La scorsa settimana abbiamo parlato dell’importanza del wellbeing e dell’attenzione verso il benessere dei lavoratori, al fine di creare degli ambienti di lavoro sani, sostenibili e produttivi. Il secondo step per poter creare un buon clima lavorativo è incentivare una comunicazione aperta e trasparente. In particolare, sempre più aziende stanno cercando di diffondere la cultura dello Speak Up. Vediamo di cosa si tratta.

La cultura dello Speak Up è un concetto che descrive l’ambiente lavorativo in cui i dipendenti si sentono incoraggiati e supportati a parlare apertamente, condividere le loro preoccupazioni e segnalare eventuali comportamenti inappropriati o irregolarità all’interno dell’organizzazione.
È una cultura in cui la comunicazione aperta è valorizzata e considerata un’importante componente del successo aziendale.

La cultura dello Speak Up promuove la fiducia e la trasparenza. I dipendenti si sentono sicuri nel sollevare problemi o segnalare situazioni che potrebbero danneggiare l’azienda o violare i valori etici dell’organizzazione e delle altre persone. Nelle grandi aziende spesso è proprio la paura di subire ritorsioni a far sì che i dipendenti decidano di non segnalare anche casi evidenti di cattive condotte, abusi o altro.

Quando la cultura dello Speak Up è assente, le persone tendono a non ammettere i propri errori per paura delle reazioni degli altri, preferiscono nasconderli o incolpare i colleghi. Spesso non vengono fatte proposte e non si prendono iniziative, proprio per paura di sbagliare. Ma mantenere lo status quo senza cercare di migliorare e abbracciare le novità non ci permette di evolvere. Le aziende che non si rinnovano e rimangono ancorate a vecchi principi rischiano di non sopravvivere.

Il messaggio che vuole trasmettere questo video è che tutti hanno vissuto dei momenti in cui “la vocina nella loro testa” diceva di tacere davanti a comportamenti scorretti, ingiusti o non inclusivi. Allenare la cultura dello Speak Up vuol dire non ascoltare quella vocina, ma trovare le proprie parole per cambiare la situazione. Anche quando le cose da dire sono considerate “scomode” o ci sentiamo a disagio nel dirle. Un buon leader deve cercare di creare un clima in cui le persone si sentano a proprio agio e libere di esprimersi. Uno strumento utile per questo è il feedback, ovvero imparare a trasmettere in modo chiaro e oggettivo quello che pensiamo o abbiamo visto. Se notiamo che il feedback non ci viene dato, possiamo sempre essere noi a richiederlo.

Una buona comunicazione impatta in modo significativo sul benessere delle persone. Sapere che che in caso di errore, qualcuno ci dirà apertamente cosa e come migliorare, o sentirsi liberi di esprimere il proprio pensiero senza venir giudicati o sminuiti sta diventando essenziale per molte aziende. Questo ha una ricaduta importante sulla retention aziendale. Le persone, infatti, rimangono più a lungo in un ambiente di lavoro in cui si sentono apprezzate e hanno la certezza che le loro idee saranno prese sul serio.

Per costruire una solida cultura dello Speak Up ci vuole del tempo, alcune pratiche per iniziare possono essere:

  • allenare l’ascolto attivo
  • istituire dei momenti di feedback di qualità
  • favorire un cambiamento culturale attraverso percorsi formativi specifici

I percorsi di CapoLeader hanno come obiettivo quello di aiutare le aziende ad incrementare il benessere organizzativo attraverso modalità gamificate e innovative. Vuoi avere più informazioni? Manda una mail a contatta@capoleader.com

La scorsa settimana abbiamo visto i cinque pilastri utili per sviluppare la “nuova leadership”. Oggi ci soffermeremo sul primo di questi, ovvero il Wellbeing, facendo alcune riflessione e mettendovi a disposizione alcuni contributi interessanti incontrati nel web.

Con wellbeing intendiamo la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutti i lavoratori dell’azienda. Lavorare sulla cultura del benessere ha come conseguenza l’aumento della soddisfazione, della motivazione e della produttività dei dipendenti.

Un’azienda attenta al wellbeing pone al centro del suo interesse la persona.
Nel suo Tedx, Federico Vione, racconta molto bene il suo obiettivo di creare delle aziende che mettano al primo posto i propri lavoratori.
Le persone fanno la differenza perchè rappresentano il principale patrimonio organizzativo.

I prerequisiti per focalizzarsi sul benessere aziendale devono essere:
– creare un clima di fiducia tra i dipendenti
– celebrare gli errori e non nasconderli
– umiltà e disponibilità ad ascoltare i bisogni e le necessità delle persone.

wellbeing

Le aziende che vogliono migliorare e aumentare il proprio wellbeing devono partire dalla domanda “cosa possiamo fare per aiutare le nostre persone?”
Alcuni esempi di aziende che hanno implementato delle importanti strategie di wellbeing e welfare sono:

  • Nestlè: per favorire l’equilibrio vita-lavoro ha creato gli asili nido aziendali disponibili dalle 7.30 del mattino alle 19.30 di sera, anche sei giorni a settimana se necessario, e per 12 mesi all’anno. In questo modo i lavoratori/genitori possono ridurre lo stress e l’ansia dovuti alla ricerca di soluzioni di assistenza alternativa, focalizzandosi serenamente sulle proprie responsabilità lavorative, sapendo che i propri figli sono a poca distanza da loro.
  • Luxottica: le tre iniziative che fanno parte del welfare di Luxottica sono il carrello della spesa del valore di 110 euro per tutti i dipendenti; la cassa di assistenza sanitaria, ovvero una polizza che include oltre alle visite odontoiatriche, un “pacchetto maternità”; e le borse di studio e rimborso libri di testo per i figli dei dipendenti dalle scuole inferiori all’università.
  • OneDay Group: ha introdotto benefit all’avanguardia come il bonus matrimonio e unioni civili di mille euro, il bonus bebè di 10.800 euro (300 al mese per tre anni). In caso di malattia l’azienda offre non solo la sanità integrativa, ma anche la possibilità di stare liberamente a casa per tre giorni: il certificato medico è richiesto solo a partire dal quarto. Per il compleanno si ha diritto a mezza giornata libera e ogni anno si può usufruire di un viaggio gratis del valore di 1700 euro con WeRoad e ScuolaZoo. Inoltre, si può lavorare da dove si vuole, quanto si vuole e le ferie sono illimitate.
  • Google: la cultura di questa grande azienda è orientata nel cercare di rendere felici le persone. Come? Oltre a numerosi benefit come colazione, pranzo e cena gratuiti, visite mediche, dentista e tagli di capelli gratuiti, massaggi sovvenzionati e sussidi per auto ibride, viene posta molta attenzione all’architettura e alla struttura fisica degli uffici. Gli spazi di lavoro sono pieni di individualità e presentano elementi specifici che favoriscono il lavoro, il relax, l’esercizio, la lettura e la visione di film.
  • Patagonia: da sempre pioniera nel wellbeing, Patagonia nella reception della sua sede in California, mette a disposizione tavole da surf e quando l’onda è quella giusta, suona una campanella che avvisa i dipendenti che possono interrompere l’attività lavorativa per dedicarsi al loro hobby preferito.


Questi sono solo alcuni esempi di aziende che hanno dimostrato di porre sempre più attenzione alle esigenze dei propri lavoratori, trovando soluzioni e strategie specifiche create su misura per loro.

La tua azienda che iniziative di wellbeing propone? Cosa ti piacerebbe venisse introdotto? Siamo curiosi di sapere la tua opinione, compila questo breve sondaggio:
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I nostri percorsi hanno come obiettivo quello di aiutare le persone ad essere soddisfatte e motivate durante le loro giornate lavorative. Uno strumento molto efficace per raggiungere questo risultato è il Flow.
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Il momento storico nel quale ci troviamo è caratterizzato da grandi cambiamenti che hanno una forte influenza sulla nostra attività lavorativa: tecnologie innovative, nuovi modelli organizzativi ed evoluzione delle aspettative stanno ridefinendo il concetto stesso di lavoro. Per far fronte a questa situazione è necessario rivedere il modello classico di leadership, adattandolo alle nuove esigenze e necessità.
In questo articolo vedremo quali sono i nuovi bisogni dei lavoratori per poterli soddisfare attraverso strumenti e azioni adeguate e come allenare la “nuova” leadership attraverso le seguenti 5 aree di lavoro:

  1. Wellbeing: il benessere organizzativo è ormai diventato una priorità. Questa tendenza riflette un cambiamento culturale e un riconoscimento crescente dell’importanza di un ambiente lavorativo sano e sostenibile. Il wellbeing promuove un benessere non solo finanziario, ma anche fisico, mentale ed emotivo, ponendo al centro dell’organizzazione la persona. Le persone sono sempre più orientate verso la ricerca di un senso di realizzazione e soddisfazione personale nel proprio lavoro. Desiderano avere un impatto significativo, sviluppare le proprie competenze e avere opportunità di crescita professionale. L’obiettivo di una buona leadership è quello di promuovere lo sviluppo personale e professionale, offrire sfide stimolanti e valorizzare il contributo dei dipendenti. Inoltre, deve occuparsi di garantire un equilibrio sano tra le responsabilità lavorative e la vita personale. Le organizzazioni che pongono il benessere dei dipendenti al centro delle loro strategie possono attrarre e trattenere talenti, migliorare la performance aziendale e creare un ambiente di lavoro sostenibile e di successo.
  2. Comunicazione: E’ fondamentale riuscire a passare dalla cultura del lamento, in cui le persone riportano i problemi in modo passivo, al problem solving, passando attraverso la cultura del feedback e della condivisione, in cui invece assumono un ruolo attivo e comunicano i messaggi in modo strutturato ed efficace. Il feedback è uno strumento molto potente se usato correttamente, poichè consente di capire se si sta percorrendo la giusta strada verso il raggiungimento dei propri obiettivi. Alla base del feedback deve essere presente l’ascolto attivo, ovvero una tipologia di ascolto priva di giudizio e aspettativa che consente di trasmettere in modo chiaro il messaggio comunicativo.
  3. Consapevolezza (personale, emotiva e relazionale): Per riuscire a comunicare correttamente è essenziale lavorare sulla propria consapevolezza. La consapevolezza personale consente alle persone di comprendere meglio le proprie capacità, i punti di forza e le aree di miglioramento. Esse diventano consapevoli delle proprie modalità lavorative, delle abitudini e dei comportamenti che possono influenzare la loro produttività. Ciò consente loro di adottare misure per sviluppare le competenze necessarie, affrontare le sfide in modo più efficace e massimizzare il proprio potenziale lavorativo. La consapevolezza emotiva riguarda le proprie emozioni.  Quando le persone sono consapevoli dei propri pensieri, emozioni e reazioni, possono comunicare in modo più chiaro ed empatico. Infine, la consapevolezza relazionale promuove la comprensione degli altri, consentendo di ascoltare attentamente e rispondere in modo appropriato. Ciò contribuisce a costruire relazioni più solide e collaborative sul posto di lavoro.
  4. Network di leader: Il networking con altri leader è un’area spesso trascurata ma di grande valore per il successo del leader. Creare una rete di peer consente lo scambio di conoscenze ed esperienze tra professionisti di diversi settori e contesti, permettendo di apprendere gli uni dagli altri, di acquisire nuove prospettive, di sviluppare soluzioni innovative e arricchire le proprie conoscenze. Questa condivisione reciproca crea un ambiente di collaborazione in cui tutti possono beneficiare delle conoscenze e delle esperienze degli altri. Attraverso lo scambio di best practice, si possono identificare nuovi modelli di gestione, strategie vincenti e approcci innovativi che possono essere adattati al proprio contesto lavorativo.
  5. Gestione del tempo: il tempo è una delle poche risorse che non possiamo rigenerare, quindi è molto importante organizzarlo in modo da evitare di sprecarlo. La gestione del tempo è cruciale per i leader che devono affrontare molteplici responsabilità e scadenze. Imparare a pianificare in modo strategico, stabilire priorità e delegare compiti consente ai leader di massimizzare la produttività e raggiungere gli obiettivi. Un buon leader delega ai propri collaboratori i compiti in base alle loro competenze e ai loro punti di forza, offrendogli l’opportunità di sviluppare nuove competenze e assumere maggiori responsabilità. Questo favorisce la crescita e l’avanzamento professionale dei membri del team.
    Inoltre, una corretta gestione del tempo aiuta a ridurre lo stress e consente di stabilire un sano equilibrio tra vita personale e professionale.

Investire nella crescita personale e professionale in queste aree permetterà ai leader di guidare con saggezza, ispirare il loro team e ottenere risultati di qualità.
I Percorsi di CapoLeader hanno come obiettivo quello di aiutare i manager ad allenare la “nuova” leadership lavorando sulle cinque aree descritte sopra. Vuoi avere maggiori informazioni sulle modalità utilizzate per allenare ciascuna area? Manda una mail a contatta@capoleader.com per fissare un incontro di approfondimento.

 

allenare la leadership

Un’organizzazione a silos è un modello di gestione aziendale in cui le informazioni e le attività sono suddivise in compartimenti separati e isolati tra loro. In questo modello, ogni reparto o funzione dell’organizzazione lavora in modo indipendente e non comunica in modo efficace con gli altri.
In questo articolo andremo a vedere come rompere la mentalità a silos in azienda sostituendola con il pensiero sistemico.

Un silo è un sistema che separa le diverse tipologie di dipendenti, solitamente in base al reparto in cui lavorano. Ne conseguono barriere che ostacolano la collaborazione e la comunicazione tra i membri del team, riducono l’efficienza e ostruiscono il flusso delle informazioni. Un esempio di mentalità a silos potrebbe essere una grande azienda con diversi dipartimenti, ognuno dei quali lavora in modo indipendente dagli altri. Il dipartimento vendite potrebbe concentrarsi solo sulla vendita di prodotti, senza considerare la qualità dei prodotti stessi o il servizio post-vendita. Allo stesso modo, il dipartimento marketing potrebbe concentrarsi solo sulla promozione dei prodotti, senza considerare le esigenze dei clienti o il feedback dei dipartimenti vendite o servizio clienti.

Gli svantaggi di una modalità a silos

Quando i confini tra i vari reparti sono impenetrabili possono nascere alcuni rischi per l’azienda. I principali svantaggi possono essere:

  • La mancanza di comunicazione: la mentalità a silos può creare un clima in cui i dipendenti non comunicano con gli altri reparti dell’organizzazione. Ciò può comportare problemi di collaborazione, coordinamento e condivisione delle informazioni tra gli uffici, il che può rallentare la velocità e l’efficacia dell’organizzazione nel raggiungere i propri obiettivi. Inoltre, può portare a una mancanza di trasparenza e di responsabilità, poiché ogni dipartimento lavora in modo isolato e non è consapevole di ciò che accade in altre parti dell’organizzazione.
  • La perdita di innovazione: la mancanza di comunicazione tra i dipartimenti può portare a una perdita di innovazione e creatività all’interno dell’organizzazione. Quando i dipartimenti lavorano in modo isolato, la condivisione di informazioni, idee e risorse diventa difficile. Ciò può portare a una mancanza di collaborazione e coordinamento tra i reparti, rallentando i processi e limitando l’efficacia dell’organizzazione.
  • La riduzione dell’efficacia: la mentalità a silos può anche portare a una riduzione dell’efficacia complessiva dell’organizzazione. Quando ogni dipartimento si concentra solo sui propri obiettivi, senza considerare l’impatto delle proprie attività su altri reparti, possono sorgere conflitti di interesse. Ad esempio, se il reparto produzione si concentra solo sulla produzione di quantità elevate, senza considerare la qualità, il reparto controllo qualità potrebbe essere costretto a rifiutare molte di queste produzioni, creando in questo modo una situazione di conflitto tra i due reparti.
  • La mancanza di efficienza: la mentalità a silos può compromettere la capacità dell’organizzazione di raggiungere i propri obiettivi. Quando ogni ufficio lavora in modo isolato, possono sorgere attività ripetitive o sovrapposte che non solo aumentano i costi, ma anche rallentano i processi. Ad esempio, se il reparto contabilità e il reparto acquisti hanno procedure separate per la gestione delle fatture, ci può essere una sovrapposizione di attività che rallenta il processo e aumenta i costi complessivi dell’organizzazione.
  • Mancanza di trasparenza: la mancanza di comunicazione tra i reparti può portare a una mancanza di trasparenza all’interno dell’organizzazione. I dipendenti potrebbero non essere consapevoli delle attività e delle informazioni che si verificano in altri reparti, il che può portare a malintesi, conflitti e problemi di coordinamento. Ad esempio, se il reparto risorse umane assume un dipendente senza informare il reparto operativo, potrebbe crearsi una situazione in cui il nuovo dipendente non dispone delle informazioni necessarie per svolgere il proprio lavoro.

Per rompere la mentalità a silos è necessario cambiare prospettiva focalizzandosi sul pensiero sistemico.
Il pensiero sistemico è un modo di pensare che si concentra sulla comprensione dei sistemi complessi e delle interazioni tra i vari elementi dell’organizzazione.
Si basa sulla comprensione del fatto che ogni funzione e ogni attività aziendale sia interdipendente e che qualsiasi cambiamento in un’area dell’organizzazione possa influenzare l’intero sistema.
L’obiettivo è quello di creare un ambiente di lavoro collaborativo, dove tutti i dipartimenti lavorino insieme per il successo dell’organizzazione. Ciò richiede una cultura aziendale aperta e trasparente, dove la comunicazione e la collaborazione siano incoraggiate e incentivate per il raggiungimento degli obiettivi comuni.
Il pensiero sistemico consente all’azienda di rimanere competitiva sul mercato e di raggiungere i propri obiettivi a lungo termine grazie a:

  • una miglior comprensione dei processi aziendali nella loro interezza,
  • aiutando a individuare eventuali inefficienze o problemi e a trovare soluzioni più efficaci,
  • riducendo gli sprechi, i costi e i colli di bottiglia,
  • incoraggiando l’innovazione e la creatività e portando a nuove soluzioni,
  • promuovendo la comunicazione e la collaborazione tra le diverse funzioni e team dell’azienda, creando un ambiente di lavoro più collaborativo e produttivo,
  • permettendo di valutare l’intera catena di valore dell’azienda, compresa l’esperienza del cliente. Questo aiuta a individuare eventuali punti deboli e a migliorare l’esperienza complessiva del cliente
  • aiutando a gestire il cambiamento all’interno dell’azienda in modo più efficace, identificando le interazioni tra le diverse funzioni e valutando gli effetti del cambiamento sull’intero sistema

In CapoLeader incontriamo sempre più aziende alla ricerca di strumenti utili per efficientare i propri processi e rompere la mentalità a silos, in cui ogni reparto si interessa solo “al proprio orticello”, passando ad un approccio sistemico, in cui ogni funzione è strettamente interconnessa con le altre.
Per questo motivo stiamo stiamo lavorando ad una novità molto interessante, ovviamente utilizzando la gamification.

A breve ve ne parleremo!

rompere mentalità a silos

Il gioco di ruolo è una forma di gioco che ci accompagna fin dall’infanzia. Chi non ha mai immaginato di essere un supereroe, un dottore o una principessa durante i giochi con gli amici? Parliamo di “gioco”, perché le sue finalità sono ludiche, indirizzate al divertimento e allo svago, e di “ruolo”, perché ci caliamo nei panni di qualcun altro, facciamo finta di essere chi non siamo. Ma il gioco di ruolo non è solo per i bambini, anche gli adulti possono trarre molti benefici da questo tipo di attività, soprattutto nel mondo del lavoro. Infatti, è diventato sempre più popolare come metodo di formazione aziendale. In questo articolo ci concentreremo su come sviluppare la leadership con i giochi di ruolo.

Il gioco di ruolo è un’attività ludica che permette ai partecipanti di interpretare un personaggio all’interno di un mondo immaginario. Il gioco di ruolo si basa sulla creazione di una storia, un’ambientazione e una serie di personaggi che vengono interpretati dai partecipanti. Ogni giocatore interpreta il proprio personaggio, mentre il “Game Master” (o “Narratore”) è colui che crea l’ambientazione e gestisce la trama del gioco. I giocatori collaborano tra loro, cercando di risolvere problemi, combattere nemici, esplorare luoghi misteriosi e raggiungere gli obiettivi assegnati dal Game Master.

Come abbiamo visto nell’articolo La realtà e il giocoi quattro elementi essenziali che definiscono un gioco sono: avere un obiettivo che genera il senso di scopo, le regole che liberano creatività e pensiero strategico, un sistema di feedback che produce motivazione e coinvolgimento e la partecipazione volontaria che garantisce senso di controllo e libertà di iniziare e terminare  quando lo si desidera. Il gioco di ruolo è caratterizzato da tutti e quattro gli aspetti, ma per essere efficace e coinvolgente deve seguire alcuni step:

  1. Identificare la situazione: il primo passo per creare un gioco di ruolo è identificare la situazione in cui si svolgerà il gioco. Ciò potrebbe essere una situazione di lavoro, un’esperienza di vita quotidiana o una situazione immaginaria.
  2. Identificare gli obiettivi: una volta identificata la situazione, è importante identificare gli obiettivi del gioco di ruolo. Cosa si vuole che i partecipanti imparino o raggiungano attraverso il gioco di ruolo?
  3. Creare personaggi e ruoli: creare personaggi e ruoli è una parte fondamentale del gioco di ruolo. I personaggi dovrebbero essere rilevanti per la situazione e i ruoli dovrebbero essere equilibrati in modo da coinvolgere tutti i partecipanti.
  4. Sviluppare una trama: sviluppare una trama aiuta a mantenere il gioco di ruolo interessante e coinvolgente. La trama dovrebbe essere correlata alla situazione e agli obiettivi del gioco di ruolo.
  5. Preparare materiali: preparare i materiali, come le schede dei personaggi, le carte degli oggetti e le mappe, aiuta a organizzare il gioco di ruolo e lo rende più accessibile ai partecipanti.
  6. Spiegare le regole: è importante spiegare le regole del gioco di ruolo ai partecipanti in modo chiaro e conciso. Le regole dovrebbero essere correlate agli obiettivi del gioco di ruolo e al tipo di situazione in cui si svolge il gioco.
  7. Giocare e valutare: infine, è importante giocare il gioco di ruolo e valutare i risultati. Ciò aiuta a identificare le aree di miglioramento e a pianificare il gioco di ruolo successivo.

Il gioco di ruolo in azienda

Il role playing è un’attività che richiede immaginazione, creatività e capacità di interazione con gli altri. Grazie alla sua natura collaborativa, può anche essere utilizzato come strumento formativo nelle aziende, in particolare come metodo di apprendimento esperienziale, in cui i partecipanti imparano attraverso la pratica e la riflessione sui propri comportamenti e sulle proprie azioni durante il gioco.
In questo modo, le persone possono migliorare le loro competenze e acquisire maggiore sicurezza nel gestire situazioni difficili o complesse, interpretando dei personaggi che si trovano in situazioni lavorative specifiche, come ad esempio la comunicazione con un cliente difficile, negoziare una contrattazione con un fornitore o gestire una riunione.

L’obiettivo del gioco è quello di fornire ai partecipanti un’esperienza pratica che li aiuti a sviluppare competenze come la comunicazione efficace, la gestione dello stress, la risoluzione dei problemi e la leadership.
Il gioco di ruolo favorisce il pensiero creativo e la capacità di adattamento. Infatti, durante il gioco, i partecipanti devono adattarsi alle situazioni in continuo mutamento e trovare soluzioni ai problemi in modo creativo e innovativo. Queste abilità possono essere utili anche in altre situazioni lavorative e nella vita quotidiana. Inoltre, può essere un’attività divertente e motivante per i dipendenti, che possono apprezzare di più il loro lavoro grazie a una maggiore comprensione delle situazioni che affrontano quotidianamente.

Fligby

Sviluppare la leadership con i giochi di ruolo è una delle tematiche più richieste dalle aziende.
Uno strumento che permette di aiutare manager e capi a diventare leader migliori e allo stesso tempo di divertirsi è FLIGBY, un serious game basato sulla Teoria del Flow del Prof. Csikszentmihalyi.

leadership e giochi di ruolo
Fligby utilizza gli step dei giochi di ruolo descritti in precedenza per creare un ambiente virtuale in cui i giocatori devono prendere decisioni e affrontare situazioni che richiedono capacità di leadership, di risoluzione dei problemi e di gestione delle risorse umane:

  • Identifica una situazione: il partecipante diventerà Direttore Generale di un’azienda vinicola californiana, con un team di sette persone da gestire
  • Identificare gli obiettivi: dovrà prendere le decisioni manageriali più efficaci per riuscire a vincere il Premio Spirit of The Wine
  • Creare personaggi e ruoli: sarà necessario approfondire e conoscere tutte le informazioni necessarie per assumere il ruolo del Direttore Generale. Verrà dato ampio spazio per la conoscenza dei propri collaboratori. Ognuno di loro possiede dei tratti caratteriali simili alle persone che si possono incontrare in azienda nella vita reale
  • Sviluppare una trama: il gioco si articola in 23 scene interattive e coinvolgenti che metteranno alla prova le capacità decisionali del giocatore
  • Preparare i materiali: all’interno della piattaforma sarà presente una libreria multimediale con numerosi approfondimenti tematici legati al gioco, una mappa dell’azienda per conoscere meglio il luogo e degli indicatori che permetteranno alla persona di ricevere costantemente dei feedback sull’andamento della partita
  • Spiegare le regole: la piattaforma è di facile utilizzo anche per chi non è esperto. Inoltre, il percorso formativo che proponiamo prevede un briefing iniziale in cui i giocatori vengono accompagnati alla scoperta del gioco e della Teoria di riferimento
  • Giocare e valutare: la durata del gioco è di circa cinque ore. E’ possibile interrompere e riprende quando si vuole. Alla fine della partita è previsto un debriefing collettivo nel quale, con delle tecniche di facilitazione avanzate, si partirà dall’esperienza del gioco per arrivare a trarre degli insegnamenti utili da poter applicare nella propria realtà.
Fligby rappresenta lo strumento più efficace per imparare divertendosi, allenando l’empatia, grazie alla possibilità di sperimentare un ruolo diverso dal solito e apprendendo dalla propria esperienza. Questo gioco di ruolo permetterà a ciascuna persona di vivere delle esperienze realistiche, ma in un contesto sicuro dove è possibile sbagliare e imparare dai propri errori senza causare danni all’azienda o ai clienti.
Vuoi avere maggiori informazioni su come migliorare la leadership con i giochi di ruolo? Manda una mail a contatta@capoleader.com.