali con tramonti di sfondo.
Poi però ti ritrovi a rispondere “tutto bene!” mentre nella tua testa si scatena l’apocalisse, e ti rendi conto che forse… non sei proprio così consapevole.

Nel lavoro, succede spesso: vai in automatico, macini attività, partecipi a riunioni, dici “sì certo, ci penso io” anche quando vorresti solo scappare in Alaska a fare il pastore di renne. Eppure non ti fermi.
Perché “c’è da fare”.
Perché “è così che si lavora”.
Perché “ormai ci siamo dentro”.

Ma fermarsi (anche solo un minuto) per capire dove sei, come stai, e cosa stai facendo davvero… è già un atto rivoluzionario.
E sì, si chiama consapevolezza.
Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

QUANDO LA CONSAPEVOLEZZA INCONTRA IL FLOW

Ci sono leader che sanno tutto: strategie, numeri, strumenti. Ma quando si tratta di guidare le persone, spesso inciampano su qualcosa di molto più semplice — e molto più profondo: la consapevolezza di sé.

Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

ESSERE CREATIVI CON IL FLOW

Negli scorsi articoli ci siamo immersi nel mondo della collaborazione: abbiamo visto com’è fatta, cosa la nutre, come si distingue da quella versione “tutti amici in pausa caffè” che spesso viene confusa con il vero lavoro di squadra.

Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

I 5 NEMICI INVISIBILI DELLA COLLABORAZIONE

Tutti parlano di collaborazione. È sulla bocca dei manager, sulle pareti degli open space, nei valori aziendali e perfino nei badge dei convegni: “teamwork”, “co-creazione”, “insieme si va più lontano”.

Poi entri davvero in azienda, e spesso scopri che si lavora affiancati, ma non insieme. Che la comunicazione è un ping pong di mail in copia conoscenza. Che si fa prima a farsi le cose da soli che coinvolgere altri. E che le “riunioni collaborative” assomigliano a un monologo sotto anestesia.

La verità è che la collaborazione – quella vera – è fragile.
E ci sono nemici invisibili che, giorno dopo giorno, la logorano. Non si presentano alla porta, ma agiscono in silenzio, in profondità.
Ecco i cinque più pericolosi.

Leggi l'articolo »

APPROFONDIAMO INSIEME!

Ti interessa a questo argomento?

Parliamone insieme!

Compila il form con i tuoi dati per prenotare una call gratuita di approfondimento.

Verrai contattato al più presto per discutere insieme a noi i  dettagli che ti interessano e ricevere ulteriori informazioni sull’argomento.

Prenota una Call con un consulente

Inserisci i tuoi dati, ti ricontatteremo nel giro di poche ore.

ARTICOLO DEL BLOG:

STRESS:
DA NEMICO AD ALLEATO GRAZIE AL FLOW

Se incanalato nel modo giusto, può diventare una spinta alla crescita e all’innovazione.

Come avevamo anticipato nelle scorse settimane, oggi ci occupiamo del secondo filone dello stress: la prevenzione e la creazione di una cultura aziendale capace di riconoscerlo e trasformarlo in una forza positiva.

Nel nostro precedente articolo abbiamo analizzato i sintomi dello stress lavorativo, imparando a riconoscere quelli fisici, emotivi e comportamentali. Abbiamo visto come lo stress, se non gestito, possa avere un impatto negativo sulla produttività e sul benessere dei dipendenti. Ma lo stress non è sempre un nemico: se incanalato nel modo giusto, può diventare una spinta alla crescita e all’innovazione.

Ti interessa questo argomento?

Pensa all’ultima volta in cui hai affrontato una sfida difficile ma stimolante. Magari un progetto impegnativo, una scadenza serrata, un compito che richiedeva il massimo delle tue capacità. In quei momenti hai percepito la pressione, ma allo stesso tempo eri motivato e concentrato. Questo è l’eustress, lo stress positivo che ci spinge a dare il meglio di noi stessi. La chiave sta nel trovare il giusto equilibrio e trasformare lo stress da fonte di ansia a motore di energia produttiva.

Quando lo stress viene incanalato nel modo giusto, può diventare la porta d’accesso al Flow: uno stato in cui siamo totalmente immersi in ciò che facciamo, con un senso di controllo e soddisfazione. E se riuscissimo a creare un ambiente in cui questo accadesse naturalmente? Dove il distress venisse trasformato in una spinta continua, anziché in un ostacolo? Vediamo insieme come rendere tutto questo possibile.

COME CREARE UNA CULTURA AZIENDALE DEL FLOW

Per trasformare il distress in eustress e creare un ambiente lavorativo sano, è fondamentale intervenire su tre aspetti chiave:

  • -Equilibrio tra sfida e competenze: quando un compito è troppo difficile, genera ansia. Se è troppo semplice, porta alla noia. Trovare il giusto equilibrio tra difficoltà e abilità permette di entrare nel Flow e sperimentare stress positivo.
  • -Autonomia e responsabilità: le persone hanno bisogno di sentirsi artefici del proprio lavoro, con la libertà di prendere decisioni e sperimentare senza paura di sbagliare.
  • -Feedback costante e chiaro: sapere se si sta andando nella giusta direzione riduce l’incertezza e favorisce un impegno più profondo nell’attività.

Creare una cultura del Flow significa ripensare il modo in cui il lavoro è organizzato, trasformandolo da una serie di compiti frammentati e stressanti a un’esperienza coinvolgente e gratificante. Quando le persone percepiscono le proprie attività come sfide stimolanti, invece che come obblighi pesanti, lo stress si trasforma in un’energia positiva che alimenta la motivazione e la produttività.

FLIGBY: SCOPRI COME RAGGIUNGERE IL FLOW GIOCANDO

Se il Flow è la chiave per un ambiente di lavoro più sano e produttivo, come possiamo insegnarlo concretamente ai leader e ai team? Uno strumento innovativo che aiuta proprio in questo è FLIGBY (Flow is Good Business for You), un serious game che allena i manager a riconoscere e favorire il Flow nei propri collaboratori.

FLIGBY non è un semplice corso teorico, ma un’esperienza interattiva che funziona come un videogioco. I partecipanti vestono i panni del direttore della Turul Winery, una prestigiosa cantina vinicola virtuale, e devono gestire un team di sette persone. L’obiettivo? Creare un ambiente lavorativo in cui i membri del team possano raggiungere il Flow, prendendo decisioni strategiche che influenzano la motivazione, il coinvolgimento e le performance dei collaboratori.

Il gioco è strutturato in 23 scene suddivise in 7 episodi, ognuna delle quali presenta situazioni realistiche e complesse che i leader affrontano nel quotidiano. Ogni decisione presa nel corso della simulazione incide sull’equilibrio del team e sulla capacità di ciascun membro di entrare in Flow. Alla fine del percorso, FLIGBY fornisce un report dettagliato sulle capacità di leadership del partecipante, evidenziando punti di forza e aree di miglioramento.

FLIGBY si distingue per il suo approccio pratico: non si limita a spiegare i concetti teorici, ma mette i giocatori di fronte a scelte reali, simulando dinamiche aziendali e reazioni dei collaboratori. Questo permette ai manager di sperimentare in prima persona cosa significhi favorire o ostacolare il Flow, aiutandoli a sviluppare strategie efficaci per migliorare l’ambiente lavorativo.

In definitiva Fligby:

– Mette i giocatori di fronte a situazioni complesse e sfide realistiche, aiutandoli a migliorare la capacità di gestire la pressione in un ambiente sicuro

-Mette il focus sulle emozioni e fa comprendere le variabili che alimentano lo stress e quali strategie posso applicare per gestirlo al meglio

-Aiuta a mettere il focus su ciò che è davvero importante, quindi a sviluppare la capacità di attenzione e ascolto

-Con l’utilizzo della gamification crea una modalità di apprendimento divertente, leggera e coinvolgente

METTITI ALL’OPERA

Ora che hai compreso la differenza tra distress, eustress e Flow, è il momento di metterti alla prova con un semplice esercizio di riconoscimento.

  1. Ripensa alla tua ultima settimana lavorativa: individua almeno tre momenti in cui hai provato stress.
  2. Classifica ogni episodio:
    • -Era un’esperienza di distress (stress negativo, paralizzante, fonte di ansia)?
    • -Oppure di eustress (stress positivo, motivante, che ti ha aiutato a dare il massimo)?
    • -Sei riuscito a entrare in Flow (totalmente immerso nell’attività, con il massimo della concentrazione e del controllo)?
  3. Analizza le differenze: cosa ha reso un’esperienza positiva e un’altra negativa? Quali fattori hanno contribuito al Flow o, al contrario, hanno generato distress?
  4. Fai un piano d’azione: pensa a cosa puoi cambiare nel tuo approccio lavorativo per favorire più momenti di eustress e Flow, riducendo le situazioni di distress.

Annota i tuoi pensieri e condividili con il tuo team: il primo passo per trasformare la cultura aziendale in una cultura del Flow è la consapevolezza individuale.

In conclusione, lo stress non deve essere visto come un nemico da evitare, ma come una risorsa che, se incanalata nel modo giusto, può diventare una potente forza motivante. Creare un ambiente lavorativo che favorisca il Flow è la chiave per trasformare lo stress in energia positiva, migliorando la produttività e il benessere di tutti. Inizia a riconoscere le tue esperienze di stress, impara a gestirle e crea una cultura aziendale che promuova il benessere attraverso il Flow.

Se sei curioso di scoprire come FLIGBY possa essere applicato o vuoi saperne di più sui suoi contenuti, ti invitiamo a partecipare il 2 aprile, dalle 12:00 alle 13:15, all’evento Pillole di Gamification, dove approfondiremo il tema e, soprattutto, ti daremo l’opportunità di giocare direttamente con FLIGBY! 🚀

Sei interessato a partecipare alle Pillole di Flow. Il prossimo evento sarà giovedì 10 Aprile ore 18-19.

L’argomento è Stress off – riprendere il controllo

Vuoi avere più informazioni? Chatta con Mr. Fligby il nostro Assistente Virtuale

Ti interessa questo argomento?

IL FLOW PER LA FELICITA' E IL SUCCESSO

LA LEADERSHIP NELLA VITA E NEL LAVORO.

IL LIBRO DI STEFANO SELVINI

“Si legge in un soffio: è un romanzo, ma è anche una guida assistita al lavoro per arrivare a padroneggiarlo.”

“Questo romanzo unisce la teoria alla pratica, invitandoci a rispondere a una questione di fondo: quando il lavoro vale la pena di essere vissuto?”

“Pagina dopo pagina familiarizzerete – passo al voi, avendole già lette in anteprima – con Marco Riva, il protagonista, rispecchiandovi nella sua costante ricerca di felicità. Perché tutti, nessuno escluso, cerchiamo la piena realizzazione.”

FILIPPO POLETTITop Voice Linkedin e influencer del benessere al lavoro

leggi gli altri

ARTICOLI DEL BLOG

LA CONSAPEVOLEZZA NON RISOLVE TUTTO, MA QUASI

Hai presente quei momenti in cui ti sembra di sbattere sempre contro lo stesso muro?

Cambiano i contesti, cambiano le persone, ma certi problemi tornano puntuali come le pubblicità su YouTube.

👉 Sei sempre di corsa e finisci stremato.
👉 Provi a comunicare bene, ma ti capiscono peggio del correttore automatico.
👉 Cerchi di restare zen, ma ti parte l’embolo con la facilità di una notifica WhatsApp.

Quando succede, spesso scatta la missione: “devo trovare una soluzione”.
Spoiler: a volte non ti serve una soluzione, ma una lente di ingrandimento.
E quella lente si chiama consapevolezza.

Leggi l'articolo »

GUIDA- Progettare la Formazione Manageriale che Fa la Differenza

La consapevolezza è una di quelle parole che fanno un figurone nei workshop, su LinkedIn e nelle frasi motivazionali con tramonti di sfondo.
Poi però ti ritrovi a rispondere “tutto bene!” mentre nella tua testa si scatena l’apocalisse, e ti rendi conto che forse… non sei proprio così consapevole.

Nel lavoro, succede spesso: vai in automatico, macini attività, partecipi a riunioni, dici “sì certo, ci penso io” anche quando vorresti solo scappare in Alaska a fare il pastore di renne. Eppure non ti fermi.
Perché “c’è da fare”.
Perché “è così che si lavora”.
Perché “ormai ci siamo dentro”.

Ma fermarsi (anche solo un minuto) per capire dove sei, come stai, e cosa stai facendo davvero… è già un atto rivoluzionario.
E sì, si chiama consapevolezza.
Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

TRATTATO SEMISERIO SULLA CONSAPEVOLEZZA

La consapevolezza è una di quelle parole che fanno un figurone nei workshop, su LinkedIn e nelle frasi motivazionali con tramonti di sfondo.
Poi però ti ritrovi a rispondere “tutto bene!” mentre nella tua testa si scatena l’apocalisse, e ti rendi conto che forse… non sei proprio così consapevole.

Nel lavoro, succede spesso: vai in automatico, macini attività, partecipi a riunioni, dici “sì certo, ci penso io” anche quando vorresti solo scappare in Alaska a fare il pastore di renne. Eppure non ti fermi.
Perché “c’è da fare”.
Perché “è così che si lavora”.
Perché “ormai ci siamo dentro”.

Ma fermarsi (anche solo un minuto) per capire dove sei, come stai, e cosa stai facendo davvero… è già un atto rivoluzionario.
E sì, si chiama consapevolezza.
Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

QUANDO LA CONSAPEVOLEZZA INCONTRA IL FLOW

Ci sono leader che sanno tutto: strategie, numeri, strumenti. Ma quando si tratta di guidare le persone, spesso inciampano su qualcosa di molto più semplice — e molto più profondo: la consapevolezza di sé.

Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

ESSERE CREATIVI CON IL FLOW

Negli scorsi articoli ci siamo immersi nel mondo della collaborazione: abbiamo visto com’è fatta, cosa la nutre, come si distingue da quella versione “tutti amici in pausa caffè” che spesso viene confusa con il vero lavoro di squadra.

Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

Leggi l'articolo »

I 5 NEMICI INVISIBILI DELLA COLLABORAZIONE

Tutti parlano di collaborazione. È sulla bocca dei manager, sulle pareti degli open space, nei valori aziendali e perfino nei badge dei convegni: “teamwork”, “co-creazione”, “insieme si va più lontano”.

Poi entri davvero in azienda, e spesso scopri che si lavora affiancati, ma non insieme. Che la comunicazione è un ping pong di mail in copia conoscenza. Che si fa prima a farsi le cose da soli che coinvolgere altri. E che le “riunioni collaborative” assomigliano a un monologo sotto anestesia.

La verità è che la collaborazione – quella vera – è fragile.
E ci sono nemici invisibili che, giorno dopo giorno, la logorano. Non si presentano alla porta, ma agiscono in silenzio, in profondità.
Ecco i cinque più pericolosi.

Leggi l'articolo »

APPROFONDIAMO INSIEME!

Ti interessa a questo argomento?

Parliamone insieme!

Compila il form con i tuoi dati per prenotare una call gratuita di approfondimento.

Verrai contattato al più presto per discutere insieme a noi i  dettagli che ti interessano e ricevere ulteriori informazioni sull’argomento.

Prenota una Call con un consulente

Inserisci i tuoi dati, ti ricontatteremo nel giro di poche ore.