Il gioco e il CapoLeader
Nella comune concezione il gioco e il lavoro sono in antitesi: il primo è un’attività che non porta a risultati concreti, il secondo ha il fine di raggiungere obiettivi e profitto.
E’ utile però ribadire che il gioco non è una perdita di tempo, anzi esso ha sempre una finalità e offre a chi lo pratica molti benefici. Quali? Di seguito passiamo in rassegna i maggiori.
Benefici sul piano biologico. Il gioco ha influenza sullo sviluppo celebrale, il cervello controlla il gioco e ne stabilisce le regole. All’aumentare della complessità del gioco si formano reti neurali per mettere il cervello in condizioni di gestirla. “Il gioco è come un fertilizzante che favorisce la crescita del cervello. E’ sciocco non farne uso!” (Stuart Brown)
Benefici sul piano sociale. Il gioco aiuta a regolare le risposte emotive agli stimoli che arrivano dall’esterno. Ci prepara a gestire avvenimenti improvvisi e a sviluppare capacità di reazione, migliorando le relazioni sociali. Si assumono diversi ruoli, si coopera con altri individui, si contestano decisioni, si risolvono problemi. “Il gioco ci apporta l’ironia con la quale gestire il paradosso, l’ambiguità, e il fatalismo. Nutre le radici della fiducia, dell’empatia, della sollecitudine e della condivisione” (Stuart Brown).
Benefici sul piano dello sviluppo personale. Il gioco ci aiuta a mettere alla prova le nostre abilità, a esercitare i nostri talenti, che in tal modo si affinano. Attraverso il gioco, l’apprendimento e la memoria si sviluppano in modo più stabile e duraturo. In un contesto sicuro possiamo più facilmente correre rischi senza averne paura, possiamo immaginare al di fuori degli schemi e realizzare ciò che appare possibile. “Quando smettiamo di giocare, smettiamo di crescere e in quel momento prendono il sopravvento le leggi dell’entropia…. tutto si sfalda”.
Benefici sul piano linguistico. Il gioco ci aiuta a migliorare il nostro lessico e ad inserire e affinare il linguaggio per meglio descrivere le interazioni che avvengono nel suo contesto. Si sta diffondendo sempre di più nelle nostre scuole l’approccio glottodidattico ludico per imparare nuovo lingue.
Insomma il gioco è in grado di dar vita a diverse dinamiche di miglioramento. Pertanto il suo utilizzo nella formazione permette l’ottenimento di risultati insperati rispetto ai metodi tradizionali. La teoria del gioco serio, cioè l’utilizzo del gioco in contesti non ludici è pertanto un volano per la facilitazione del pensiero, dell’emersione di nuove idee e per l’approccio al problem solving. La metodologia LEGO® SERIOUS PLAY® ne è un esempio.
Il workshop LEGO® SERIOUS PLAY® è una riunione volontaria di più persone finalizzata all’applicazione dell’immaginazione, con schemi ludici, in un contesto non ludico. Esso riguarda l’esplorazione e la predisposizione, non l’implementazione. I mattoncini LEGO® diventano il linguaggio comune per esprimere e condividere le proprie idee.
Una delle possibili applicazioni della metodologia è associata alla costruzione di nuove identità o l’evoluzione di quelle preesistenti. L’esecutore individuale nel suo processo di transizione alla figura di CapoLeader ha proprio bisogno di supporto, di scoprire dentro di sé le risorse necessarie a ispirare, guidare e sviluppare il proprio team.
I mattoncini Lego® diventano così una nuova forma di linguaggio per esprimere le proprie emozioni, liberare il pensiero e concretizzare i passaggi principali dell’evoluzione del ruolo di capo.
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