Pubblicati da Giuseppe Montanari

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DARE SIGNIFICATO AL LAVORO

ARTICOLO DEL BLOG:

DARE SIGNIFICATO

AL LAVORO

L’obiettivo di un’azienda dovrebbe essere quello di far lavorare insieme un gruppo di persone per realizzare un obiettivo comune.

L’obiettivo di un’azienda dovrebbe essere quello di far lavorare insieme un gruppo di persone per realizzare un obiettivo comune.

Realizzare questo intento è possibile anche attraverso lo schiavismo e la corruzione ma trovare delle modalità più etiche e che permettano ai collaboratori di dare significato al lavoro permette di creare ambienti lavorativi dove le persone possano realizzarsi pienamente.

Non dovrebbe essere difficile spingere le persone a lavorare, il corpo umano è costruito proprio per questo scopo.

Un individuo funziona al meglio quando è profondamente coinvolto in un compito e realizzare un lavoro ben fatto ci lascia una sensazione piacevole di benessere e soddisfazione.

Dato questo assunto risulta interessante riflettere sul fatto che molti lavoratori considerano il proprio lavoro un sacrificio, un prezzo da pagare per vivere e aspettano ansiosamente i momenti in cui, terminato l’orario lavorativo possono dedicarsi a ciò che veramente amano.

La risposta che viene spontanea è che seppure l’uomo sia progettato per lavorare, la maggior parte dei posti di lavoro non sono progettati per mettere i dipendenti nelle condizioni per esprimersi al meglio ma semplicemente per ottenere da loro il massimo risultato.
Difficilmente un lavoratore riuscirà a dare significato al proprio lavoro se percepisce di essere considerato al pari di un macchinario o di uno strumento di produzione.

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CHE COSA È IL SENSO DI SIGNIFICATO

Normalmente si intende con questa locuzione la sensazione del lavoratore che quello che sta accadendo e quello che sta contribuendo a far accadere conti davvero, insomma l’idea che il proprio comportamento sia in grado di fare la differenza per sé stesso e per gli altri.

Il senso di significato così descritto è presupposto per provare grande coinvolgimento, sensazione di benessere e alta produttività nella propria attività. Caratteristiche queste che si identificano nello stato di Flow come descritto dal prof. Csikszentmihalyi. Proprio partendo dagli elementi che caratterizzano il Flow si possono individuare 3 macro aree di attivatori della prestazione ottimale:

  • Chiarezza degli obiettivi. In questa area si riconoscono elementi come la chiarezza del ruolo, la comprensione e l’allineamento con gli obiettivi aziendali, l’accesso alle conoscenze e alle risorse necessarie per portare a termine il lavoro. Questi sono definibili come elementi razionali dell’esperienza di Flow e per semplificare l’analisi possiamo definirli legati al QI (quoziente intellettivo). Quando il QI di un ambiente lavorativo è basso l’energia dei lavoratori è indirizzata in modo errato e spesso va in conflitto con quella dei colleghi.

  • Feedback, comunicazione e relazioni sociali. Questa area fa riferimento alla qualità delle interazioni tra le persone coinvolte e troviamo elementi come la fiducia, il rispetto, il conflitto costruttivo, l’umorismo e la capacità di collaborare in modo efficace. Questi aspetti caratterizzano la sicurezza emozionale e sono riconducibili al famoso QE (quoziente emotivo come descritto da Goleman). Quando l’QE di un posto di lavoro è scarso, l’energia dei lavoratori si disperde sotto forma di approcci “ politici” al proprio ruolo o alla gestione del proprio Ego o all’evitamento passivo-aggressivo di tematiche “difficili”.

  • La sfida, il senso di controllo e l’automotivazione. Questa area si riferisce molto al livello di coinvolgimento e di autorealizzazione del personale. In pratica la sensazione di essere parte di qualcosa di importante e ricco di significato che va al di là del semplice ruolo. Questa terza categoria è descritta dal QM (quoziente di significato – in inglese meaning). Quando il QM dei un ambiente lavorativo è basso, i dipendenti mettono meno energia nel loro lavoro e lo vedono come “solo un lavoro” che dà loro poco più di uno stipendio.

Ci sono studi che evidenziano che ambienti con QI, QE e QM alti siano cinque volte più produttivi rispetto alla media. Proprio interventi sull’ultimo di questi indicatori sembrerebbero più sensibile a livello di prestazioni. Secondo lo stesso studio, i manager intervistati riconoscono il vero collo di bottiglia all’aumento della produttività: l’incapacità di migliorare il QM del loro ambiente lavorativo.

L’interrogativo viene spontaneo, com’è possibile aumentare il senso di significato percepito dai lavoratori?

In prima battuta la risposta a questa domanda sta nel saper innovare lo storytelling della propria azienda. Normalmente questo si occupa di raccontare quello che l’organizzazione può fare e migliorare al proprio interno (più produttività, più risultati, più efficienza). E’ necessaria un evoluzione netta e rivolgersi verso elementi esterni:

  • La società, ad esempio, creare una società migliore, costruire la comunità o gestire le risorse
  • Il cliente, ad esempio semplificando la vita e fornendo un servizio o un prodotto di qualità superiore
  • il team di lavoro, ad esempio un senso di appartenenza, un ambiente premuroso o lavorare insieme in modo efficace
  • il singolo lavoratore: esempi includono lo sviluppo personale, uno stipendio o un bonus più alto e un senso di responsabilizzazione

Per rendere più elevato il QM è necessario raccontare una storia che include questi 5 elementi perché proprio da un giusto mix di questi si riescono a toccare tutte le corde motivazionali delle persone.

Immaginiamo si voglia far partire un percorso di cambiamento culturale.

La resistenza al cambiamento potrebbe proprio provenire da un basso QM, i dipendenti non riescono a percepire il significato del cambiamento. Le strategie più comuni per vincere questa resistenza fanno spesso riferimento a i vantaggi che trarrebbe l’azienda nel suo complesso (più utili, più volumi, immagine migliore).

Per innalzare il QM sarebbe più utile prospettare uno scenario che tocchi anche l’impatto sociale  (si veda per esempio il caso Patagonia trattato qualche settimana fa), sui clienti (maggiore semplicità, meno errori più efficienza, prezzi più competitivi), sul team di lavoro (meno lavoro ridondante, più responsabilizzazione, più snellezza organizzativa), sugli individui (lavori più attraenti e sfidanti, possibilità di carriera, compensi più elevati) che questo cambiamento potrebbe generare.

I leader che vogliono migliorare il QM del proprio ambiente dovranno pertanto dimostrare alte capacità di storytelling e di creazione di una visione estesa dello scenario nel quale l’azienda stessa opera. In questo modo per i lavoratori sarà molto più semplice dare significato al lavoro.

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EVENTO GRATUITO LA PALESTRA DEL FLOW: LA MOTIVAZIONE

Questo riscontro positivo ci ha portato a riflettere su come poter rendere l’esperienza del Flow ancora più accessibile e concreta. Così è nata l’idea delle “Pillole di Flow”: eventi online mensili, gratuiti, pratici e partecipativi, in cui approfondiremo i temi del Flow attraverso attività interattive, discussioni e strumenti applicabili fin da subito.

Ogni sessione delle “Pillole di Flow” sarà un’occasione per esplorare e applicare i concetti del Flow nella vita di tutti i giorni, rendendo il percorso non solo teorico ma soprattutto pratico e coinvolgente. Lavoreremo in piccoli gruppi e coppie, creando uno spazio di confronto diretto e stimolante, ideale per approfondire nuove abilità e applicare immediatamente quanto appreso. Al termine di ogni incontro, sarete voi a scegliere il tema successivo, così da costruire insieme un percorso che risponda concretamente alle vostre necessità.


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NAVIGARE CON CONSAPEVOLEZZA: RIPRENDERE IL CONTROLLO

Nell’articolo della scorsa settimana abbiamo esplorato la metafora del capitano della barca come guida della nostra vita, immaginandolo dotato di quattro abilità fondamentali che gli permettono di governare il viaggio: azione, attenzione, pensieri e motivazione. 
Queste abilità sono come ancore che lo aiutano a mantenere il controllo sulla navigazione, affrontando sia i mari calmi che le tempeste. 
Oggi vogliamo concentrarci su una di queste abilità, quella che forse più di tutte determina la qualità della rotta e la sicurezza del viaggio: l’attenzione.

Se gli otto elementi rappresentano i fattori chiave del benessere umano, il capitano simboleggia l’individuo stesso, colui che, consapevole delle dinamiche della propria vita, prende decisioni e guida il proprio percorso. 
In questo articolo, ci concentreremo sulle caratteristiche del capitano, sulla sua capacità di gestire la rotta e di interagire con gli elementi che compongono la barca.


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LA CULTURA DELLO SPEAK UP

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LA CULTURA DELLO

SPEAK UP

Sempre più aziende stanno cercando di diffondere la cultura dello Speak Up. Vediamo di cosa si tratta.

La scorsa settimana abbiamo parlato dell’importanza del wellbeing e dell’attenzione verso il benessere dei lavoratori, al fine di creare degli ambienti di lavoro sani, sostenibili e produttivi.

Il secondo step per poter creare un buon clima lavorativo è incentivare una comunicazione aperta e trasparente. In particolare, sempre più aziende stanno cercando di diffondere la cultura dello Speak Up.

Vediamo di cosa si tratta:

La cultura dello Speak Up è un concetto che descrive l’ambiente lavorativo in cui i dipendenti si sentono incoraggiati e supportati a parlare apertamentecondividere le loro preoccupazioni e segnalare eventuali comportamenti inappropriati o irregolarità all’interno dell’organizzazione.

È una cultura in cui la comunicazione aperta è valorizzata e considerata un’importante componente del successo aziendale.

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SPEAK UP

La cultura dello Speak Up promuove la fiducia e la trasparenza.

I dipendenti si sentono sicuri nel sollevare problemi o segnalare situazioni che potrebbero danneggiare l’azienda o violare i valori etici dell’organizzazione e delle altre persone.

 Nelle grandi aziende spesso è proprio la paura di subire ritorsioni a far sì che i dipendenti decidano di non segnalare anche casi evidenti di cattive condotte, abusi o altro.

Quando la cultura dello Speak Up è assente, le persone tendono a non ammettere i propri errori per paura delle reazioni degli altri, preferiscono nasconderli o incolpare i colleghi.

Spesso non vengono fatte proposte e non si prendono iniziative, proprio per paura di sbagliare.

Ma mantenere lo status quo senza cercare di migliorare e abbracciare le novità non ci permette di evolvere. Le aziende che non si rinnovano e rimangono ancorate a vecchi principi rischiano di non sopravvivere.

LA VOCINA NELLA LORO TESTA

Il messaggio che vuole trasmettere questo video è che tutti hanno vissuto dei momenti in cui “la vocina nella loro testa” diceva di tacere davanti a comportamenti scorretti, ingiusti o non inclusivi. Allenare la cultura dello Speak Up vuol dire non ascoltare quella vocina, ma trovare le proprie parole per cambiare la situazione. Anche quando le cose da dire sono considerate “scomode” o ci sentiamo a disagio nel dirle. Un buon leader deve cercare di creare un clima in cui le persone si sentano a proprio agio e libere di esprimersi. Uno strumento utile per questo è il feedback, ovvero imparare a trasmettere in modo chiaro e oggettivo quello che pensiamo o abbiamo visto. Se notiamo che il feedback non ci viene dato, possiamo sempre essere noi a richiederlo.

Una buona comunicazione impatta in modo significativo sul benessere delle persone. Sapere che che in caso di errore, qualcuno ci dirà apertamente cosa e come migliorare, o sentirsi liberi di esprimere il proprio pensiero senza venir giudicati o sminuiti sta diventando essenziale per molte aziende. Questo ha una ricaduta importante sulla retention aziendale. Le persone, infatti, rimangono più a lungo in un ambiente di lavoro in cui si sentono apprezzate e hanno la certezza che le loro idee saranno prese sul serio.

Per costruire una solida cultura dello Speak Up ci vuole del tempo, alcune pratiche per iniziare possono essere:

  • allenare l’ascolto attivo
  • istituire dei momenti di feedback di qualità
  • favorire un cambiamento culturale attraverso percorsi formativi specifici

I percorsi di CapoLeader hanno come obiettivo quello di aiutare le aziende ad incrementare il benessere organizzativo attraverso modalità gamificate e innovative. Vuoi avere più informazioni? Manda una mail a contatta@capoleader.com

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WELLBEING: LA PERSONA AL CENTRO

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WELLBEING:

LA PERSONA AL CENTRO

Con wellbeing intendiamo la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutti i lavoratori dell’azienda.

La scorsa settimana abbiamo visto i cinque pilastri utili per sviluppare la “nuova leadership”. Oggi ci soffermeremo sul primo di questi, ovvero il Wellbeing, facendo alcune riflessione e mettendovi a disposizione alcuni contributi interessanti incontrati nel web.

Con wellbeing intendiamo la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutti i lavoratori dell’azienda. Lavorare sulla cultura del benessere ha come conseguenza l’aumento della soddisfazione, della motivazione e della produttività dei dipendenti.

Un’azienda attenta al wellbeing pone al centro del suo interesse la persona.
Nel suo Tedx, Federico Vione, racconta molto bene il suo obiettivo di creare delle aziende che mettano al primo posto i propri lavoratori.
Le persone fanno la differenza perchè rappresentano il principale patrimonio organizzativo.

I prerequisiti per focalizzarsi sul benessere aziendale devono essere:
– creare un clima di fiducia tra i dipendenti
– celebrare gli errori e non nasconderli
– umiltà e disponibilità ad ascoltare i bisogni e le necessità delle persone.

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COSA POSSIAMO FARE PER MIGLIORARE LE NOSTRE PERSONE?

Le aziende che vogliono migliorare e aumentare il proprio wellbeing devono partire dalla domanda “cosa possiamo fare per aiutare le nostre persone?”
Alcuni esempi di aziende che hanno implementato delle importanti strategie di wellbeing e welfare sono:

  • Nestlè: per favorire l’equilibrio vita-lavoro ha creato gli asili nido aziendali disponibili dalle 7.30 del mattino alle 19.30 di sera, anche sei giorni a settimana se necessario, e per 12 mesi all’anno. In questo modo i lavoratori/genitori possono ridurre lo stress e l’ansia dovuti alla ricerca di soluzioni di assistenza alternativa, focalizzandosi serenamente sulle proprie responsabilità lavorative, sapendo che i propri figli sono a poca distanza da loro.

  • Luxottica: le tre iniziative che fanno parte del welfare di Luxottica sono il carrello della spesa del valore di 110 euro per tutti i dipendenti; la cassa di assistenza sanitaria, ovvero una polizza che include oltre alle visite odontoiatriche, un “pacchetto maternità”; e le borse di studio e rimborso libri di testo per i figli dei dipendenti dalle scuole inferiori all’università.

  • OneDay Group: ha introdotto benefit all’avanguardia come il bonus matrimonio e unioni civili di mille euro, il bonus bebè di 10.800 euro (300 al mese per tre anni). In caso di malattia l’azienda offre non solo la sanità integrativa, ma anche la possibilità di stare liberamente a casa per tre giorni: il certificato medico è richiesto solo a partire dal quarto. Per il compleanno si ha diritto a mezza giornata libera e ogni anno si può usufruire di un viaggio gratis del valore di 1700 euro con WeRoad e ScuolaZoo. Inoltre, si può lavorare da dove si vuole, quanto si vuole e le ferie sono illimitate.

  • Google: la cultura di questa grande azienda è orientata nel cercare di rendere felici le persone. Come? Oltre a numerosi benefit come colazione, pranzo e cena gratuiti, visite mediche, dentista e tagli di capelli gratuiti, massaggi sovvenzionati e sussidi per auto ibride, viene posta molta attenzione all’architettura e alla struttura fisica degli uffici. Gli spazi di lavoro sono pieni di individualità e presentano elementi specifici che favoriscono il lavoro, il relax, l’esercizio, la lettura e la visione di film.

  • Patagonia: da sempre pioniera nel wellbeing, Patagonia nella reception della sua sede in California, mette a disposizione tavole da surf e quando l’onda è quella giusta, suona una campanella che avvisa i dipendenti che possono interrompere l’attività lavorativa per dedicarsi al loro hobby preferito.


Questi sono solo alcuni esempi di aziende che hanno dimostrato di porre sempre più attenzione alle esigenze dei propri lavoratori, trovando soluzioni e strategie specifiche create su misura per loro.

La tua azienda che iniziative di wellbeing propone?

Cosa ti piacerebbe venisse introdotto? Siamo curiosi di sapere la tua opinione, compila questo breve sondaggio:
https://forms.gle/fisSzK7ACVbfCYF56


I nostri percorsi hanno come obiettivo quello di aiutare le persone ad essere soddisfatte e motivate durante le loro giornate lavorative. Uno strumento molto efficace per raggiungere questo risultato è il Flow.
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COMUNICAZIONE NON VIOLENTA IN AZIENDA

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COMUNICAZIONE NON VIOLENTA

IN AZIENDA

Vivere e prosperare in un ambiente di lavoro sano è cruciale per il benessere dei dipendenti e il successo complessivo di un’organizzazione.

Vivere e prosperare in un ambiente di lavoro sano è cruciale per il benessere dei dipendenti e il successo complessivo di un’organizzazione.

Tuttavia, in molti casi, gli ambienti di lavoro tossici possono minare la produttività e causare disagi significativi.

In questo contesto, la Comunicazione Non Violenta (CNV) si presenta come una potentissima arma per trasformare radicalmente il modo in cui le persone comunicano nei contesti professionali.

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comunicazione non violenta

RICONOSCERE IL PROBLEMA: AMBIENTI DI LAVORO TOSSICI

Gli ambienti di lavoro tossici sono caratterizzati da comunicazioni negative, conflitti non gestiti, e un clima generale di sfiducia e tensione.

Queste dinamiche dannose possono avere conseguenze significative sulla salute mentale e fisica dei dipendenti, oltre a impattare negativamente sulla produttività complessiva dell’azienda.

La Comunicazione Non Violenta, sviluppata dallo psicologo Marshall Rosenberg, offre un approccio strutturato e compassionevole per migliorare la comunicazione. 

L’essenza della CNV risiede nell’abilità di esprimere i propri bisogni e sentimenti in modo chiaro, senza ricorrere a giudizi o aggressioni verbali.

I PILASTRI DELLA CNV

  1. Osservare senza Giudicare: Il primo passo consiste nell’osservare i comportamenti senza emettere giudizi. Questo permette una valutazione oggettiva della situazione.
  2. Esprimere Sentimenti: La CNV incoraggia ad esprimere i sentimenti collegati alle osservazioni. Questa apertura emotiva facilita la comprensione reciproca.
  3. Comunicare Bisogni: Identificare e comunicare chiaramente i bisogni aiuta a creare un terreno comune e a trovare soluzioni che soddisfino le esigenze di tutte le parti coinvolte.
  4. Formulare Richieste Chiare: Le richieste chiare basate sui bisogni individuati costituiscono la fase finale. Queste richieste guidano il dialogo verso la risoluzione costruttiva dei conflitti.

VANTAGGI TANGIBILI DELLA CNV NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

  1. Riduzione dei Conflitti: La CNV riduce la probabilità di conflitti distruttivi, promuovendo invece il dialogo costruttivo.
  2. Clima di Lavoro Positivo: L’adozione della CNV crea un clima di lavoro positivo basato sulla comprensione reciproca e sul rispetto.
  3. Aumento della Produttività: Migliorare la comunicazione porta a una maggiore collaborazione e, di conseguenza, a un aumento della produttività.
  4. Soddisfazione dei Dipendenti: Gli ambienti di lavoro che adottano la CNV vedono spesso un aumento della soddisfazione dei dipendenti e una riduzione del turnover.

I leader, in quanto figure di riferimento nell’organizzazione, svolgono un ruolo cruciale nell’implementazione della CNV. Devono svolgere la funzione di catalizzatori della comunicazione, incoraggiando la consapevolezza emotiva, l’ascolto attivo e la gestione costruttiva dei conflitti. La loro guida nell’applicare i principi della CNV contribuisce all’instaurazione di un clima lavorativo salutare e produttivo.

La comunicazione Non Violenta rappresenta, quindi, un potente strumento per trasformare gli ambienti di lavoro tossici in spazi di crescita e collaborazione.

Le organizzazioni che investono nella promozione della Comunicazione Non Violenta sperimentano miglioramenti significativi, sia dal punto di vista umano che professionale.
 La via verso ambienti di lavoro più sani e produttivi inizia con la consapevole adozione di questa metodologia di comunicazione efficace.

COSA OFFRIAMO

CapoLeader offre programmi formativi focalizzati sullo sviluppo delle capacità di leadership, con particolare attenzione alla promozione di un dialogo aperto e rispettoso.

Grazie a Fligby, una piattaforma di apprendimento e simulazione manageriale, i leader possono acquisire competenze pratiche nell’affrontare situazioni complesse e implementare strategie di comunicazione efficace.

I giocatori hanno la possibilità, durante la partita, di segnalare comportamenti aggressivi, violenti o non adeguati all’ambiente lavorativo, allenando la propria capacità di riconoscimento.

Attraverso l’app Qomprendo, invece, viene data la possibilità ai lavoratori di segnalare i comportamenti scorretti all’interno della propria azienda, anche in maniera anonima, grazie ad un feedback giornaliero di poche domande.

L’obiettivo è creare una cultura aziendale in cui sia incoraggiata sia la Comunicazione Non Violenta, sia lo “Speak Up“, ovvero la promozione della comunicazione aperta, l’espressione di opinioni o preoccupazioni, e l’incoraggiamento a far sentire la propria voce.

Questi investimenti mirati non solo promuovono un ambiente di lavoro più sano e collaborativo ma contribuiscono anche a coltivare leader consapevoli che guidano il cambiamento positivo all’interno delle loro organizzazioni.

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EQUILIBRIO VITA E LAVORO

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EQUILIBRIO

VITA E LAVORO

L’equilibrio tra vita e lavoro è una sfida universale che molti di noi affrontano quotidianamente. 

La settimana scorsa abbiamo parlato del primo ingrediente per raggiungere la felicità al lavoro, ovvero renderla un obiettivo aziendale. Oggi vediamo il secondo ingrediente: l’equilibrio vita e lavoro.
L’equilibrio tra vita e lavoro è una sfida universale che molti di noi affrontano quotidianamente. Ma cos’è esattamente questo equilibrio? In sostanza, si tratta di trovare un punto di armonia tra i nostri impegni lavorativi e le altre sfere della nostra esistenza. Equilibrare vita e lavoro non si limita solo a queste due dimensioni. 

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job crafting

CI SONO 4 AREE FONDAMENTALI DA CONSIDERARE

  1. Lavoro: È la sfera della nostra vita dedicata alla nostra attività professionale. Passiamo gran parte del nostro tempo sul posto di lavoro, quindi è cruciale trovare soddisfazione e realizzazione in ciò che facciamo. Un equilibrio sano implica non solo dedicare tempo al lavoro, ma anche saper staccare e concedersi pause rigenerative.

  2. Famiglia: La famiglia è il nucleo della nostra vita, un’area che richiede attenzione e cura costanti. Equilibrare vita e lavoro significa trovare il modo di essere presenti per i nostri cari, partecipando attivamente alla vita familiare e creando legami solidi che nutrano il benessere reciproco.

  3. Comunità: Quest’area comprende le relazioni al di fuori del nucleo familiare, come gli amici, il volontariato, l’impegno religioso o politico. La partecipazione attiva alla comunità può arricchire la nostra vita e contribuire al nostro senso di appartenenza e scopo. Equilibrare questa sfera significa trovare spazio per coltivare relazioni significative e contribuire al bene comune.

  4. Noi stessi: È facile trascurare le nostre esigenze personali mentre ci occupiamo delle altre sfere della vita. Tuttavia, prendersi cura di sé stessi è fondamentale per mantenere un equilibrio sano. Ciò include la cura del corpo, della mente e dello spirito attraverso attività come l’esercizio fisico, la meditazione, la lettura o semplicemente dedicare del tempo a ciò che ci fa sentire bene.

Trovare un equilibrio tra queste quattro aree non è sempre facile e può richiedere un costante aggiustamento in base alle circostanze e alle priorità in evoluzione. Tuttavia, investire tempo ed energia per bilanciare lavoro, famiglia, comunità e noi stessi può portare a una vita più soddisfacente e appagante.

COME RICERCARE IL PROPRIO EQUILIBRIO VITA-LAVORO

Riflessione sui Valori Personali: per avviare il proprio percorso verso un equilibrio vita-lavoro, è cruciale riflettere sui propri valori personali. Cosa consideri veramente importante nella vita? La famiglia, la carriera, la salute, l’apprendimento continuo, gli hobby?

Esame delle Responsabilità Attuali: guarda con attenzione alle tue responsabilità attuali, sia sul lavoro che a casa. Quali sono le attività e i compiti che richiedono il tuo impegno quotidiano? Cosa si aspettano le persone da te? E  tu cosa ti aspetti?

Valutazione delle Aspirazioni Future: pensa alle tue aspirazioni future e agli obiettivi che desideri raggiungere nel breve e nel lungo termine, sia nella tua carriera che nella tua vita personale. Cosa ti piacerebbe ottenere?

Prioritizzazione delle Attività: una volta identificati i tuoi valori, le responsabilità e gli obiettivi, è il momento di assegnare loro un livello di priorità. Quali attività sono fondamentali per il raggiungimento dei tuoi obiettivi e allineate ai tuoi valori? Quali possono essere considerate meno urgenti o importanti?

Riflettere su queste domande ti fornirà una visione più chiara di ciò che è essenziale per te e ti aiuterà a identificare le azioni necessarie per ottenere un equilibrio soddisfacente tra vita e lavoro. Con una comprensione più approfondita dei tuoi valori, delle tue responsabilità e dei tuoi obiettivi, sarai in grado di prendere decisioni più consapevoli e concentrarti sulle attività che veramente contano per te.

LE TRE FASI DELLA VITA

È importante riconoscere che le priorità e i valori nella vita possono cambiare nel corso del tempo. Ci sono tre fasi principali della vita in cui questi cambiamenti sono particolarmente evidenti: la fase del giovane professionista, quella dell’adulto con famiglia e quella del pensionamento. In ognuna di queste fasi, è essenziale adattare le priorità per mantenere un equilibrio sano tra vita e lavoro.

  • Fase del Giovane Professionista: Durante questa fase, ci si concentra sulla costruzione della propria carriera. Il successo professionale può essere una priorità primaria, ma è importante non trascurare la salute e le relazioni personali.

  • Fase dell’adulto con Famiglia: Quando si diventa genitori, le priorità si spostano verso la famiglia. La cura dei figli diventa essenziale, bilanciando le esigenze familiari con la carriera.

  • Fase dell’approccio al Pensionamento: Nella fase precedente al pensionamento, si ha più tempo per dedicarsi a hobby, viaggi e altre attività. Mantenere relazioni sociali diventa cruciale per il benessere emotivo.

Essere consapevoli di queste fasi aiuta a trovare un equilibrio tra lavoro, famiglia e benessere personale, adattando le priorità in base alle esigenze in evoluzione della vita.

L’equilibrio tra vita e lavoro è fondamentale per il nostro benessere complessivo. Riflettendo sui nostri valori, esaminando le nostre responsabilità attuali, valutando le aspirazioni future e prioritizzando le attività, possiamo creare una vita più soddisfacente e appagante. Adattarsi alle diverse fasi della vita ci permette di mantenere un equilibrio sano, consentendoci di concentrarci sulle cose che veramente contano. Trovare questo equilibrio richiede impegno e consapevolezza, ma i benefici sono inestimabili: una vita più ricca, più significativa e più felice. Se l’argomento vi interessa, state connessi…seguiranno delle novità!

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