
ARTICOLO DEL BLOG:
IL CAMBIAMENTO E' L'ONDA
IL FLOW E' LA TAVOLA DA SURF
Impara a cavalcare la sfida invece di temerla
Il cambiamento: a sentirlo nominare, molti di noi si irrigidiscono.
C’è chi lo vive come una minaccia, chi come un fastidio, chi addirittura come un terremoto che arriva a scompigliare tutte le certezze. È normale: siamo programmati per cercare stabilità, e il nostro cervello ama le abitudini perché le associa a sicurezza.
Il problema è che la vita non chiede mai il permesso. Cambia e basta. Cambia il contesto, cambiano le persone attorno a noi, cambiano i nostri bisogni, cambiamo noi stessi. Possiamo scegliere se restare ancorati alla riva o se provare a cavalcare l’onda.
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QUANDO IL CAMBIAMENTO CI BLOCCA
Le reazioni tipiche?
-Ansia, perché temiamo di non avere le risorse per affrontarlo. Ci sentiamo piccoli di fronte a qualcosa che percepiamo come troppo grande, e l’incertezza diventa terreno fertile per mille paure.
-Resistenza, perché la mente prova a difendere ciò che conosce. Le abitudini sono come una coperta calda: rassicurano, anche quando non ci servono più.
-Procrastinazione, il famoso “ne parliamo domani” che diventa un modo elegante per evitare di muoversi. E così il cambiamento resta lì, come un file dimenticato sul desktop che non abbiamo il coraggio di aprire.
Sono risposte normali, quasi automatiche, perché il nostro cervello è cablato per risparmiare energia e scegliere la strada più sicura. Ma ignorare il cambiamento non lo ferma.
È un po’ come il vicino che canta sotto la doccia: puoi fingere di non sentirlo, puoi chiudere la porta, puoi persino alzare il volume della musica… ma prima o poi la sua voce buca le pareti e ti raggiunge comunque.
Il punto è che più proviamo a tapparci le orecchie, più ci logoriamo. E allora forse è meglio smettere di lottare contro quella voce e imparare ad accordarci con lei.
DAL BLOCCO AL FLOW
E qui arriva il concetto di Flow. Mihaly Csikszentmihalyi lo descrive come quello stato in cui siamo così immersi in ciò che facciamo da perdere la cognizione del tempo. Non è magia, è equilibrio: il Flow nasce quando la sfida che affrontiamo è bilanciata con le nostre abilità.
Se la sfida è troppo grande → ci sentiamo in ansia.
Se è troppo piccola → ci annoiamo.
Se invece è proporzionata alle nostre capacità → ci attiviamo, ci concentriamo e… cresciamo.
Il cambiamento, allora, non è più un intruso che disturba la quiete, ma un allenatore personale: un po’ severo, sì, ma capace di far emergere energie e risorse che non pensavamo di avere.
Immagina un videogioco: ogni livello è un po’ più difficile del precedente. All’inizio sembra impossibile, poi, provando e riprovando, ti accorgi che diventa gestibile. Non solo: ti accorgi che diventi più bravo.
Il cambiamento funziona proprio così: passo dopo passo, livello dopo livello, ci allena senza che ce ne rendiamo conto.
E la cosa sorprendente è che, quando entriamo nel Flow, non solo il cambiamento smette di spaventarci… ma può persino diventare divertente.
La differenza sta tutta nel modo in cui lo guardiamo: sentirsi trascinati o sentire di remare non cambia la direzione, ma cambia radicalmente l’esperienza.
METTITI ALL’OPERA
Ora un piccolo esercizio per provare a trasformare il cambiamento in Flow:
Pensa a un cambiamento che stai vivendo (piccolo o grande: una nuova abitudine, un nuovo progetto, una nuova sfida personale).
Valuta la sfida: da 1 a 10, quanto ti sembra grande rispetto alle tue capacità?
Valuta le tue abilità: da 1 a 10, quanto ti senti preparato per affrontarla?
Se i numeri non si bilanciano, chiediti: “Quali competenze posso allenare o quali risorse posso attivare per ridurre lo squilibrio?” oppure ” Come posso modulare la sfida per renderla più ingaggiante?”
Scrivilo nero su bianco: vedrai che già così la percezione del cambiamento sarà differente.
Il Flow non nasce dall’evitare le sfide, ma dal danzare con loro. Ogni cambiamento che affrontiamo diventa un’occasione per sviluppare nuove competenze, rinforzare quelle che abbiamo e accorgerci che siamo molto più pronti di quanto pensiamo.
Se senti che è arrivato il momento di allenare le tue capacità per gestire meglio il cambiamento e trasformarlo in opportunità… rimani sintonizzato: presto arriveranno novità pensate proprio per te.
Vuoi allenare la tua capacità di cambiare? Non perderti le Pillole di Flow di domani 11 settembre dalle 18 alle 19 su Zoom per le Pillole di Flow.
Un’ora per approfondire insieme come guidare il cambiamento attraverso il Flow.
Se vuoi capire come allenare concretamente il cambiamento attraverso esperienze immersive non perderti il prossimo appuntamento con le pillole di gamification, mercoledì 17 settembre dalle 12.30 alle 13.15.
Ti racconteremo come funziona un percorso collettivo di Change Management attraverso la realtà virtuale.
Vuoi avere più informazioni? Chatta con Mr. Fligby il nostro Assistente Virtuale

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IL FLOW PER LA FELICITA' E IL SUCCESSO
LA LEADERSHIP NELLA VITA E NEL LAVORO.
IL LIBRO DI STEFANO SELVINI
“Si legge in un soffio: è un romanzo, ma è anche una guida assistita al lavoro per arrivare a padroneggiarlo.”
“Questo romanzo unisce la teoria alla pratica, invitandoci a rispondere a una questione di fondo: quando il lavoro vale la pena di essere vissuto?”
“Pagina dopo pagina familiarizzerete – passo al voi, avendole già lette in anteprima – con Marco Riva, il protagonista, rispecchiandovi nella sua costante ricerca di felicità. Perché tutti, nessuno escluso, cerchiamo la piena realizzazione.”
FILIPPO POLETTI – Top Voice Linkedin e influencer del benessere al lavoro

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L’IDENTIKIT DELLA PERSONA ANTIFRAGILE
Ti è mai capitato di pensare: “Non ce la faccio più”?
E poi, dopo qualche giorno, accorgerti che proprio da quella situazione difficile hai tirato fuori una forza nuova?
Ecco, quella è una piccola forma di antifragilità in azione.
Non è solo resilienza. È qualcosa di più profondo: la capacità non solo di resistere agli urti, ma di crescere grazie a essi.
Nel primo articolo abbiamo visto la differenza tra fragile, resiliente e antifragile.
Oggi andiamo oltre: com’è fatta una persona antifragile?
Come pensa, come reagisce, e cosa fa di diverso dagli altri?
Spoiler: ha molto a che fare con il flow, quello stato di concentrazione fluida e naturale in cui tutto sembra scorrere al ritmo giusto.
Eppure, c’è un passo oltre. Un modo di stare nelle sfide che non si limita a resistere, ma che trasforma l’imprevisto in occasione di crescita. Questo livello ha un nome affascinante: antifragilità.

ANTIFRAGILITÀ E FLOW: IL CORAGGIO DI CRESCERE ATTRAVERSO LE SFIDE
Si parla spesso di resilienza come della qualità fondamentale per affrontare le difficoltà: la capacità di non spezzarsi, di resistere agli urti della vita e tornare al proprio equilibrio. È una dote preziosa, che ci aiuta a sentirci stabili anche nei momenti complessi.
Eppure, c’è un passo oltre. Un modo di stare nelle sfide che non si limita a resistere, ma che trasforma l’imprevisto in occasione di crescita. Questo livello ha un nome affascinante: antifragilità.

METTITI NEI PANNI DI UN DIRETTORE GENERALE: LA SFIDA CHE OGNI HR DOVREBBE PROVARE
Negli ultimi anni il ruolo delle Risorse Umane è stato rivoluzionato.
Non si tratta più soltanto di gestire selezione, contratti o pratiche amministrative: oggi gli HR sono chiamati a essere protagonisti del cambiamento all’interno delle organizzazioni.
Questo significa avere la responsabilità non solo di gestire le persone, ma di guidare processi trasformativi che toccano la cultura aziendale, l’engagement, la leadership e persino il benessere individuale.
Sono difficoltà reali, che un HR conosce bene: incidono sulla motivazione, sulla collaborazione e, alla fine, anche sui risultati.
La domanda è: come si possono affrontare in modo efficace e duraturo?
La nostra risposta è un percorso di change management con realtà virtuale.
Per ciascuna delle 9 sfide abbiamo creato un’esperienza immersiva: metafore potenti che permettono di allenare la competenza necessaria a superare quella specifica difficoltà. Non teoria, non slide: esperienze che rimangono impresse e che portano i partecipanti a riflettere su sé stessi in modo autentico.
E per capire meglio come funziona questo approccio, vogliamo raccontarti un esempio concreto con dei recenti clienti.

BUSINESS CASE: LAVORARE SU INADEGUATEZZA E SOLITUDINE CON LA REALTA’ VIRTUALE
Nel nostro ultimo articolo abbiamo parlato delle 9 sfide della leadership: quei momenti che ogni manager si trova ad affrontare e che spesso diventano veri e propri blocchi. Tra queste: il senso di inadeguatezza, la solitudine professionale, raggiungere gli obiettivi, i conflitti gonfiati, il peso sulle spalle, il buco nero del tempo, il cuore congelato, le strade che si dividono, la diversità che arricchisce.
Sono difficoltà reali, che un HR conosce bene: incidono sulla motivazione, sulla collaborazione e, alla fine, anche sui risultati.
La domanda è: come si possono affrontare in modo efficace e duraturo?
La nostra risposta è un percorso di change management con realtà virtuale.
Per ciascuna delle 9 sfide abbiamo creato un’esperienza immersiva: metafore potenti che permettono di allenare la competenza necessaria a superare quella specifica difficoltà. Non teoria, non slide: esperienze che rimangono impresse e che portano i partecipanti a riflettere su sé stessi in modo autentico.
E per capire meglio come funziona questo approccio, vogliamo raccontarti un esempio concreto con dei recenti clienti.

SEI LEADER O SEI SOLO CAPO? 9 SFIDE
Il cambiamento non bussa alla porta chiedendo permesso: entra, si siede e spesso ribalta pure qualche sedia. Non lo scegliamo noi, ma lui sceglie noi, mettendoci davanti a prove che sembrano sempre un po’ troppo grandi. In realtà, sono opportunità travestite da sfide

IL CAMBIAMENTO È L’ONDA. IL FLOW È LA TAVOLA DA SURF
Il cambiamento: a sentirlo nominare, molti di noi si irrigidiscono.
C’è chi lo vive come una minaccia, chi come un fastidio, chi addirittura come un terremoto che arriva a scompigliare tutte le certezze. È normale: siamo programmati per cercare stabilità, e il nostro cervello ama le abitudini perché le associa a sicurezza.
Il problema è che la vita non chiede mai il permesso. Cambia e basta. Cambia il contesto, cambiano le persone attorno a noi, cambiano i nostri bisogni, cambiamo noi stessi. Possiamo scegliere se restare ancorati alla riva o se provare a cavalcare l’onda.
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