ARTICOLO DEL BLOG:
LEZIONI DI LEADERSHIP
SOTTO L'OMBRELLONE
Riflessioni serie tra un mojito e una partita a beach volley
Caro leader,
sei quasi arrivato.
Ancora un paio di riunioni, una manciata di email, l’ultimo sprint per chiudere tutto… e poi si parte.
Destinazione: vacanza.
Hai già detto a tutti che “anche in ferie butti un occhio”, che “tanto il telefono lo tieni acceso” e magari ti sei pure infilato in valigia tre libri sul management, uno sulla leadership trasformazionale e… la solita agenda, non si sa mai.
Ma sai una cosa una cosa?
Se vuoi, quest’estate puoi imparare più cose sulla leadership di quante ne apprendi in un master.
Sul serio.
Perché la vacanza è uno dei luoghi più sottovalutati per allenare la tua consapevolezza come guida.
È lì che, togliendoti il badge e mettendoti le infradito, puoi vedere aspetti di te che di solito non noti.
Ecco cosa intendiamo.
Ti interessa questo argomento?
🌴 PRIMA LEZIONE: MOLLARE IL CONTROLLO (SENZA ANDARE IN CRISI)
Il primo giorno di ferie è spesso uno shock.
Ti svegli presto anche se non devi, cerchi il Wi-Fi come un naufrago, rispondi a una mail “tanto è veloce”, poi un’altra, e un’altra ancora…
È come se non riuscissi a respirare senza sentirti utile.
Ecco: già qui c’è una lezione.
Per guidare davvero, non serve sempre agire.
A volte serve lasciare spazio.
Staccarsi da tutto — anche solo per qualche giorno — è un modo per vedere se il tuo team può camminare senza che tu tenga sempre il volante.
E se non ci riesce, forse non è colpa loro.
Forse è perché non li hai mai davvero lasciati provare.
🐢 SECONDA LEZIONE: IL TEMPO LENTO RIMETTE IN ORDINE LE IDEE
Poi succede qualcosa. Dopo il crash iniziale, cominci ad abituarti a ritmi più umani.
Ti accorgi che puoi leggere per il gusto di leggere, fare una passeggiata senza sapere dove andare, pensare… senza una scadenza.
Ed ecco che, dal nulla, arriva un’idea. Magari mentre stai mangiando un gelato o guardando le onde. Una soluzione a un problema che ti portavi dietro da mesi. Un’intuizione sul futuro. Un nuovo modo per parlare con il tuo team.
Perché succede?
Perché la creatività ha bisogno di spazio. E il pensiero strategico non nasce sotto pressione, ma nel vuoto fertile del non-fare.
Portati un taccuino in vacanza. Segna tutto quello che arriva, senza giudicare. Anche le idee più assurde.
Chissà: a settembre potrebbero rivelarsi geniali.
🧍♂️ TERZA LEZIONE: LA LEADERSHIP È ANCHE UNA QUESTIONE DI PRESENZA
Un altro effetto collaterale della vacanza è che, finalmente, incontri davvero le persone.
Non nei corridoi, non durante i briefing, ma a colazione, al mare, in silenzio, senza dover fare.
Ti ritrovi a parlare per ore con tua figlia, o a ridere con il tuo compagno su una sciocchezza. E ti accorgi che è lì che si crea il legame. Nel tempo gratuito. Nel tempo “inutile”.
La leadership relazionale si allena così. Ascoltando senza fretta. Non per fare qualcosa, ma per esserci davvero.
Domanda utile: quanto spazio dai, durante l’anno, a questo tipo di relazione?
E se provassi a portarla anche al lavoro?
😂 QUARTA LEZIONE: SBAGLIARE FA RIDERE (E AVVICINA)
Vacanza vuol dire anche piccole disavventure. Ti scotti, sbagli strada, prenoti il ristorante per il giorno sbagliato.
Succede.
E lì puoi scegliere: arrabbiarti o riderci su.
Scegliere l’ironia, anche nei pasticci, è una forma di intelligenza emotiva. Ti umanizza. Ti rende accessibile.
Fa capire che sei sì un leader, ma anche una persona.
E indovina? I team seguono più volentieri chi sa essere vero, non chi finge di essere perfetto.
🌊 QUINTA LEZIONE: IL NON FARE È UNA COMPETENZA
Sappiamo che ti piace “fare”. Decidere, pianificare, risolvere. È così che hai costruito la tua autorevolezza.
Ma la verità è che un leader non è solo ciò che fa. È anche come ci sta.
In vacanza hai un’occasione rara: non fare nulla. E scoprire che, in quel vuoto, il corpo si rilassa, la mente si apre e la presenza si fa più piena.
Allenati così: un’ora senza telefono. Senza scroll. Solo tu, il panorama, il respiro. All’inizio ti sembrerà strano. Poi… ti sembrerà giusto.
🎁 E INFINE: NON TORNARE COME SE NIENTE FOSSE
La vacanza finisce, certo. Ma quello che hai imparato, no.
Non lasciare tutto lì. Porta con te un’abitudine nuova, un piccolo rituale, uno sguardo più morbido.
Forse la tua azienda non cambierà. Ma tu sì. E questo fa tutta la differenza.
Le vacanze non sono una fuga. Sono una palestra invisibile in cui alleni ciò che conta davvero:
👉 La capacità di lasciar andare
👉 Il coraggio di fidarti
👉 L’umiltà di non sapere tutto
👉 L’intelligenza di rigenerarti
Perché nessuno si ispira a chi è sempre di corsa.
Ci si ispira a chi sa fermarsi, respirare, sorridere…
E poi ripartire con lo sguardo pieno di cose viste davvero.
Buone ferie, leader.
Ci vediamo al ritorno. Più leggeri, ma molto, molto più forti.
Quando sarai fresco e riposato, ricordati di partecipare al nostro prossimo evento delle Pillole di Flow: l’11 settembre dalle 18 alle 19 su Zoom.
Un’ora per approfondire insieme come guidare il cambiamento attraverso il Flow.
Se vuoi capire come allenare concretamente il cambiamento attraverso esperienze immersive non perderti il prossimo appuntamento con le pillole di gamification, mercoledì 17 settembre dalle 12.30 alle 13.15.
Ti racconteremo come funziona un percorso collettivo di Change Management attraverso la realtà virtuale.
Vuoi avere più informazioni? Chatta con Mr. Fligby il nostro Assistente Virtuale
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IL FLOW PER LA FELICITA' E IL SUCCESSO
LA LEADERSHIP NELLA VITA E NEL LAVORO.
IL LIBRO DI STEFANO SELVINI
“Si legge in un soffio: è un romanzo, ma è anche una guida assistita al lavoro per arrivare a padroneggiarlo.”
“Questo romanzo unisce la teoria alla pratica, invitandoci a rispondere a una questione di fondo: quando il lavoro vale la pena di essere vissuto?”
“Pagina dopo pagina familiarizzerete – passo al voi, avendole già lette in anteprima – con Marco Riva, il protagonista, rispecchiandovi nella sua costante ricerca di felicità. Perché tutti, nessuno escluso, cerchiamo la piena realizzazione.”
FILIPPO POLETTI – Top Voice Linkedin e influencer del benessere al lavoro
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ANTIFRAGILITÀ IN AZIONE: SCOPRI QUANTO SEI PRONTO PER IL MONDO VUCA
Nel precedente articolo abbiamo visto come il mondo VUCA – volatile, incerto, complesso e ambiguo – sia una vera palestra per l’antifragilità: non un nemico da combattere, ma un allenatore esigente che ci spinge a crescere.
Perché oggi non basta più resistere: serve saper trasformare l’imprevisto in opportunità.
Abbiamo parlato delle cinque capacità chiave che rendono antifragili: gestione del rischio, sperimentazione, consapevolezza di sé, apprendimento rapido e definizione delle priorità.
Ma la domanda è:
💭 Come si fa a capire quanto queste abilità siano davvero presenti nella nostra quotidianità professionale?
E soprattutto… si può farlo in modo coinvolgente e concreto?
Oggi entriamo nel vivo: perché è così importante allenare l’antifragilità per vivere — e non solo sopravvivere — nel mondo in cui ci troviamo immersi ogni giorno.
Quel mondo che tutti ormai chiamiamo VUCA, e che potremmo tranquillamente definire anche il regno dell’imprevisto:
Volatile, perché tutto cambia in un lampo.
Incerto, perché nessuno ha la sfera di cristallo.
Complesso, perché ogni scelta ne muove dieci altre.
Ambiguo, perché niente è mai solo bianco o nero.

ANTIFRAGILITA’: COME ALLENARLA PER CRESCERE NEL MONDO VUCA
Negli articoli delle scorse settimane abbiamo capito cos’è l’antifragilità, abbiamo visto le differenze con resilienza e fragilità, e disegnato l’identikit della persona antifragile: quella che non si limita a incassare i colpi, ma li usa per diventare più forte.
Oggi entriamo nel vivo: perché è così importante allenare l’antifragilità per vivere — e non solo sopravvivere — nel mondo in cui ci troviamo immersi ogni giorno.
Quel mondo che tutti ormai chiamiamo VUCA, e che potremmo tranquillamente definire anche il regno dell’imprevisto:
Volatile, perché tutto cambia in un lampo.
Incerto, perché nessuno ha la sfera di cristallo.
Complesso, perché ogni scelta ne muove dieci altre.
Ambiguo, perché niente è mai solo bianco o nero.

L’IDENTIKIT DELLA PERSONA ANTIFRAGILE
Ti è mai capitato di pensare: “Non ce la faccio più”?
E poi, dopo qualche giorno, accorgerti che proprio da quella situazione difficile hai tirato fuori una forza nuova?
Ecco, quella è una piccola forma di antifragilità in azione.
Non è solo resilienza. È qualcosa di più profondo: la capacità non solo di resistere agli urti, ma di crescere grazie a essi.
Nel primo articolo abbiamo visto la differenza tra fragile, resiliente e antifragile.
Oggi andiamo oltre: com’è fatta una persona antifragile?
Come pensa, come reagisce, e cosa fa di diverso dagli altri?
Spoiler: ha molto a che fare con il flow, quello stato di concentrazione fluida e naturale in cui tutto sembra scorrere al ritmo giusto.
Eppure, c’è un passo oltre. Un modo di stare nelle sfide che non si limita a resistere, ma che trasforma l’imprevisto in occasione di crescita. Questo livello ha un nome affascinante: antifragilità.

ANTIFRAGILITÀ E FLOW: IL CORAGGIO DI CRESCERE ATTRAVERSO LE SFIDE
Si parla spesso di resilienza come della qualità fondamentale per affrontare le difficoltà: la capacità di non spezzarsi, di resistere agli urti della vita e tornare al proprio equilibrio. È una dote preziosa, che ci aiuta a sentirci stabili anche nei momenti complessi.
Eppure, c’è un passo oltre. Un modo di stare nelle sfide che non si limita a resistere, ma che trasforma l’imprevisto in occasione di crescita. Questo livello ha un nome affascinante: antifragilità.

METTITI NEI PANNI DI UN DIRETTORE GENERALE: LA SFIDA CHE OGNI HR DOVREBBE PROVARE
Negli ultimi anni il ruolo delle Risorse Umane è stato rivoluzionato.
Non si tratta più soltanto di gestire selezione, contratti o pratiche amministrative: oggi gli HR sono chiamati a essere protagonisti del cambiamento all’interno delle organizzazioni.
Questo significa avere la responsabilità non solo di gestire le persone, ma di guidare processi trasformativi che toccano la cultura aziendale, l’engagement, la leadership e persino il benessere individuale.
Sono difficoltà reali, che un HR conosce bene: incidono sulla motivazione, sulla collaborazione e, alla fine, anche sui risultati.
La domanda è: come si possono affrontare in modo efficace e duraturo?
La nostra risposta è un percorso di change management con realtà virtuale.
Per ciascuna delle 9 sfide abbiamo creato un’esperienza immersiva: metafore potenti che permettono di allenare la competenza necessaria a superare quella specifica difficoltà. Non teoria, non slide: esperienze che rimangono impresse e che portano i partecipanti a riflettere su sé stessi in modo autentico.
E per capire meglio come funziona questo approccio, vogliamo raccontarti un esempio concreto con dei recenti clienti.

BUSINESS CASE: LAVORARE SU INADEGUATEZZA E SOLITUDINE CON LA REALTA’ VIRTUALE
Nel nostro ultimo articolo abbiamo parlato delle 9 sfide della leadership: quei momenti che ogni manager si trova ad affrontare e che spesso diventano veri e propri blocchi. Tra queste: il senso di inadeguatezza, la solitudine professionale, raggiungere gli obiettivi, i conflitti gonfiati, il peso sulle spalle, il buco nero del tempo, il cuore congelato, le strade che si dividono, la diversità che arricchisce.
Sono difficoltà reali, che un HR conosce bene: incidono sulla motivazione, sulla collaborazione e, alla fine, anche sui risultati.
La domanda è: come si possono affrontare in modo efficace e duraturo?
La nostra risposta è un percorso di change management con realtà virtuale.
Per ciascuna delle 9 sfide abbiamo creato un’esperienza immersiva: metafore potenti che permettono di allenare la competenza necessaria a superare quella specifica difficoltà. Non teoria, non slide: esperienze che rimangono impresse e che portano i partecipanti a riflettere su sé stessi in modo autentico.
E per capire meglio come funziona questo approccio, vogliamo raccontarti un esempio concreto con dei recenti clienti.
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