
ARTICOLO DEL BLOG:
QUANDO LA CONSAPEVOLEZZA
INCONTRA IL FLOW
La chiave per una leadership autentica che ispira e trasforma
Ci sono leader che sanno tutto: strategie, numeri, strumenti. Ma quando si tratta di guidare le persone, spesso inciampano su qualcosa di molto più semplice — e molto più profondo: la consapevolezza di sé.
Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.
Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:
Come sto?
Perché sto reagendo così?
Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?
Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Ti interessa questo argomento?

IL FLOW COME SPECCHIO
E uno dei modi più naturali per diventare più consapevoli… è osservare quando entriamo in flow.
Il flow non è solo una parola da psicologi. È qualcosa che tutti abbiamo vissuto, anche senza chiamarlo così:
quando siamo immersi in un’attività che ci piace, quando perdiamo la cognizione del tempo leggendo, cucinando, andando in bici.
In quei momenti non siamo distratti, non stiamo recitando, siamo presenti. Siamo noi, al meglio.
E se imparassimo a portare quella qualità di presenza anche al lavoro?
Un leader consapevole sa riconoscere cosa lo fa entrare in flow, e prova a ricreare quelle condizioni anche nella quotidianità lavorativa.
Ma fa anche di più: aiuta le persone del proprio team a fare lo stesso.
Perché guidare non significa solo “portare avanti le attività”, ma creare le condizioni perché le persone diano il meglio.
LA CONSAPEVOLEZZA SI PUO’ ALLENARE: FLIGBY
“Ok, ma allora… come faccio a diventare più consapevole?
Ci si può allenare?”
Sì. Ma non basta pensarci su a fine giornata o leggere un paio di articoli.
Serve un’esperienza che ti metta davvero alla prova: che renda visibili le tue scelte, il tuo stile di leadership, l’impatto che hai sugli altri.
E come si fa, concretamente?
Con un simulatore di leadership come Fligby, che ti permette di osservarti in azione e sviluppare una consapevolezza solida e applicabile.
Perché essere leader non significa solo sapere cosa fare, ma anche come lo si sta facendo.
Serve un’esperienza che ti metta di fronte a te stesso, con uno specchio chiaro e senza giudizio.
Ed è proprio questo che fa Fligby.
In Fligby interpreti il general manager di un’azienda vinicola. Prendi decisioni, ascolti il team, gestisci situazioni reali.
Ma la vera forza del gioco è che ti mostra, passo dopo passo, come stai guidando: cosa funziona nel tuo stile, dove perdi lucidità, quali leve motivazionali sai usare… e quali tendi a ignorare.
È come giocare davanti a uno specchio. Solo che al posto del riflesso, vedi chi sei davvero come leader.
Vuoi capire meglio in che modo possa aiutarti a diventare un leader più consapevole e preparato? Guarda la recensione di Massimo Negro, in cui racconta la sua esperienza con Fligby.
Nelle prossime pillole di gamification, martedì 8 luglio dalle 12.30 alle 13.15, entreremo nel vivo di Fligby.
Ti racconteremo come funziona un percorso individuale basato su questo strumento: un’esperienza immersiva, personalizzata, in cui la consapevolezza prende forma in modo concreto, attraverso il gioco.
Se vuoi capire meglio chi sei come leader, quali sono le tue leve e come attivare quelle degli altri… iscriviti subito al webinar gratuito!
Se questo articolo ti ha fatto riflettere su quanto sia fondamentale la consapevolezza per guidare davvero gli altri, non perdere il prossimo appuntamento con le Pillole di Flow: il 21 luglio dalle 18 alle 19 su Zoom.
Un’ora per approfondire insieme come allenare la consapevolezza, competenza chiave nella leadership, partendo proprio da te.
Vuoi avere più informazioni? Chatta con Mr. Fligby il nostro Assistente Virtuale

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IL FLOW PER LA FELICITA' E IL SUCCESSO
LA LEADERSHIP NELLA VITA E NEL LAVORO.
IL LIBRO DI STEFANO SELVINI
“Si legge in un soffio: è un romanzo, ma è anche una guida assistita al lavoro per arrivare a padroneggiarlo.”
“Questo romanzo unisce la teoria alla pratica, invitandoci a rispondere a una questione di fondo: quando il lavoro vale la pena di essere vissuto?”
“Pagina dopo pagina familiarizzerete – passo al voi, avendole già lette in anteprima – con Marco Riva, il protagonista, rispecchiandovi nella sua costante ricerca di felicità. Perché tutti, nessuno escluso, cerchiamo la piena realizzazione.”
FILIPPO POLETTI – Top Voice Linkedin e influencer del benessere al lavoro

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QUANDO LA CONSAPEVOLEZZA INCONTRA IL FLOW
Ci sono leader che sanno tutto: strategie, numeri, strumenti. Ma quando si tratta di guidare le persone, spesso inciampano su qualcosa di molto più semplice — e molto più profondo: la consapevolezza di sé.
Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.
Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:
Come sto?
Perché sto reagendo così?
Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?
Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

ESSERE CREATIVI CON IL FLOW
Negli scorsi articoli ci siamo immersi nel mondo della collaborazione: abbiamo visto com’è fatta, cosa la nutre, come si distingue da quella versione “tutti amici in pausa caffè” che spesso viene confusa con il vero lavoro di squadra.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

I 5 NEMICI INVISIBILI DELLA COLLABORAZIONE
Tutti parlano di collaborazione. È sulla bocca dei manager, sulle pareti degli open space, nei valori aziendali e perfino nei badge dei convegni: “teamwork”, “co-creazione”, “insieme si va più lontano”.
Poi entri davvero in azienda, e spesso scopri che si lavora affiancati, ma non insieme. Che la comunicazione è un ping pong di mail in copia conoscenza. Che si fa prima a farsi le cose da soli che coinvolgere altri. E che le “riunioni collaborative” assomigliano a un monologo sotto anestesia.
La verità è che la collaborazione – quella vera – è fragile.
E ci sono nemici invisibili che, giorno dopo giorno, la logorano. Non si presentano alla porta, ma agiscono in silenzio, in profondità.
Ecco i cinque più pericolosi.

COLLABORAZIONE ASSENTE? ECCO IL SUO COSTO
Parlare di collaborazione può sembrare una questione “soft”. Una di quelle cose belle da avere, ma non proprio vitali, come la ciliegina sulla torta.
Eppure… quando manca, non è solo la ciliegina a saltare, ma tutta la torta rischia di sbriciolarsi.
Perché quando un team non collabora, l’azienda comincia a perdere. Soldi veri.
E la cosa peggiore è che non si vede subito. Non c’è una fattura con scritto:
“Mese di maggio: -3.000€ per conflitti e silenzi in riunione”
ma il costo c’è. Eccome se c’è.
Vediamo i principali danni che si innescano quando la collaborazione va in crisi, con qualche dato preso da ricerche e fonti autorevoli.

CAPOLEADER SOSTIENE MAKE-A-WISH
CapoLeader crede che il benessere, la motivazione e il senso profondo di realizzazione – ciò che chiamiamo Flow – non debbano essere un privilegio per pochi.
Per questo abbiamo deciso di donare l’1% del nostro fatturato a Make-A-Wish Italia, l’organizzazione che ogni giorno realizza i desideri di bambini affetti da gravi malattie, restituendo loro speranza, forza e gioia.

TEAM FLOW: L’ARMONIA CHE FA LA DIFFERENZA
Hai mai vissuto un momento sul lavoro in cui nessuno controlla l’orologio, la chat aziendale è stranamente silenziosa (ma non perché siete tutti su LinkedIn), e le idee viaggiano come palline di ping pong tra colleghi sorridenti?
Ecco: benvenuto nel Team Flow, quel raro ma potentissimo stato in cui il tuo gruppo lavora così bene che potrebbe tranquillamente scrivere un album da Grammy… anche se state facendo una relazione su Excel.
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