Spiegare FLIGBY basato sull’approccio “Inizia con il perché” di Simon Sinek
“Perchè-Come-Cosa” è l’idea di Simon Sinek di comprendere lo scopo di un prodotto o di un servizio. Ha introdotto questo quadro come un concetto chiamato “Golden Circle“. Il Golden Circle è più di una gerarchia delle comunicazioni. I suoi principi sono profondamente radicati nei principi del processo decisionale umano. Il funzionamento del Golden Circle si adatta perfettamente a come funziona il nostro cervello. Come spiega Sinek, “… il Golden Circle può essere utilizzato come guida per migliorare notevolmente la leadership, la cultura aziendale, le assunzioni, lo sviluppo del prodotto, le vendite e il marketing. Spiega la lealtà e come creare uno slancio sufficiente per trasformare un’idea in un movimento sociale “.
La direzione di ALEAS Sims., California, ha spiegato la missione di FLIGBY insieme al Golden Circle nel modo seguente:
PERCHE’? Costruire ambienti lavorativi migliori e un mondo migliore
Contrariamente a quanto molti di noi credono, la felicità non ci accade semplicemente. È qualcosa che facciamo accadere e deriva dal nostro fare del nostro meglio mentre raggiungiamo obiettivi stimolanti e significativi. Ecco come le generazioni Y e Z trovano il loro flusso : lavorare per una causa, non solo per vivere.
COME? Costruire leader migliori! FLIGBY sviluppa competenze di leadership che promuovono il Flow
La leadership può fare davvero la differenza: ha la capacità di migliorare la qualità della vita. Abbiamo bisogno di leader che credano in obiettivi a beneficio, altri, non solo se stessi. Leadership promuove il flusso crea un ambiente in cui le persone apprezzano il proprio lavoro e crescono nel processo di realizzazione. Il nostro test psicometrico basato sul gioco, misura e sviluppa capacità di Leadership che promuovono il flusso.
CHE COSA? Trasformare lo sviluppo della leadership
FLIGBY è il programma Flow ufficiale per i decision maker, sviluppato in collaborazione con il Dr. Csikszentmihalyi . Il formato di simulazione, combinato con analisi utente avanzate basate sui dati, aiuta i leader a capire come si comportano e l’impatto su quelli che conducono. FLIGBY ridefinisce lo sviluppo della leadership per preparare gli utenti alle sfide del 21 ° secolo.
Quale problema sta risolvendo FLIGBY?
Le pratiche di leadership tradizionali non supportano la crescita sostenibile e non promuovono il flusso: lo sviluppo della leadership tradizionale non affronta le questioni fondamentali che incidono sulla motivazione e sulle prestazioni sul luogo di lavoro. Il suo focus è sull’ottimizzazione dei ruoli all’interno delle strutture esistenti sulla base di idee inflessibili sulle migliori pratiche, piuttosto che sulla creazione di un ambiente in cui le persone apprezzino il proprio lavoro e crescano nella capacità di affrontare sfide sempre più complesse.
Gli approcci tradizionali allo sviluppo della leadership non supportano l’apprendimento esperienziale – La leadership ha un’enorme influenza sullo status dei dipendenti e sul loro futuro. Lo sviluppo della leadership classica considera la leadership troppo “seria” per lasciare spazio all’apprendimento esperienziale.
Qual è la soluzione di FLIGBY?
FLIGBY è progettato secondo i principi di Good Business. Good Business allinea le pratiche di un’azienda a valori autentici. Good Business crea le condizioni per il flusso di lavoro. FLIGBY aiuta gli utenti a esercitarsi e affinare le capacità di leadership per Good Business.
FLIGBY è il “simulatore di volo” della gestione delle persone. Promuove le prestazioni individuali e organizzative e offre un modo coinvolgente per analizzare le conseguenze in tempo reale delle decisioni manageriali. FLIGBY offre una pratica sofisticata in un ambiente sicuro. Può comprimere 8 mesi di esperienza di gestione reale in 6 ore di apprendimento basato sul gioco.
https://capoleader.com/wp-content/uploads/2020/05/why-how-what.jpg300900Stefano Selvinihttps://capoleader.com/wp-content/uploads/2021/10/logo-mobile-300x41-1-300x41.pngStefano Selvini2020-05-19 12:18:112023-01-16 12:46:03Perché-come-cosa: definire la missione di FLIGBY di Zad Vecsey
E’ da parecchio tempo che rifletto sul fatto che, nonostante la situazione difficile che stiamo affrontando, molte persone riescono comunque ad essere felici. La mia riflessione si sviluppa sul comprendere quali siano i fattori che ci portano ad essere felici. Dal momento che la vita è in questo momento ricca di privazioni, lavoro, denaro, relazioni e possibilità di muoversi liberamente, quali sono gli elementi che portano gratificazione alla nostra vita?
Sicuramente non sono elementi esterni o ambientali, la gratificazione non arriva da oggetti, denaro, vacanze o quanto altro. Escludendo questi ci rimangono fattori intrinsechi di gratificazione. Quelli che gli psicologi positivi chiamano autotelici (dal greco auto,”sé”, e telos, “obiettivo”, fine) come ad esempio le emozioni positive, le forze personali e le connessioni sociali che stiamo costruendo con il mondo che ci circonda. Non cerchiamo apprezzamento o una retribuzione ma, l’atto stesso di quello che facciamo, il piacere di essere pienamente impegnati, sono sufficienti. Compiamo un lavoro autotelico perché ci coinvolge completamente, e perché un impegno intenso è lo stato emotivo più piacevole, soddisfacente e dotato di significato che possiamo sperimentare.
E’ per questo che stiamo dedicandoci in lavori di ogni tipo, a volte anche molto duri, giardinaggio, lavoretti fai da te, pulizie e riordino di armadi e cantine. Facendo tutto questo raggiungiamo un livello alto di soddisfazione e in definitiva siamo più felici. E’ sorprendente notarlo perché va contro quello che molti di noi sono portati a credere – la vita deve essere in un certo modo perché possiamo essere felici, e che, quanto più facile sarà la vita tanto più saremo felici.
Il serbatoio della felicità
Questa impostazione ha una conferma che arriva dalla biologia. I nostri cervelli e i nostri corpi producono sostanze neurochimiche e sensazioni fisiologiche che sperimentiamo, in quantità e combinazioni diverse, come piacere, godimento, soddisfazione, estasi, gioia e ogni altro stato identificato come felicità. Siamo noi che inneschiamo questi stati attraverso delle attività autoteliche.
Affrontando un compito difficile, come aggiustare un elettrodomestico, il nostro cervello produce una scarica di adrenalina, l’ormone che regola l’eccitazione, e questa ci fa sentire fiduciosi, pieni di energie e motivati. Se riusciamo a portare a compimento un’attività che riteniamo difficile, ad esempio un cruciverba o un sudoku molto complicato viene liberato un cocktail di noradrenalina, adrenalina e dopamina, tre sostanze che combinate ci fanno sentire soddisfatti, orgogliosi e fortemente eccitati. Quando facciamo ridere o sorridere qualcuno viene rilasciata dopamina, un neurotrasmettitore che da impulso al piacere e alla gratificazione. Quando troviamo sul web storie, video o discorsi che riteniamo “toccanti” di fatto attiviamo il nervo vago che ci fa sentire un nodo in gola o il riflesso pilomotore che ci provoca brividi di piacere o la famosa pelle d’oca.
Il problema è che pochi di noi sono consapevoli di avere a disposizione questi sistemi e non li utilizziamo quasi per nulla volontariamente. Non pensiamo alla felicità come a qualcosa che è già a nostra disposizione nel nostro corpo, come se fosse un serbatoio dal quale attingere per stare bene. Abbiamo la capacità biologica di creare la stessa felicità attraverso un duro lavoro, e tanto più è duro tanto più aumentano le nostre capacità di creare felicità.
Quali sono le gratificazioni che risultano essenziali per produrre felicità?
I 4 segreti della Felicità
Si classificano in 4 gruppi principali:
Desiderio di un lavoro soddisfacente. Ognuno lo identifica soggettivamente ma tutti ricercano di esser immersi in attività definite e provanti, che ci permettano di sperimentare il risultato del nostro impegno.
Ricerca del successo. Aspiriamo ad ottenere risultati eccellenti che ci permettano di dimostrare le nostre qualità e vogliamo progredire sempre di più nel tempo.
Volontà di essere connessi socialmente. Siamo creature altamente sociali, anche i più introversi trovano soddisfazione nel passare del tempo con le persone che apprezzano e al quale sono affezionati. Ci piace condividere esperienze e creare relazioni.
Identificazione di un significato. Amiamo la possibilità di far parte di qualcosa più grande di noi stessi. Vogliamo dare un contributo al mondo che vada al di là delle nostre vite individuali.
Combinare queste 4 aree di gratificazione intriseche ci permette di migliorare la nostra esistenza e sono le fondamenta per essere felici nel lungo termine contrariamente alle gratificazioni estrinseche come la ricchezza, la fama e la bellezza che invece ci ostacolano nel lungo termine e ci impediscono di ottenere un’esistenza felice.
Questo periodo di emergenza sta mettendo in discussione proprio questo e ci obbliga a scoprire il segreto della felicità sta a noi dove andare a cercarla e cosa privilegiare, è importante sapere però che abbiamo già tutto a disposizione per vivere felicemente, basta cercare nel posto giusto….
Dentro di noi!
https://capoleader.com/wp-content/uploads/2020/05/happiness.jpg260468Stefano Selvinihttps://capoleader.com/wp-content/uploads/2021/10/logo-mobile-300x41-1-300x41.pngStefano Selvini2020-05-03 11:11:062023-01-16 12:46:17Essere Felici? ecco il segreto!
Il contesto attuale, ricco di incertezza e imprevedibilità, ci sta dimostrando che sarà sempre più importante investire sulle persone e su quella che mi piace definire leadership personale. Se c’è un punto fermo in questa situazione è che le aziende dovranno investire per arricchire le proprie risorse. I metodi tradizionali di sviluppo non restituiscono i risultati sperati, semplicemente perchè non fanno diventare il processo di sviluppo della leadership divertente.
Learning by doing
Con tutti gli stimoli che quotidianamente attentano alla nostra attenzione, il tema di sviluppare delle metodologie di apprendimento in grado di generare coinvolgimento, curiosità e infine divertimento è fondamentale nel panorama della formazione. Lasciare alla forma scritta/letta il predominio nel processo di crescita individuale non risulta essere una scelta efficace. E’ sempre più necessario studiare programmi integrati di sviluppo che spostino il focus sull’apprendimento generato dall’esperienza, il famoso Learning by doing molto caro agli americani.
Le persone imparano meglio quando non sanno che stanno imparando. Le persone odiano sentirsi dire cosa imparare
Clark Aldrich in “Learning by doing” per maggiori dettagli clicca qui
Insomma è importante che le persone non siano forzate a diventare dei leader migliori ma che si applichino, pratichino e sperimentino attività che gli consentano di essere più efficaci in qualità di leader. Se tutto questo è inserito in un contesto divertente i risultati saranno straordinari.
Il portale Capoleader.com ha proprio questo obiettivo! Fornire un programma di sviluppo della leadership divertente.
Il nostro focus sarà raggiungere questo obiettivo in diversi modi, in primis, con due metodologie didattiche fuori dagli schemi tradizionali:
LEGO® SERIOUS PLAY®. La metodologia di facilitazione del pensiero, del problem solving e della comunicazione attraverso le costruzioni con i famosi mattoncini.
La Teoria del FLOW di Mihaly Csikszentmihalyi che definisce come raggiungere la stato di prestazione ottimale e portare il massimo coinvolgimento nella vita e soprattuto in azienda.
Troverete una spiegazione approfondita di entrambe nella sezione del sito riservata ai metodi .
Il programma di Leadership Divertente
Il programma combinato di sviluppo della Leadership Divertente utilizzerà anche uno strumento di apprendimento completamente innovativo. Esso prende spunto da quanto si applica già nella formazione dei piloti di aerei. Ovviamente per questa categoria il learning by doing risulterebbe complicato e metterebbe a rischio la vita stessa del pilota, nonchè l’aeroplano necessario per insegnargli a volare. Come è stato risolto questo dilemma nell’ambito dell’aviazione? Attraverso l’utilizzo dei simulatori di volo.
Bene il nostro programma di Leadership Divertente mette a disposizione ai partecipanti un simulatore di Leadership studiato appositamente per mettere alla prova le tue abilità di capo. Vestirai i panni di un Direttore Generale di un’azienda e avrai a disposizione un team di 8 persone per raggiungere gli obiettivi che ti saranno assegnati. Questo strumento è studiato per sfruttare tutte le indicazioni della teoria del Flow di Csikszentmihalyi e fornisce una interessante possibilità di assesment delle skills principali di un Leader. Se vuoi approfondire l’argomento clicca questo link apri la pagina dedicata al Flow, registrati nell’apposito form e aprirai la porta verso il Training del Futuro.
Perchè la Leadership non è mai stata così divertente!!
https://capoleader.com/wp-content/uploads/2020/04/Carosello1-1.png6751200Stefano Selvinihttps://capoleader.com/wp-content/uploads/2021/10/logo-mobile-300x41-1-300x41.pngStefano Selvini2020-04-16 16:04:382022-04-13 15:03:46LA LEADERSHIP NON E’ MAI STATA COSI’ DIVERTENTE
diAndrea Casella, cestista professionista, imprenditore e dottore in scienze e tecniche psicologiche
Stefano lo conosco da diversi anni ormai e abbiamo condiviso momenti caratterizzati da periodi di crescita esponenziale che mi hanno aiutato a raggiungere i miei obiettivi e, soprattutto, a evolvere come uomo e come persona.
Il rapporto di lavoro che ci ha fatto incontrare si è trasformato adesso in una profonda amicizia basata sul rispetto, lo stimolo e il supporto reciproco volto ad affrontare nuove sfide per raggiungere un livello superiore sia per quanto riguarda i vari business che abbiamo, sia nella propria sfera personale.
L’altra sera abbiamo fatto una delle nostre “skyppate” di brainstorming e ci siamo condivisi le idee e i percorsi che ognuno di noi sta intraprendendo. Si, perché il movimento è vita e, (fisica docet), e quando ci fermiamo moriamo un po’.
E’ per questo che quando succede che Steve mi chiama per dirmi che ha iniziato un nuovo percorso o ha aggiunto un tassello al proprio puzzle metto in pausa tutto quello che faccio e spalanco le orecchie e, prendendo un foglio e una penna per prendere appunti, ascolto quanto ha da dirmi. Non perché lui abbia la verità intrinseca o sia il nuovo Messia, bensì perché lo reputo un punto di riferimento, un mentore e una persona orientata al futuro pur sapendo che l’unico modo di crearlo il più bello possibile è quello di costruirlo partendo dal presente.
Un mentore è questo, colui che cresce con te, condivide ciò che ha e impara insieme a te. Ti mostra come si fa a imparare, a evolvere e a sbagliare. E non si ferma.
Presenza
L’altra sera mi ha chiesto di mettere giù due righe sul concetto di flow e di dare sfogo a quello che so e che ho imparato negli anni. Premesso che in “due righe” non si può riassumere tutto, proverò a partire da una parola: presenza.
Con il termine flow si indica proprio questo, la presenza mentale totale in quel momento che si sta vivendo, non esiste più nient’altro che quell’istante, quel pensiero e passato e futuro sono solamente entità “non ammesse” e che devono aspettare fuori. Il tempo sembra fermarsi, scorre lento ma velocissimo, due ore diventano un battito di ciglia, ma la sensazione è che quel battito di ciglia, per compiersi, abbia impiegato un’eternità.
Questo è il flow. Tutto te stesso è concentrato in quello che stai facendo e le cose ti vengono maledettamente bene, tutto va come deve andare, la “nave” va da sola e tu puoi goderti il paesaggio.
Quando abbiamo finito la chiamata su Skype ci siamo accorti che erano passate circa due ore. Due ore piene, senza pause, senza stop, con diverse pagine di appunti mentali e scritti per ognuno su resoconti, “puntini uniti”, progetti e idee che ci hanno arricchito. Due ore in un battito di ciglia.
Tutti, ma proprio tutti quanti, hanno sperimentato questa sensazione. Da sportivo professionista è lo stato che aspiro a raggiungere per più tempo possibile durante le partite e gli allenamenti, perché da accesso a tutto ciò che ho imparato e a tutti quegli schemi motori e di pensiero che ho allenato nelle migliaia di ore passate sul campo e in palestra.
Attenzione, l’allenamento non è solamente fisico, coi i pesi o son la palla. E’ soprattutto mentale. Lo si fa anche in poltrona, sul divano, nel letto o mentre si va al palazzetto. Mi riferisco a quei momenti di immaginazione che per tutta la nostra infanzia ci hanno fatto evadere dalla scuola, “inceppandoci” con lo sguardo fisso fuori dalla finestra a pensare che mancavano ancora 4 ore e poi avremmo avuto la libertà di tornare a giocare.
Come entrare in Flow
Come si entra in questo “stato di grazia” che ci fa letteralmente godere? Bella domanda, grazie per averla pensata.
E’ più complesso di quanto si pensi, ma è anche più semplice di quanto credi.
Come ti ho già accennato questo è uno stato della mente che tutti noi possiamo raggiungere e che abbiamo già sperimentato. E allora perché dico che è complesso?
Abitudini
Il primo motivo è che non ci siamo abituati. Abbiamo tutti quanti ricevuto un’educazione volta al controllo dei pensieri, ai dogmi e al non avere la testa tra le nuvole. Quando a scuola ci perdevamo nei pensieri venivamo ovviamente redarguiti perché quello non era il momento giusto di fantasticare, e magari venivamo anche puniti. Negli anni abbiamo quindi soppresso questa capacità perché inconsciamente giudicata come qualcosa di negativo e controproducente, piuttosto che imparare a dirigere tale flusso di pensieri verso ciò che il nostro subconscio e la mente ci stessero dicendo.
L’altro ostacolo che si presenta è, come il precedente, legato alle abitudini che abbiamo acquisito. Siamo abituati che per fare qualcosa ci si deve concentrare di più, e se non viene come vogliamo dobbiamo sforzarci e metterci più impegno. Ma i nemici numero uno per eccellenza dello stato di flow sono proprio lo sforzo e la forza di volontà. Più ci sforziamo e più blocchiamo l’accesso allo stato di grazia. Più ci mettiamo impegno e meno risultati otterremo.
E allora come si possono sconfiggere questi nemici?
Non combattendo. Evitando lo scontro, lo sforzo, aprendo la mente e le braccia e dirigendola gentilmente verso alcuni pensieri specifici.
Ok, è probabile che tu sia confuso. Proviamola a mettere in questo modo.
Quand’è che il tempo sembra passare in un amen, non senti la fatica e andresti avanti a oltranza senza sosta?
Ti è successo ogni volta che ti sei divertito.
Divertimento
Il divertimento è infatti il catalizzatore più potente per entrare in questo stato meraviglioso, perché automaticamente annienta le distrazioni e ti fa accedere a tutte le risorse di cui hai bisogno.
Il corpo e la mente umana sono degli strumenti incredibili che si sono evoluti sino a oggi con lo scopo primario di andare verso il piacere e fuggire da cosa fa stare male. Quando ci immergiamo in un’attività che fa divertire la nostra mente “lo sa” e farà di tutto per restare in quel momento, perché inevitabilmente è a conoscenza che “ci fa piacere”.
“Le persone sono fatte per fare cose, ma le cose non sono fatte per le persone.” (Super cit.).
Ambiente
L’ambiente nel quale viviamo e lavoriamo molto spesso non sono adatti a noi. Questo perché siamo portati ad accontentarci di ciò che ci dicono gli altri che, secondo loro, è meglio per noi. Soprattutto chiediamo consigli giusti a persone sbagliate (es. Ascoltiamo l’amico barista che ci parla di investimenti bancari piuttosto che il professionista che effettivamente guadagna da quell’attività, ecc.).
L’obiettivo di ognuno di noi deve essere quello di aprire gli occhi, crearci la realtà che vogliamo vivere partendo innanzi tutto dallo scoprire cosa ci fa stare bene e ci fa divertire; crearci attorno un ambiente propositivo a tale scopo con persone e attività che favoriscano tale divertimento, e permettere alla nostra mente di sperimentare nuove esperienze.
Da sportivo professionista la prima cosa che mi piace della mia attività è che mi diverte ancora come quando ero bambino e tiravo nel campino dietro casa. Ma non mi sono fermato qua, ho studiato psicologia e ho sperimentato un milione di attività diverse.
Ad esempio il livello di concentrazione e presenza mentale che raggiungo quando mi metto al pianoforte a suonare è diverso da quando leggo un libro che mi piace piuttosto che quello di quando disegno o semplicemente lasci vagare la mente su tutto quello che vuole lei.
Il mio scopo ultimo è quello di metterti a conoscenza che il mondo non è solo quello che abbiamo vissuto sinora, bensì è molto più vasto e meraviglioso di quello che si possa immaginare e il primo passo per scoprirlo è quello di iniziare a esplorare quello che abbiamo dentro, che ci fa stare bene. Prendi coscienza delle proprie paure e dubbi e dirigere gentilmente l’attenzione verso la soluzione, verso il piacere.
Il Flow è come lo yogurt
La vita è un viaggio continuo e tutti noi, come lo yogurt che è in frigo, abbiamo una data di scadenza. A nessuno è dato sapere però quando sarà, ma capire che possiamo aumentare il tempo a nostra disposizione semplicemente dirigendo consapevolmente l’attenzione a quelle cose che portano un valore positivo ci farà vibrare a un livello più alto e, soprattutto, ci aprirà le porte a un mondo meraviglioso che si chiama flow.
Ti ringrazio per essere arrivato sino qui. Hai fatto già un passo importante verso la tua consapevolezza e spero di averti aiutato un minimo a smuovere le acque della tua mente e a creare quel movimento che crea vita.
Ora tocca a te.
Qualunque sia il tuo obiettivo chiedi a Stefano come potrai fare a raggiungerlo.
Ti auguro di divertirti, il viaggio è appena iniziato.
Io vado a mangiare lo yogurt ora, che sennò poi scade.
Andrea
https://capoleader.com/wp-content/uploads/2020/04/yogurt.jpg545725Stefano Selvinihttps://capoleader.com/wp-content/uploads/2021/10/logo-mobile-300x41-1-300x41.pngStefano Selvini2020-04-13 17:53:062021-09-14 11:53:54Il Flow è come lo yogurt!
Io penso di essere, come tanti altri, una persona che ama
divertirsi. Ricercare un modo per provare divertimento, sia che sia attraverso
lo sport, una lettura, una camminata o altri hobby, è la strada per arricchire la
nostra vita. Capire come funziona il meccanismo che regola il divertimento ci consentirebbe
di accrescere enormemente la nostra felicità. Immaginiamo dunque di vivere una
vita in costante sensazione di divertimento, quanto paghereste per farlo?
Un ulteriore implicazione positiva sta nel fatto che quando ci
divertiamo e siamo coinvolti in quello che facciamo, siamo anche più efficaci e
otteniamo più facilmente i nostri obiettivi.
Questa sensazione “magica” di puro coinvolgimento e massima attenzione è stata studiata molto in profondità nel corso del tempo, il più importante accademico che ha analizzato l’origine della felicità e del divertimento è il Prof. Csikszentmihalyi e lo ha chiamato stato di Flow.
Il Flow è uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività caratterizzata da focus, attenzione e consapevolezza dei propri mezzi.
I requisiti per entrare in questo stato sono:
Gli obiettivi sono chiari. Avere un ardente desiderio chiaro e nitido di quello che
vogliamo raggiungere. Aver determinato qual è lo stato ideale che si vuole
raggiungere.
Il feedback è immediato. Nel momento stesso in cui si compie l’azione possiamo
valutarne l’esito. Il feedback non arriva dopo minuti, ore o settimane, ma
immediatamente: “ho superato un avversario”, “ho riprodotto la variazione del
brano x”, e così via.
Concentrazione esclusiva sulla situazione in atto. Non ci sono distrazioni, si è al
100% immersi nella prestazione.
Assenza di auto-osservazione. Nel preciso momento in cui si compie l’azione, l’individuo
non si chiede come stia andando. Non esiste il “dovrei fare così”, “sarebbe
meglio se”, ma solo la pura presa di coscienza di ciò che è già passato.
Rapporto fluido e continuo tra l’azione e la consapevolezza. Non vi sono momenti per pensare e
momenti per agire. È un flusso unico, senza interruzioni, e l’azione si
sviluppa di pari passo con la consapevolezza di ciò che sta avvenendo.
Il senso del tempo è alterato. In questi momenti i soggetti intervistati dichiaravano di
avere una percezione del tempo completamente alterata. Un secondo può durare
una vita e viceversa.
Motivazione intrinseca. Ciò che motiva il soggetto durante l’esecuzione non è un
riconoscimento esterno ma un piacere “intrinseco”, interiore, una sorta di
beatitudine non dipendente dalle eventuali conferme esterne.
Il senso del controllo è automatico e privo di sforzo. La tua padronanza della materia è
tale da farti sentire perfettamente capace di controllare ciò che avviene,
senza sforzi o timori.
Vi è equilibrio tra le proprie capacità e il senso di difficoltà
percepito. Sei
bravo, preparato e capace in quella specifica attività. Hai interiorizzato la
tecnica e senti di dover affrontare una sfida alla tua portata.
Proprio l’ultimo punto fa molto riflettere. Ottengo uno stato
di Flow quando c’è bilanciamento tra le mie capacità e il livello di difficoltà
dell’attività. Questo a prescindere dall’attività svolta, quindi qualsiasi
attività che abbiamo di fronte a noi può permetterci di entrare in questo “stato
di grazia”.
Se immaginiamo le nostre attività lavorative questo concetto
assume un’alta rilevanza, non è la singola attività che ci provoca noia o stress
ma è il contesto nel quale la affrontiamo. Se percepisco difficoltà o sfida dal
compiere un lavoro probabilmente mi annoierò. Se percepisco il compito come
troppo difficile proverò ansia o stress nel doverlo affrontare. Il segreto del
successo sembrerebbe quindi essere legato a come vengono approcciate le situazioni
lavorative. Dosando il livello di sfida intrinseco posso far diventare un’attività
coinvolgente e pertanto affrontarla al massimo delle mie potenzialità.
Affrontare il lavoro come fosse un gioco che ha lo scopo di ingaggiarmi e farmi
divertire è la soluzione migliore per aumentare la nostra efficacia personale.
Porta il divertimento e il Flow nel tuo ambiente lavorativo!
https://capoleader.com/wp-content/uploads/2020/03/enjoy.jpg417626Stefano Selvinihttps://capoleader.com/wp-content/uploads/2021/10/logo-mobile-300x41-1-300x41.pngStefano Selvini2020-03-23 09:38:322020-04-15 13:31:26PIU’ DIVERTIMENTO (specialmente a lavoro)
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