ARTICOLO DEL BLOG:

IL TRIANGOLO DEL LAVORO:
PERFORMANCE, APPRENDIMENTO E DIVERTIMENTO

Quando si parla di successo professionale, spesso ci si concentra solo sulla performance, cioè su quanto siamo bravi a raggiungere i nostri obiettivi. 

Quando si parla di successo professionale, spesso ci si concentra solo sulla performance, cioè su quanto siamo bravi a raggiungere i nostri obiettivi. 

Ma c’è molto di più. 

Per avere un lavoro soddisfacente e gratificante, è fondamentale considerare anche due aspetti spesso sottovalutati: l’apprendimento e il divertimento. 

Questi tre elementi – performance, apprendimento e divertimento – formano quello che Timothy Gallwey, nel suo libro Il gioco interiore nel lavoro chiama “Triangolo del Lavoro“. 

Lavorare bene non significa solo fare bene il proprio lavoro, ma anche crescere e divertirsi mentre lo si fa.

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  1. PERFORMANCE

La performance, ossia la capacità di ottenere buoni risultati, è il modo più comune di valutare il nostro successo sul lavoro. 

Tuttavia, concentrarsi troppo sul risultato finale può diventare stressante e controproducente. Quando ci si preoccupa eccessivamente di fare bella figura o di essere giudicati dagli altri, si perde di vista ciò che davvero conta: lavorare con serenità e fiducia nelle proprie capacità.

Quando, invece, si lavora con spontaneità e fiducia, senza l’ansia di dover dimostrare qualcosa a tutti i costi, i risultati migliorano naturalmente. Questo approccio rilassato permette di essere più efficaci e di ottenere ottimi risultati senza sentirsi schiacciati dalla pressione.

2. APPRENDIMENTO

L’apprendimento è uno dei pilastri fondamentali per costruire una carriera solida e soddisfacente. Viviamo in un mondo in cui le informazioni evolvono rapidamente, e ciò che oggi è utile potrebbe diventare obsoleto domani. Peter Drucker, uno dei più grandi esperti di management, ha sottolineato che la conoscenza è la risorsa più preziosa nell’economia moderna. Per questo motivo, la capacità di apprendere continuamente non solo ci mantiene competitivi, ma arricchisce anche la nostra esperienza lavorativa.

L’apprendimento non si limita all’acquisizione di nuove conoscenze. Ogni azione che compiamo sul lavoro è un’opportunità di crescita. Sia che si tratti di successi, sia che si tratti di errori, ogni esperienza ci offre lezioni preziose. Imparare dai propri errori è particolarmente importante: gli errori non sono fallimenti, ma momenti di riflessione e miglioramento. Ogni volta che qualcosa non va come previsto, è un’occasione per analizzare la situazione, capire dove possiamo migliorare e fare meglio la prossima volta.

Questo approccio all’apprendimento continuo ci rende più resilienti e competenti, preparandoci meglio per le sfide future. Ogni esperienza, positiva o negativa, contribuisce alla nostra crescita professionale e personale, rendendoci sempre più capaci di affrontare le complessità del mondo del lavoro.

3. DIVERTIMENTO

Il terzo elemento del Triangolo del Lavoro è il divertimento. Molti tendono a considerare il divertimento un aspetto secondario rispetto alla serietà del lavoro, ma in realtà è fondamentale per mantenere alta la motivazione e la creatività. Quando ci divertiamo, lavoriamo con più entusiasmo, siamo più produttivi e riusciamo a trovare soluzioni innovative.

Divertirsi sul lavoro significa trovare piacere in ciò che si fa, anche nelle sfide più difficili. Questo non solo rende le giornate lavorative più piacevoli, ma migliora anche la performance e l’apprendimento. Numerosi studi hanno dimostrato che le persone che si divertono mentre lavorano entrano più facilmente nello stato di flow, dove la creatività e la produttività raggiungono il loro massimo.

 

Questi tre elementi – performance, apprendimento e divertimento – sono strettamente legati tra loro e si influenzano a vicenda. 

Se miglioriamo in uno di questi aspetti, anche gli altri due ne beneficiano. Ad esempio, se ci divertiamo mentre lavoriamo, siamo più propensi a imparare nuove cose e a ottenere risultati migliori. Allo stesso modo, quando impariamo qualcosa di nuovo, il lavoro diventa più interessante e la nostra performance migliora.

METTITI ALL’OPERA: AUTOVALUTAZIONE

Per migliorare la qualità del tuo lavoro e raggiungere un maggiore equilibrio tra performance, apprendimento e divertimento, è utile fare un’autovalutazione periodica. Questo semplice esercizio ti aiuterà a riflettere su come stai vivendo il tuo lavoro e a identificare le aree in cui puoi crescere.

Valuta la tua Performance:

Pensa agli ultimi mesi di lavoro. Quanto ti senti soddisfatto dei risultati che hai raggiunto?

Dai un punteggio da 1 a 10, dove 1 significa “non soddisfatto” e 10 “molto soddisfatto”.

Valuta il tuo Apprendimento:

Rifletti su quanto hai imparato recentemente. Ti senti in crescita? Stai acquisendo nuove competenze o migliorando quelle esistenti?

Assegna un punteggio da 1 a 10, dove 1 significa “poca crescita” e 10 “crescita significativa”.

Valuta il tuo Divertimento:

Quanto ti stai divertendo nel tuo lavoro? Ti senti coinvolto e motivato, oppure il lavoro è diventato una routine priva di piacere? Dai un punteggio da 1 a 10, dove 1 significa “nessun divertimento” e 10 “molto divertimento”.

Analizza i tuoi punteggi:

-Osserva i punteggi che hai assegnato ai tre elementi. Ci sono delle differenze significative? Quale area ha ottenuto il punteggio più basso?

-Rifletti su cosa puoi fare per migliorare quel punteggio. Ad esempio, se il punteggio dell’apprendimento è basso, potresti dedicare più tempo alla formazione o chiedere feedback per migliorare. Se è il divertimento a mancare, cerca di capire cosa potrebbe rendere il tuo lavoro più piacevole.

Imposta degli obiettivi:

-Scegli una o due aree su cui lavorare nelle prossime settimane. Stabilisci piccoli obiettivi concreti che ti aiutino a migliorare in quei settori.

Ad esempio, potresti decidere di imparare una nuova abilità o di trovare modi per rendere il tuo lavoro quotidiano più stimolante.

Rivedi i tuoi progressi:

-Dopo qualche settimana, ripeti l’esercizio per vedere come sono cambiati i tuoi punteggi. Questo ti permetterà di monitorare i tuoi progressi e di continuare a migliorare.

Questo esercizio di autovalutazione è un modo semplice ma efficace per prendere consapevolezza di come stai vivendo il tuo lavoro. Valutare regolarmente la tua performance, il tuo apprendimento e il tuo divertimento ti aiuterà a mantenere un equilibrio sano e a raggiungere una maggiore soddisfazione professionale.

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ARTICOLI DEL BLOG

IL CAMBIAMENTO È L’ONDA. IL FLOW È LA TAVOLA DA SURF

Il cambiamento: a sentirlo nominare, molti di noi si irrigidiscono.
C’è chi lo vive come una minaccia, chi come un fastidio, chi addirittura come un terremoto che arriva a scompigliare tutte le certezze. È normale: siamo programmati per cercare stabilità, e il nostro cervello ama le abitudini perché le associa a sicurezza.

Il problema è che la vita non chiede mai il permesso. Cambia e basta. Cambia il contesto, cambiano le persone attorno a noi, cambiano i nostri bisogni, cambiamo noi stessi. Possiamo scegliere se restare ancorati alla riva o se provare a cavalcare l’onda.

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DALLA SPIAGGIA ALL’UFFICIO: SUPERARE IL POST-HOLIDAY BLUES CON ENERGIA

Eccoci qui: settembre, l’agenda che torna a riempirsi, la casella mail che sembra esplodere e la sveglia che non perdona. Dopo giornate di mare, montagna o semplicemente di divano e relax, il ritorno al lavoro può sembrare un po’… traumatico.

Se in questi giorni ti senti rallentato, malinconico o con la testa ancora sotto l’ombrellone, non preoccuparti: non è pigrizia, non è “perdita di motivazione” e non sei l’unico. È il famoso post-holiday blues.

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SOPRAVVIVERE ALLA CORSA PRE-FERIE SENZA STRAMAZZARE

C’è una corsa che tutti conosciamo molto bene, anche se non ci alleniamo da anni.
È la corsa finale prima delle ferie:
quella in cui pensi di chiudere tutto, incastrare ogni task, rispondere a tutte le mail e magari salvare anche il mondo… entro venerdì a mezzogiorno.

Risultato?

To do list infinita, energia a zero, e un senso di colpa latente per “non aver fatto abbastanza”.

Respira.
Hai bisogno di un nuovo punto di vista (e di una metafora che ti aiuti a rallentare con dignità).

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LEZIONI DI LEADERSHIP SOTTO L’OMBRELLONE

Caro leader,

sei quasi arrivato.
Ancora un paio di riunioni, una manciata di email, l’ultimo sprint per chiudere tutto… e poi si parte.
Destinazione: vacanza.

Hai già detto a tutti che “anche in ferie butti un occhio”, che “tanto il telefono lo tieni acceso” e magari ti sei pure infilato in valigia tre libri sul management, uno sulla leadership trasformazionale e… la solita agenda, non si sa mai.

Ma sai una cosa una cosa?
Se vuoi, quest’estate puoi imparare più cose sulla leadership di quante ne apprendi in un master.
Sul serio.

Perché la vacanza è uno dei luoghi più sottovalutati per allenare la tua consapevolezza come guida.
È lì che, togliendoti il badge e mettendoti le infradito, puoi vedere aspetti di te che di solito non noti.

Ecco cosa intendiamo.

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LA CONSAPEVOLEZZA NON RISOLVE TUTTO, MA QUASI

Hai presente quei momenti in cui ti sembra di sbattere sempre contro lo stesso muro?

Cambiano i contesti, cambiano le persone, ma certi problemi tornano puntuali come le pubblicità su YouTube.

👉 Sei sempre di corsa e finisci stremato.
👉 Provi a comunicare bene, ma ti capiscono peggio del correttore automatico.
👉 Cerchi di restare zen, ma ti parte l’embolo con la facilità di una notifica WhatsApp.

Quando succede, spesso scatta la missione: “devo trovare una soluzione”.
Spoiler: a volte non ti serve una soluzione, ma una lente di ingrandimento.
E quella lente si chiama consapevolezza.

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GUIDA- Progettare la Formazione Manageriale che Fa la Differenza

La consapevolezza è una di quelle parole che fanno un figurone nei workshop, su LinkedIn e nelle frasi motivazionali con tramonti di sfondo.
Poi però ti ritrovi a rispondere “tutto bene!” mentre nella tua testa si scatena l’apocalisse, e ti rendi conto che forse… non sei proprio così consapevole.

Nel lavoro, succede spesso: vai in automatico, macini attività, partecipi a riunioni, dici “sì certo, ci penso io” anche quando vorresti solo scappare in Alaska a fare il pastore di renne. Eppure non ti fermi.
Perché “c’è da fare”.
Perché “è così che si lavora”.
Perché “ormai ci siamo dentro”.

Ma fermarsi (anche solo un minuto) per capire dove sei, come stai, e cosa stai facendo davvero… è già un atto rivoluzionario.
E sì, si chiama consapevolezza.
Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

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