LAVORO IBRIDO: NUOVE SFIDE PER IL NUOVI LEADER

La pandemia ci ha obbligati a fare un passo avanti nel mondo del lavoro che fino a poco prima era ancora sconosciuto: il lavoro ibrido.
Il lavoro ibrido è una modalità di lavoro che unisce il lavoro in presenza e il lavoro a distanza.

Ad oggi non ci sono regole specifiche che lo regolino. Ci sono aziende che si stanno orientando verso una modalità “remote-first”, adottando il lavoro da remoto come predominante e una presenza in ufficio occasionale. Altre aziende, invece, preferiscono un approccio “office-first”, in cui l’ufficio rimane il luogo principale dove svolgere l’attività.

I vantaggi del lavoro ibrido

Molte persone stanno richiedendo di lavorare in modo ibrido perchè in questo modo possono lavorare scegliendo il luogo più adatto, senza doversi recare fisicamente ogni giorno in ufficio.
Con questa alternanza le persone sono libere di gestire il loro tempo e le loro vite migliorando notevolmente l’equilibrio lavoro-vita privata.

Quando i dipendenti ottengono la flessibilità che cercano, i datori ne hanno vantaggi in termini di aumento della produttività, dell’impegno e della lealtà. Questo porta ad una riduzione dell’assenteismo e ad una riduzione dei costi per gli spazi fisici.
Anche l’ambiente ne risente in modo positivo, grazie al lavoro ibrido le emissioni di CO2 e il traffico stradale diminuiscono. Questo comporta anche un migliore utilizzo dei trasporti pubblici.

Le sfide del lavoro ibrido

Secondo l’articolo di Mark Mortensen e Martine Haas, pubblicato sull’Harvard Business Review, chi lavora da remoto, se non correttamente supportato, rischia di rimanere ai margini dell’organizzazione.

Questi dipendenti, spesso vengono penalizzati da un’infrastruttura tecnologica peggiore (connessioni lente, incapacità di accedere a determinate risorse da casa, una configurazione di un home office meno sofisticata) riscontrando più difficoltà nel dimostrare la propria competenza. Ma non si deve fare i conti solo con un gap tecnologico.
Non essere presenti durante le interazioni informali lascia i lavoratori da remoto fuori da alcune dinamiche, mettendoli anche nella condizione di diventare gli ultimi a essere messi al corrente dei fatti.

Lavorare da remoto può anche portare i dipendenti a sentirsi più isolati e privi di quelle relazioni e connessioni che forniscono un supporto sociale.
Mark Mortensen e Martine Haas spiegano che i leader riconoscono sforzi e azioni dei propri collaboratori e le azioni in modo maggiore quando si lavora nello stesso spazio del capo.
La probabilità che le azioni del collaboratore siano viste e segnalate al capo è maggiore quando si lavora in ufficio e non da remoto. Impegnarsi duramente al raggiungimento degli obiettivi assegnati, anche al di fuori dell’orario lavorativo classico (di notte, di mattina presto ecc..), non è facilmente visibile come poteva esserlo in precedenza.
In questi casi spesso il merito per un lavoro di gruppo viene attribuito principalmente a chi è presente in ufficio e più visibile, generando disparità di trattamento e frustrazione tra i membri del team.

I nuovi Leader

Più andiamo avanti e meno torneremo alle modalità di lavoro considerate “normali” fino a qualche anno fa.

Per far fronte alle nuove sfide serve formare dei nuovi leader. Queste persone devono essere in grado di sviluppare e implementare una nuova visione e utilizzare nuovi strumenti per coordinare e supportare ogni membro della squadra.
I nuovi Leader dovranno avere alti livelli di intelligenza emotiva e di resilienza per gestire team ibridi che presentano esigenze, obiettivi, modalità di lavoro e situazioni personali molto variegate.
Dovranno assicurarsi che i dipendenti che lavorano da remoto non si sentano esclusi, creando un ambiente stimolante in cui regni la fiducia.

Per formare i nuovi leader serviranno sempre di più dei programmi di sviluppo innovativi e coinvolgenti, come Fligby, basati sulla simulazione e sulla gamification manageriale. Grazie ad un’adeguata formazione i leader svilupperanno le skills necessarie per affrontare la nuova realtà ibrida, creando ambienti di lavoro coinvolgenti. Aumentando l’engagement aumenterà anche il livello di produzione aziendale.

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