Oggi partiamo da una domanda apparentemente facile che però sottintende alcune profonde convinzioni che potrebbero limitarci; cercare di capire cos’è per te il lavoro non è affatto scontato e semplice. Ogni tanto faccio questa domanda alle persone che ho di fronte a me e le risposte sono quasi sempre incentrate sui risultati esterni prodotti dal lavoro. Costruire una casa, caricare un camion, vendere un’auto, gestire un’azienda sono dei lavori. Si rimane spesso nella modalità “fare qualcosa”.

Tipicamente le persone associano al lavoro le seguenti definizioni:

  • Ciò che devo fare rispetto a ciò che voglio fare;
  • Ciò che faccio per i soldi;
  • Portare a termine un compito;
  • Fare ciò che il capo mi dice di fare;
  • Le mie attività che associo alle parole “duro” e “impegnativo”;
  • Raggiungimento di un risultato;
  • Obbligo e dovere
  • Responsabilità e affidabilità.

In uno dei precedenti articoli abbiamo preso in considerazione quanto spesso le persone siano insoddisfatte del proprio lavoro, va da se che la definizione che diamo di lavoro è il fattore principale che condiziona la nostra esperienza. La nostra definizione diventa il contesto in cui svolgiamo le attività lavorative e quindi esercita una grande influenza sui nostri pensieri, sentimenti, atteggiamenti e azioni. Il più delle volte le convinzioni derivano dal contesto sociale che abbiamo vissuto e per questo diventano difficili da riconoscere e a maggior ragione da cambiare. Il primo passo è quello di esaminare la nostra definizione di lavoro e quindi ridefinire il lavoro secondo nuovi paradigmi.

Se definiamo il lavoro, un obbligo, un sacrificio, ciò che non vogliamo veramente fare, quali saranno le nostre sensazioni quando lo svolgiamo? Frustrazione, noia, ansia, rabbia come minimo.

Esiste un altro modo per definire il lavoro? Esiste una definizione che generi emozioni opposte a quelli citate poco fa? E’ possibile trovare una definizione che possa farlo diventare fonte di felicità, gioia e coinvolgimento?

Se la tua attuale definizione non ti soddisfa, la base di partenza è capire meglio da dove deriva e soprattutto capire come si è costruita. Può essere utile ripercorrere la propria esperienza lavorativa fin da quando eravamo bambini. Come siamo stati influenzati dal nostro contesto sociale? Come ci è stato descritto il lavoro da genitori, insegnanti e dai nostri capi?

Al nostro interno esistono due motivazioni al lavoro una intrinseca e l’altra estrinseca. La prima dipende da quello che mi piace fare, dalle mie passioni e dalle emozioni positive generate dalla mia attività. La seconda è incentrata sulle aspettative degli altri, sul risultato a tutti i costi, sulla mera ricompensa delle nostre attività.

Se siamo insoddisfatti del nostro lavoro probabilmente abbiamo incentrato la nostra definizione sulle motivazioni estrinseche, sulla soddisfazione degli altri più che di noi stessi. E’ necessario quindi ribilanciare la definizione e includere motivazioni intrinseche che rendano il lavoro fonte di soddisfazione e felicità.

Pongo l’accento sul fatto che stiamo parlando di qualcosa che va al di là del lavoro stesso. Forse siamo insoddisfatti del nostro lavoro proprio perché le nostre aspettative sono sbagliate. Dalla mia esperienza, ogni lavoro può essere fonte di soddisfazione

Esiste un legame tra il Super Bowl e la Teoria del Flow?

Nella notte tra domenica e lunedì scorsi si è svolto il Super Bowl, ovvero la finale del campionato della National Football League, la lega di football americano professionistico. In questa appassionante edizione Kansas City Chiefs ha avuto la meglio nel finale contro i Philadelphia Eagles.  Il Super Bowl è uno degli eventi più famosi al mondo, seguito da circa 150 milioni di spettatori. Non è solo una partita, è un vero e proprio spettacolo in cui viene organizzato un halftime show in grande stile, che coinvolge artisti di fama nazionale ed internazionale, ed intere orchestre.
Le aziende che vogliono pubblicizzare i propri prodotti, arrivano a pagare in media 5 milioni di dollari per 30 secondi di pubblicità, sfidandosi in spot originali e divertenti, come quello del McDonald’s o della Pepsi. Iconico è lo spot di Apple del 1984 per il lancio del Macintosh Computer.

Per noi di CapoLeader, il Super Bowl ha un valore speciale. Infatti, trenta Super Bowl fa, nel 1993, è successo qualcosa di molto particolare durante la partita dei Buffalo Bills contro Dallas Cowboys. Nella pausa, Jimmy Johnson , coach dei  Dallas Cowboys , mostrò alla telecamera il libro “Flow” del Prof. Mihaly Csikszentmihalyi, spiegando che le idee contenute in quell’eccezionale libro avevano contribuito moltissimo alla preparazione della squadra. I Dallas Cowboys hanno vinto il Super Bowl quell’anno, dimostrando la validità delle idee contenute nel libro.

Jimmy Johnson ha spiegato come il concetto del Flow abbia cambiato la mentalità della squadra. Riuscire a portare in questo stato mentale le proprie persone permette di raggiungere performance di alta qualità, aumenta il coinvolgimento, la concentrazione e il divertimento. E’ famosa la sua citazione:

“La mia squadra ha vinto, grazie a questo libro.
Abbiamo fatto ciò che è scritto in questo libro.
Leggete questo libro!
Flow!”

Il libro del Prof. Csikszentmihalyi è diventato famoso da un giorno all’altro grazie a Jimmy Johnson.

Dieci anni dopo, nel 2003, il Prof. ha esteso la sua teoria del Flow anche all’ambito lavorativo. Così come Jimmy Johnson ha sperimentato e utilizzato il flow per raccogliere successi in ambito sportivo, allo stesso modo i manager e i leader aziendali possono utilizzare lo stato di Flow mentre svolgono il proprio lavoro per raggiungere prestazioni e risultati eccellenti. Nasce così Buon Business, un libro in cui viene spiegata la Leadership che promuove il Flow. Questo libro rappresenta “il Sacro Graal” per manager, hr e imprenditori che vogliono portare un cambiamento culturale nella propria azienda, migliorando il benessere e il clima organizzativo e aumentando la produttività.

Per aiutare le persone a mettere a terra quanto appreso durante la lettura di Buon Business, il Prof. Csikszentmihalyi ha collaborato con una Software House, ALEAS Simulations, dando origine a Fligby. Fligby è un simulatore di Leadership che permette alle persone di sviluppare le competenze di leadership che promuovano il Flow, in un contesto sicuro e protetto. Ogni partecipante assumerà il ruolo di Direttore Generale di un’azienda vinicola californiana, dovrà gestire un team di sette persone, affrontando situazioni complesse simili a quelle reali. L’obiettivo è creare un ambiente dove il benessere, la sostenibilità, il profitto e la ricerca dello stato di Flow siano in equilibrio e in continua crescita.

Se vuoi avere qualche informazione in più su come poter applicare la Teoria del Flow nella tua azienda, raggiungendo risultati ottimali, manda una mail a contatta@capoleader.com

La settimana scorsa abbiamo parlato delle 10 emozioni positive che si possono sperimentare al lavoro per aumentare il benessere delle persone. In questo articolo faremo un passo avanti e andremo ad approfondire il concetto di intelligenza emotiva e flow.

L’intelligenza emotiva può essere definita come la capacità di un individuo di riconoscere, distinguere, etichettare e gestire le emozioni proprie e degli altri. E’ un costrutto relativamente recente poiché è stato introdotto nel 1990, dai professori Peter Salovey e John D. Mayer. Nel 1995 lo psicologo Daniel Goleman ha ripreso il costrutto di intelligenza emotiva rendendolo famoso grazie al suo libro “Intelligenza emotiva: che cos’è e perché può renderci felici.”

Secondo il modello introdotto da Goleman, l’intelligenza emotiva comprende una serie di capacità e competenze che guidano l’individuo, soprattutto nel campo della leadership, e che permettono di instaurare migliori rapporti sociali, prendere decisioni in linea con le proprie motivazioni e mantenere un livello di autostima elevato.

Secondo Goleman, i 5 pilastri che costituiscono l’intelligenza emotiva sono:

  1. Consapevolezza di sé: è intesa come la capacità di riconoscere le proprie emozioni, i propri punti di forza, i propri limiti e le proprie debolezze, e come queste caratteristiche personali siano in grado di influenzare gli altri.
  2. Gestire le proprie emozioni: è la capacità di gestire le proprie emozioni e sentimenti, adattandoli alle diverse situazioni che possono presentarsi, al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati.
  3. Motivazione: è la capacità di riconoscere i pensieri negativi e di trasformarli in pensieri positivi che siano in grado di motivare sé stessi e gli altri, impegnandosi e restando costante nonostante le possibili avversità.
  4. Empatia: è la capacità di comprendere e percepire le emozioni delle altre persone, ascoltando in modo attivo, senza farsi condizionare dai pregiudizi.
  5. Abilità sociali: consiste nella capacità di gestire le relazioni con le persone allo scopo di indirizzarle verso il raggiungimento di un determinato obiettivo, comunicando in modo efficace, gestendo i conflitti e cooperando in team.

Riuscire a riconoscere e gestire le proprie emozioni e quelle delle altre persone non è semplice, serve un allenamento costante. Quindi, come possiamo fare pratica?

La mappa del Flow

Un modo per allenare la propria intelligenza emotiva è utilizzare un serious game come Fligby, in cui attraverso una simulazione, il partecipante assumerà il ruolo di Direttore Generale di un’azienda, gestendo un team di 7 persone, raggiungendo obiettivi e dando feedback.
Alla fine della partita, il gioco restituisce un report molto dettagliato su 29 abilità di leadership essenziali per diventare un buon leader, tra queste è presente l’intelligenza emotiva.
E’ possibile capire il proprio livello osservando il punteggio ottenuto su una scala da 1 a 100 e confrontandosi con il punteggio medio ottenuto dagli altri giocatori. Essere consapevoli del proprio livello di intelligenza emotiva è il primo step per potenziare questa competenza.

L’intelligenza emotiva è una skill importante per un leader, per questo motivo i giocatori di Fligby possono avvalersi di uno strumento molto utile per allenarsi: la mappa del Flow.

intelligenza emotiva e flow

 

Possiamo definire la mappa del Flow come un “radar delle emozioni”, in cui sono presenti otto stati emotivi che possono essere sperimentati dalle persone del proprio team:

  • Apatia: paragonabile a uno stato di indifferenza e mancanza di interesse
  • Preoccupazione: preoccupandosi, l’attenzione si sposta verso la negatività; i problemi diventano più grandi e le soluzioni sembrano non esistere
  • Ansia: è il timore per qualcosa che non è ancora successo e può causare il congelamento di qualcuno
  • Eccitazione: aumentando gli stimoli, le persone rispondono in modo più attento al loro ambiente
  • Flow: stato mentale in cui le persone sono completamente concentrate sull’attività o sul compito
  • Controllo: praticando, le abilità alla fine verranno applicate in modo routinario, con il rischio che il livello di abilità sia superiore alla sfida per eseguire un certo compito
  • Rilassamento: calma e assenza di eccitazione
  • Noia: nessun interesse per l’ambiente circostante, noioso, affaticato

Ogni volta che viene presa una decisione, il gioco mostra quale stato mentale sia stato assunto dai propri collaboratori. L’obiettivo principale è quello di capire come portare le persone nello stato di Flow. Più le persone sperimentano il Flow, più saranno coinvolte e soddisfatte delle proprie attività e di conseguenza raggiungeranno le loro migliori performance.

“Riuscire a entrare nel Flow è la massima espressione dell’intelligenza emotiva”, scrive Goleman, “nel flow le emozioni non sono solamente contenute e incanalate, ma positive, energizzate e in armonia con il compito cui ci si sta dedicando […] La caratteristica del Flow è una sensazione di gioia spontanea, perfino di rapimento. Poiché il flow ci fa sentire così bene, esso è di per se stesso gratificante.”
Uno strumento come la mappa del Flow è molto utile per capire l’impatto delle proprie decisioni sugli altri. Conoscere lo stato mentale attuale delle proprie persone permette di capire come aiutarle ad avvicinarsi allo stato di Flow. Per esempio se vediamo che un collaboratore sta sperimentando uno stato di ansia, possiamo decidere di diminuire la difficoltà del compito che sta svolgendo, oppure possiamo aiutarlo a sviluppare nuove competenze per far fronte alle sfide.

Ogni nostro comportamento, decisione o discorso avrà delle conseguenze emotive sulle altre persone. Nella realtà non è possibile avere un radar che ci indichi le emozioni che le altre persone stanno provando, però, molti leader, dopo aver concluso i percorsi con noi, decidono di inventare degli strumenti che li possano aiutare a migliorare la comunicazione con il proprio team. Riuscire a far sentire le persone accolte e comprese creerà un clima di fiducia, che a sua volta migliorerà la soddisfazione, l’engagement e la produttività.

Siamo arrivati a fine dicembre, quel momento dell’anno in cui si ripensa a quello che è stato fatto nei mesi precedenti e si fa un bilancio di cosa è andato bene, cosa è andato male e cosa si potrebbe migliorare nell’anno successivo.
In questo articolo vogliamo darti qualche suggerimento per pianificare i tuoi obiettivi per il nuovo anno nel miglior modo possibile, per far si che il flow possa accompagnarti nelle tue giornate, donandoti felicità, soddisfazione e motivazione:

  •  Chiarezza degli obiettivi: prendi un foglio di carta e scrivi nel modo più dettagliato possibile il tuo obiettivo. Ricordati di porti obiettivi smart. Il tuo obiettivo è specifico? E’ misurabile? E’ rilevante per te? Ha una scadenza ben definita?
  • Bilanciamento sfida e abilità: poniti un obiettivo che sia abbastanza sfidante, ma che tu senta di poter affrontare. Se pensi al tuo obiettivo cosa provi? Se provi ansia o noia vuol dire che non c’è equilibrio tra la difficoltà del compito e le tue competenze, prova a ridurre o aumentare la sfida o pensa ad un modo per accrescere le tue competenze.
  • Feedback: cerca sempre di ottenere un feedback sul tuo andamento, ti può aiutare a capire se stai percorrendo la giusta strada verso la tua meta. Quali indicatori possono farti capire se stai performando bene? C’è qualcuno di esperto e competente in quell’ambito a cui chiedere? Quali sensazioni provi tu?
  • Focus: per raggiungere il tuo obiettivo devi essere concentrato solo sul suo svolgimento, la tua mente e il tuo corpo devono essere in perfetta armonia. C’è qualcosa che potrebbe distrarti? Cosa puoi fare per mantenere la tua attenzione solo sul compito che stai svolgendo?
  • Senso di controllo: devi sentirti padrone delle tue azioni. Prova a chiederti: l’obiettivo che ti sei posto, ti permette di avere il pieno controllo? Quali iniziative devi prendere? Hai la piena libertà nel suo raggiungimento?
  • Motivazione intrinseca: l’obiettivo che hai scelto deve darti la giusta carica motivazionale. Pensando ai tuoi obiettivi per il nuovo anno, cosa provi? Ti senti motivato? Provi un senso di pura energia? Sei innamorato del processo e non solo del raggiungimento dell’obiettivo?

Questi sono alcuni dei suggerimenti che ti possono guidare nella pianificazione dei tuoi obiettivi per il nuovo anno. Ricordati che dichiarare i tuoi obiettivi aumenta notevolmente la possibilità di raggiungerli. Puoi scegliere tra due modalità per farlo:

  1. Scrivere i tuoi obiettivi su un foglio o su un post-it da tenere in un posto ben visibile
  2. Prenderti un impegno pubblicamente, commentando questo articolo.

obiettivi nuovo anno

Buona pianificazione dei tuoi obiettivi e buon 2023!

La sfida che vi proponiamo oggi è quella di trovare tutte le parole del Flow presenti del puzzle qui sotto.
Le parole possono andare in qualsiasi direzione.

 

Chi riuscirà a trovarle tutte?

parole del flow

Trova maggiori indizi all’interno delle pagine del nostro sito.

Mettiti alla prova e scrivi nei commenti quante ne hai trovate!