Leadership divertente
Leadership Divertente

Il contesto attuale, ricco di incertezza e imprevedibilità, ci sta dimostrando che sarà sempre più importante investire sulle persone e su quella che mi piace definire leadership personale. Se c’è un punto fermo in questa situazione è che le aziende dovranno investire per arricchire le proprie risorse. I metodi tradizionali di sviluppo non restituiscono i risultati sperati, semplicemente perchè non fanno diventare il processo di sviluppo della leadership divertente.

Learning by doing

Con tutti gli stimoli che quotidianamente attentano alla nostra attenzione, il tema di sviluppare delle metodologie di apprendimento in grado di generare coinvolgimento, curiosità e infine divertimento è fondamentale nel panorama della formazione. Lasciare alla forma scritta/letta il predominio nel processo di crescita individuale non risulta essere una scelta efficace. E’ sempre più necessario studiare programmi integrati di sviluppo che spostino il focus sull’apprendimento generato dall’esperienza, il famoso Learning by doing molto caro agli americani.

Le persone imparano meglio quando non sanno che stanno imparando. Le persone odiano sentirsi dire cosa imparare

Clark Aldrich in “Learning by doing” per maggiori dettagli clicca qui

Insomma è importante che le persone non siano forzate a diventare dei leader migliori ma che si applichino, pratichino e sperimentino attività che gli consentano di essere più efficaci in qualità di leader. Se tutto questo è inserito in un contesto divertente i risultati saranno straordinari.

Il portale Capoleader.com ha proprio questo obiettivo! Fornire un programma di sviluppo della leadership divertente.

Il nostro focus sarà raggiungere questo obiettivo in diversi modi, in primis, con due metodologie didattiche fuori dagli schemi tradizionali:

  • LEGO® SERIOUS PLAY®. La metodologia di facilitazione del pensiero, del problem solving e della comunicazione attraverso le costruzioni con i famosi mattoncini.
  • La Teoria del FLOW di Mihaly Csikszentmihalyi che definisce come raggiungere la stato di prestazione ottimale e portare il massimo coinvolgimento nella vita e soprattuto in azienda.

Troverete una spiegazione approfondita di entrambe nella sezione del sito riservata ai metodi .

Il programma di Leadership Divertente

Il programma combinato di sviluppo della Leadership Divertente utilizzerà anche uno strumento di apprendimento completamente innovativo. Esso prende spunto da quanto si applica già nella formazione dei piloti di aerei. Ovviamente per questa categoria il learning by doing risulterebbe complicato e metterebbe a rischio la vita stessa del pilota, nonchè l’aeroplano necessario per insegnargli a volare. Come è stato risolto questo dilemma nell’ambito dell’aviazione? Attraverso l’utilizzo dei simulatori di volo.

Bene il nostro programma di Leadership Divertente mette a disposizione ai partecipanti un simulatore di Leadership studiato appositamente per mettere alla prova le tue abilità di capo. Vestirai i panni di un Direttore Generale di un’azienda e avrai a disposizione un team di 8 persone per raggiungere gli obiettivi che ti saranno assegnati. Questo strumento è studiato per sfruttare tutte le indicazioni della teoria del Flow di Csikszentmihalyi e fornisce una interessante possibilità di assesment delle skills principali di un Leader. Se vuoi approfondire l’argomento clicca questo link apri la pagina dedicata al Flow, registrati nell’apposito form e aprirai la porta verso il Training del Futuro.

Perchè la Leadership non è mai stata così divertente!!

di Andrea Casella, cestista professionista, imprenditore e dottore in scienze e tecniche psicologiche

Cosa hanno in comune il Flow e lo Yogurt
Cosa hanno in comune il flow e lo yogurt?

Stefano lo conosco da diversi anni ormai e abbiamo condiviso momenti caratterizzati da periodi di crescita esponenziale che mi hanno aiutato a raggiungere i miei obiettivi e, soprattutto, a evolvere come uomo e come persona.

Il rapporto di lavoro che ci ha fatto incontrare si è trasformato adesso in una profonda amicizia basata sul rispetto, lo stimolo e il supporto reciproco volto ad affrontare nuove sfide per raggiungere un livello superiore sia per quanto riguarda i vari business che abbiamo, sia nella propria sfera personale.

L’altra sera abbiamo fatto una delle nostre “skyppate” di brainstorming e ci siamo condivisi le idee e i percorsi che ognuno di noi sta intraprendendo. Si, perché il movimento è vita e, (fisica docet), e quando ci fermiamo moriamo un po’.

E’ per questo che quando succede che Steve mi chiama per dirmi che ha iniziato un nuovo percorso o ha aggiunto un tassello al proprio puzzle metto in pausa tutto quello che faccio e spalanco le orecchie e, prendendo un foglio e una penna per prendere appunti, ascolto quanto ha da dirmi. Non perché lui abbia la verità intrinseca o sia il nuovo Messia, bensì perché lo reputo un punto di riferimento, un mentore e una persona orientata al futuro pur sapendo che l’unico modo di crearlo il più bello possibile è quello di costruirlo partendo dal presente.

Un mentore è questo, colui che cresce con te, condivide ciò che ha e impara insieme a te. Ti mostra come si fa a imparare, a evolvere e a sbagliare. E non si ferma.

Presenza

L’altra sera mi ha chiesto di mettere giù due righe sul concetto di flow e di dare sfogo a quello che so e che ho imparato negli anni.
Premesso che in “due righe” non si può riassumere tutto, proverò a partire da una parola: presenza.

Con il termine flow si indica proprio questo, la presenza mentale totale in quel momento che si sta vivendo, non esiste più nient’altro che quell’istante, quel pensiero e passato e futuro sono solamente entità “non ammesse” e che devono aspettare fuori. Il tempo sembra fermarsi, scorre lento ma velocissimo, due ore diventano un battito di ciglia, ma la sensazione è che quel battito di ciglia, per compiersi, abbia impiegato un’eternità.

Questo è il flow. Tutto te stesso è concentrato in quello che stai facendo e le cose ti vengono maledettamente bene, tutto va come deve andare, la “nave” va da sola e tu puoi goderti il paesaggio.

Quando abbiamo finito la chiamata su Skype ci siamo accorti che erano passate circa due ore. Due ore piene, senza pause, senza stop, con diverse pagine di appunti mentali e scritti per ognuno su resoconti, “puntini uniti”, progetti e idee che ci hanno arricchito. Due ore in un battito di ciglia.

Tutti, ma proprio tutti quanti, hanno sperimentato questa sensazione. Da sportivo professionista è lo stato che aspiro a raggiungere per più tempo possibile durante le partite e gli allenamenti, perché da accesso a tutto ciò che ho imparato e a tutti quegli schemi motori e di pensiero che ho allenato nelle migliaia di ore passate sul campo e in palestra.

Attenzione, l’allenamento non è solamente fisico, coi i pesi o son la palla. E’ soprattutto mentale. Lo si fa anche in poltrona, sul divano, nel letto o mentre si va al palazzetto. Mi riferisco a quei momenti di immaginazione che per tutta la nostra infanzia ci hanno fatto evadere dalla scuola, “inceppandoci” con lo sguardo fisso fuori dalla finestra a pensare che mancavano ancora 4 ore e poi avremmo avuto la libertà di tornare a giocare.

Come entrare in Flow

Come si entra in questo “stato di grazia” che ci fa letteralmente godere? Bella domanda, grazie per averla pensata.

E’ più complesso di quanto si pensi, ma è anche più semplice di quanto credi.

Come ti ho già accennato questo è uno stato della mente che tutti noi possiamo raggiungere e che abbiamo già sperimentato. E allora perché dico che è complesso?

Abitudini

Il primo motivo è che non ci siamo abituati. Abbiamo tutti quanti ricevuto un’educazione volta al controllo dei pensieri, ai dogmi e al non avere la testa tra le nuvole. Quando a scuola ci perdevamo nei pensieri venivamo ovviamente redarguiti perché quello non era il momento giusto di fantasticare, e magari venivamo anche puniti. Negli anni abbiamo quindi soppresso questa capacità perché inconsciamente giudicata come qualcosa di negativo e controproducente, piuttosto che imparare a dirigere tale flusso di pensieri verso ciò che il nostro subconscio e la mente ci stessero dicendo.

L’altro ostacolo che si presenta è, come il precedente, legato alle abitudini che abbiamo acquisito. Siamo abituati che per fare qualcosa ci si deve concentrare di più, e se non viene come vogliamo dobbiamo sforzarci e metterci più impegno. Ma i nemici numero uno per eccellenza dello stato di flow sono proprio lo sforzo e la forza di volontà. Più ci sforziamo e più blocchiamo l’accesso allo stato di grazia. Più ci mettiamo impegno e meno risultati otterremo.

E allora come si possono sconfiggere questi nemici?

Non combattendo. Evitando lo scontro, lo sforzo, aprendo la mente e le braccia e dirigendola gentilmente verso alcuni pensieri specifici.

Ok, è probabile che tu sia confuso. Proviamola a mettere in questo modo.

Quand’è che il tempo sembra passare in un amen, non senti la fatica e andresti avanti a oltranza senza sosta?

Ti è successo ogni volta che ti sei divertito.

Il Flow con la musica

Divertimento

Il divertimento è infatti il catalizzatore più potente per entrare in questo stato meraviglioso, perché automaticamente annienta le distrazioni e ti fa accedere a tutte le risorse di cui hai bisogno.

Il corpo e la mente umana sono degli strumenti incredibili che si sono evoluti sino a oggi con lo scopo primario di andare verso il piacere e fuggire da cosa fa stare male. Quando ci immergiamo in un’attività che fa divertire la nostra mente “lo sa” e farà di tutto per restare in quel momento, perché inevitabilmente è a conoscenza che “ci fa piacere”.

“Le persone sono fatte per fare cose, ma le cose non sono fatte per le persone.” (Super cit.).

Ambiente

L’ambiente nel quale viviamo e lavoriamo molto spesso non sono adatti a noi. Questo perché siamo portati ad accontentarci di ciò che ci dicono gli altri che, secondo loro, è meglio per noi. Soprattutto chiediamo consigli giusti a persone sbagliate (es. Ascoltiamo l’amico barista che ci parla di investimenti bancari piuttosto che il professionista che effettivamente guadagna da quell’attività, ecc.).

L’obiettivo di ognuno di noi deve essere quello di aprire gli occhi, crearci la realtà che vogliamo vivere partendo innanzi tutto dallo scoprire cosa ci fa stare bene e ci fa divertire; crearci attorno un ambiente propositivo a tale scopo con persone e attività che favoriscano tale divertimento, e permettere alla nostra mente di sperimentare nuove esperienze.

Da sportivo professionista la prima cosa che mi piace della mia attività è che mi diverte ancora come quando ero bambino e tiravo nel campino dietro casa. Ma non mi sono fermato qua, ho studiato psicologia e ho sperimentato un milione di attività diverse.

Ad esempio il livello di concentrazione e presenza mentale che raggiungo quando mi metto al pianoforte a suonare è diverso da quando leggo un libro che mi piace piuttosto che quello di quando disegno o semplicemente lasci vagare la mente su tutto quello che vuole lei.

Il mio scopo ultimo è quello di metterti a conoscenza che il mondo non è solo quello che abbiamo vissuto sinora, bensì è molto più vasto e meraviglioso di quello che si possa immaginare e il primo passo per scoprirlo è quello di iniziare a esplorare quello che abbiamo dentro, che ci fa stare bene. Prendi coscienza delle proprie paure e dubbi e dirigere gentilmente l’attenzione verso la soluzione, verso il piacere.

Il Flow è come lo yogurt

La vita è un viaggio continuo e tutti noi, come lo yogurt che è in frigo, abbiamo una data di scadenza. A nessuno è dato sapere però quando sarà, ma capire che possiamo aumentare il tempo a nostra disposizione semplicemente dirigendo consapevolmente l’attenzione a quelle cose che portano un valore positivo ci farà vibrare a un livello più alto e, soprattutto, ci aprirà le porte a un mondo meraviglioso che si chiama flow.

Ti ringrazio per essere arrivato sino qui. Hai fatto già un passo importante verso la tua consapevolezza e spero di averti aiutato un minimo a smuovere le acque della tua mente e a creare quel movimento che crea vita.

Ora tocca a te.

Qualunque sia il tuo obiettivo chiedi a Stefano come potrai fare a raggiungerlo.

Ti auguro di divertirti, il viaggio è appena iniziato.

Io vado a mangiare lo yogurt ora, che sennò poi scade.

Andrea

Divertimento a lavoro è possibile

Io penso di essere, come tanti altri, una persona che ama divertirsi. Ricercare un modo per provare divertimento, sia che sia attraverso lo sport, una lettura, una camminata o altri hobby, è la strada per arricchire la nostra vita. Capire come funziona il meccanismo che regola il divertimento ci consentirebbe di accrescere enormemente la nostra felicità. Immaginiamo dunque di vivere una vita in costante sensazione di divertimento, quanto paghereste per farlo?

Un ulteriore implicazione positiva sta nel fatto che quando ci divertiamo e siamo coinvolti in quello che facciamo, siamo anche più efficaci e otteniamo più facilmente i nostri obiettivi.

Questa sensazione “magica” di puro coinvolgimento e massima attenzione è stata studiata molto in profondità nel corso del tempo, il più importante accademico che ha analizzato l’origine della felicità e del divertimento è il Prof. Csikszentmihalyi e lo ha chiamato stato di Flow.

Il Flow è uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività caratterizzata da focus, attenzione e consapevolezza dei propri mezzi.

I requisiti per entrare in questo stato sono:

  1. Gli obiettivi sono chiari. Avere un ardente desiderio chiaro e nitido di quello che vogliamo raggiungere. Aver determinato qual è lo stato ideale che si vuole raggiungere.
  2. Il feedback è immediato. Nel momento stesso in cui si compie l’azione possiamo valutarne l’esito. Il feedback non arriva dopo minuti, ore o settimane, ma immediatamente: “ho superato un avversario”, “ho riprodotto la variazione del brano x”, e così via.
  3. Concentrazione esclusiva sulla situazione in atto. Non ci sono distrazioni, si è al 100% immersi nella prestazione.
  4. Assenza di auto-osservazione. Nel preciso momento in cui si compie l’azione, l’individuo non si chiede come stia andando. Non esiste il “dovrei fare così”, “sarebbe meglio se”, ma solo la pura presa di coscienza di ciò che è già passato.
  5. Rapporto fluido e continuo tra l’azione e la consapevolezza. Non vi sono momenti per pensare e momenti per agire. È un flusso unico, senza interruzioni, e l’azione si sviluppa di pari passo con la consapevolezza di ciò che sta avvenendo.
  6. Il senso del tempo è alterato. In questi momenti i soggetti intervistati dichiaravano di avere una percezione del tempo completamente alterata. Un secondo può durare una vita e viceversa.
  7. Motivazione intrinseca. Ciò che motiva il soggetto durante l’esecuzione non è un riconoscimento esterno ma un piacere “intrinseco”, interiore, una sorta di beatitudine non dipendente dalle eventuali conferme esterne.
  8. Il senso del controllo è automatico e privo di sforzo. La tua padronanza della materia è tale da farti sentire perfettamente capace di controllare ciò che avviene, senza sforzi o timori.
  9. Vi è equilibrio tra le proprie capacità e il senso di difficoltà percepito. Sei bravo, preparato e capace in quella specifica attività. Hai interiorizzato la tecnica e senti di dover affrontare una sfida alla tua portata.

Proprio l’ultimo punto fa molto riflettere. Ottengo uno stato di Flow quando c’è bilanciamento tra le mie capacità e il livello di difficoltà dell’attività. Questo a prescindere dall’attività svolta, quindi qualsiasi attività che abbiamo di fronte a noi può permetterci di entrare in questo “stato di grazia”.

Se immaginiamo le nostre attività lavorative questo concetto assume un’alta rilevanza, non è la singola attività che ci provoca noia o stress ma è il contesto nel quale la affrontiamo. Se percepisco difficoltà o sfida dal compiere un lavoro probabilmente mi annoierò. Se percepisco il compito come troppo difficile proverò ansia o stress nel doverlo affrontare. Il segreto del successo sembrerebbe quindi essere legato a come vengono approcciate le situazioni lavorative. Dosando il livello di sfida intrinseco posso far diventare un’attività coinvolgente e pertanto affrontarla al massimo delle mie potenzialità. Affrontare il lavoro come fosse un gioco che ha lo scopo di ingaggiarmi e farmi divertire è la soluzione migliore per aumentare la nostra efficacia personale.

Porta il divertimento e il Flow nel tuo ambiente lavorativo!

La leadership non è questo!

E’ successo a tutti, prima o poi, di imbattersi nell’immagine che puoi vedere qui sopra. Ti hanno detto che il capo comanda dalle retrovie, mentre il leader è in prima fila a spingere lastre di pietra come i suoi collaboratori.

Rappresentare la leadership in questo modo è fuorviante e irrispettoso nei confronti di chi ogni giorno ricopre il ruolo di capo.

Io non vedo nulla di male a chiamarti in questo modo.

Capo nel mio vocabolario è:

Persona che dirige, che è posta al comando di altre persone.

Il capo, cioè la testa, è la parte principale e più nobile del corpo”

L’analogia con la testa del corpo umano permette di comprendere che funzione ha un capo in azienda o più semplicemente in un ufficio.

E’ la parte più nobile, che permette ai restanti organi del corpo di svolgere il proprio compito. Il cervello in quanto tale è importante perché tutti gli altri apparati sono collegati e necessitano di questo per lavorare in armonia e formare un sistema complesso ed efficiente. Il cervello, pur nella sua importanza, non può però sostituirsi allo stomaco, ai polmoni, alle braccia e alle gambe. Non è sostituto di altri organi, per sua natura non ha questa funzionalità. Esso può però studiare ed apprendere tante informazioni relative agli altri organi, può imparare come agevolarli nel loro compito, può dosare l’intensità del lavoro di ciascuno, farli riposare o aumentarne l’utilizzo se necessario. Va da sé che senza un organo periferico ben funzionante sono compromesse le prestazioni dell’intero sistema. Nel caso il cervello non funzioni l’intero sistema risulta completamente fermo e inutilizzabile.

Quanto sopra non vuole essere un elogio alla figura del capo in quanto tale. Semplicemente voglio ribadire l’importanza che ogni singolo componente di un team, capo compreso, deve svolgere il compito per il quale riesce a fornire il contributo più adeguato.

Il capo non è colui che tira il carro, quando, seduto ad una scrivania, può portare più valore organizzando, prendendo decisioni e pianificando efficientemente il lavoro dei propri collaboratori.

Hai ancora incertezze circa la validità di quanto sto affermando?

Possiamo portare l’argomento sotto un piano puramente economico.

Qual è il costo orario di una figura di responsabilità? Possiamo ipotizzare fino a 5 volte di più di un semplice collaboratore, a seconda del caso.

Ha senso che il carro venga tirato da una persona che costa molto di più degli altri addetti al traino? Se costa di più è perché deve dare un rendimento più alto degl’altri. Il ROI (Return on Investment cioè il ritorno sugli investimenti) dovrà essere elevato e per permetterlo il tempo del capo dovrà essere occupato da attività ad alto valore aggiunto.

Immagino già che potrebbe venirti in mente l’obiezione che nelle tue vicissitudini lavorative, hai visto molti capi poco competenti o poco preparati, che non hanno portato valore aggiunto nel loro ruolo.

Questo però è un problema di capacità, non del ruolo.

In quanto parte nobile del gruppo il capo dovrebbe essersi impegnato nell’imparare e padroneggiare le abilità manageriali che determinano il successo del suo team.

Se ancora non ti convince la parola Capo trasformala in CapoLeader, forse così riuscirai a immedesimarti meglio nel tuo ruolo di responsabilità.

Infine se vuoi capire meglio cos’è questo connubio puoi consultare un mio articolo che ne spiega il significato. (Cos’è un CapoLeader)

In definitiva sii fiero del tuo ruolo di CapoLeader, e in quanto parte nobile dell’azienda dai il meglio di te stesso, secondo le tue reali capacità e le aspettative della tua organizzazione.