ARTICOLO DEL BLOG:

IL FEEDBACK:
COSA IMPARIAMO DAGLI ATLETI OLIMPICI

Il feedback, elemento chiave per il successo degli atleti olimpici,
può diventare un alleato prezioso anche nel mondo aziendale.

Le Olimpiadi sono alle porte e gli atleti di tutto il mondo si stanno preparando intensamente, sia fisicamente che mentalmente, per affrontare la competizione più prestigiosa.

Oggi, nella Palestra del Flow, esploreremo come il feedback, elemento chiave per il successo degli atleti olimpici, possa diventare un alleato prezioso anche nel mondo aziendale.

Nel mondo dello sport di alto livello, il feedback è un elemento essenziale per il miglioramento continuo.

Gli atleti olimpici si allenano con dedizione estrema, accogliendo e cercando costantemente il feedback dei loro allenatori per affinare le loro abilità, correggere errori e raggiungere l’eccellenza.

Questo atteggiamento contrasta nettamente con quello prevalente in molte aziende, dove spesso le persone non cercano attivamente feedback per migliorare le loro performance.

Esploriamo cosa gli atleti fanno bene e perché le aziende dovrebbero prendere spunto da questo approccio.

Ti interessa questo argomento?

LA RICERCA COSTANTE DEL FEEDBACK NEGLI ATLETI OLIMPICI

Gli atleti olimpici sono noti per la loro disciplina e il loro impegno.

Ogni aspetto della loro preparazione è meticolosamente pianificato, ma ciò che distingue veramente un atleta di élite è la sua costante ricerca di feedback. Ecco come e perché questo avviene:

  1. Precisione tecnica: Gli allenatori forniscono feedback dettagliato e immediato su ogni movimento, permettendo agli atleti di fare aggiustamenti in tempo reale. Questo livello di precisione è fondamentale per correggere errori tecnici che potrebbero compromettere la performance.

  2. Adattamento e miglioramento: Il feedback continuo consente agli atleti di adattarsi e migliorare costantemente. Ogni sessione di allenamento diventa un’opportunità per apprendere e crescere, grazie alle indicazioni ricevute.

  3. Motivazione e confidenza: Un feedback positivo rafforza la fiducia dell’atleta nelle proprie capacità, mentre un feedback di miglioramento lo motiva a superare i propri limiti. Questo ciclo di rinforzo positivo è essenziale per mantenere alta la motivazione e l’impegno.

IL FEEDBACK NELLE AZIENDE

A differenza degli atleti olimpici, molte persone nelle aziende non cercano attivamente feedback.

Diverse ragioni contribuiscono a questa situazione: la paura del giudizio e della critica è spesso prevalente nel contesto aziendale, dove un feedback negativo può essere percepito come una minaccia alla propria posizione o reputazione. Inoltre, la mancanza di una cultura aziendale che valorizzi il feedback può rendere le persone riluttanti a richiederlo, temendo che le osservazioni ricevute siano inutili o addirittura dannose.

La carenza di tempo e la pressione costante per raggiungere obiettivi immediati spesso distoglie l’attenzione dall’automiglioramento, rendendo il feedback una priorità secondaria. Infine, la convinzione di sapere già abbastanza, unita a un certo livello di compiacimento professionale, può ridurre la percezione del feedback come uno strumento essenziale per la crescita personale e professionale.

Questi fattori, combinati, creano un ambiente dove il feedback non è adeguatamente cercato o valorizzato, a differenza del mondo sportivo dove è visto come cruciale per il successo.

APPRENDERE DAGLI ATLETI OLIMPICI: VERSO UNA CULTURA DI FEEDBACK

Le aziende possono trarre insegnamenti preziosi dall’approccio degli atleti olimpici al feedback. Ecco alcune strategie chiave:

  1. Promuovere un ambiente di fiducia: creare un ambiente in cui il feedback sia visto come un’opportunità di crescita piuttosto che come una critica. Questo richiede una leadership che promuova trasparenza e rispetto reciproco, modellando comportamenti aperti.

  2. Strutturare il feedback: Implementare processi che garantiscano un feedback regolare e costruttivo. Questo può includere revisioni delle performance periodiche, sessioni di coaching individuali e utilizzo di metodologie consolidate per fornire feedback specifico e tempestivo.

  3. Incentivare la mentalità di crescita: incentivare i dipendenti a vedere il feedback come uno strumento di sviluppo personale e professionale. Questo può essere fatto integrando il feedback nelle pratiche quotidiane e riconoscendo formalmente chi dimostra un impegno nel miglioramento continuo.
feedback

METTITI ALL’OPERA

Per comprendere a fondo l’importanza del feedback e iniziare a integrarlo nella tua routine professionale, ti propongo un semplice esercizio pratico. Prendi un progetto su cui stai lavorando o un compito che hai recentemente completato.

Segui questi passaggi:

  1. Rifletti sull’attività: dedica 5-10 minuti a riflettere su come hai affrontato il progetto. Prendi nota dei punti in cui ti sei sentito sicuro e di quelli in cui hai avuto difficoltà.

  2. Identifica i Feedback provider: elenca almeno tre persone che possono darti un feedback costruttivo su questo progetto. Possono essere colleghi, supervisori o membri del team con cui hai collaborato.

  3. Richiedi feedback specifico: contatta queste persone e chiedi un feedback specifico su aspetti chiave del progetto. Ad esempio, puoi chiedere loro di valutare la tua capacità di gestione del tempo, la qualità del lavoro svolto o la tua collaborazione con il team.

  4. Analizza il feedback: quando ricevi il feedback, analizzalo attentamente. Cerca di identificare i punti di forza e le aree di miglioramento. Prendi nota dei suggerimenti pratici che puoi applicare in futuro.

  5. Pianifica azioni migliorative: sulla base del feedback ricevuto, elabora un piano d’azione per migliorare le tue competenze. Stabilisci obiettivi specifici e misurabili che puoi raggiungere nel breve e medio termine.

  6. Fai un Follow-up: dopo aver implementato le azioni migliorative, torna dalle persone che ti hanno fornito il feedback iniziale e chiedi un riscontro sul tuo progresso. Questo ciclo continuo di feedback e miglioramento è fondamentale per crescere professionalmente.

Questo esercizio ti aiuterà a sviluppare una mentalità di crescita e a migliorare costantemente le tue performance, proprio come fanno gli atleti olimpici.

Gli atleti olimpici dimostrano l’importanza del feedback come strumento di miglioramento continuo. La loro costante ricerca di feedback e la capacità di utilizzarlo per migliorare le loro performance rappresentano un modello di eccellenza. Le aziende che adottano una cultura simile possono beneficiare di dipendenti più competenti, motivati e fiduciosi. Promuovere un ambiente dove il feedback è valorizzato e strutturato può trasformare le performance aziendali, portando l’organizzazione a nuovi livelli di successo.

Ti interessa questo argomento?

SCOPRI IL FLOW

L'EBOOK GRATUITO CON I SEGRETI PER MASSIMIZZARE SIA LA PRODUTTIVITÀ CHE LA FELICITÀ

Scopri come il concetto del Flow, o flusso, può rivoluzionare la tua vita personale e professionale migliorando la produttività e la felicità.

L’ebook “Scopri il Flow” di CapoLeader offre un’introduzione dettagliata a questo stato di immersione totale, con strategie pratiche per coltivarlo nelle attività quotidiane.
Attraverso esempi concreti e consigli pratici, imparerai a raggiungere il massimo rendimento in ogni ambito della tua vita.

leggi gli altri

ARTICOLI DEL BLOG

NOVITA’: MASTER IN HR LEARNING AND DEVELOPMENT

Nel nostro Trattato semiserio sull’apprendimento, avevamo lasciato un punto fermo: il cervello non ama le lezioni frontali.
Non perché sia pigro (anche se a volte lo sembra), ma perché è programmato per imparare facendo, sperimentando, emozionandosi.

La verità è che la nostra mente si annoia con le slide ma si accende con le sfide.
Non memorizza formule astratte, ma ricorda esperienze vissute.
E qui entra in gioco — letteralmente — la gamification: l’arte di usare meccaniche di gioco per attivare apprendimento, motivazione e coinvolgimento.

Leggi l'articolo »

IMPARARE GIOCANDO: LA NUOVA FRONTIERA DELLA LEADERSHIP

Nel nostro Trattato semiserio sull’apprendimento, avevamo lasciato un punto fermo: il cervello non ama le lezioni frontali.
Non perché sia pigro (anche se a volte lo sembra), ma perché è programmato per imparare facendo, sperimentando, emozionandosi.

La verità è che la nostra mente si annoia con le slide ma si accende con le sfide.
Non memorizza formule astratte, ma ricorda esperienze vissute.
E qui entra in gioco — letteralmente — la gamification: l’arte di usare meccaniche di gioco per attivare apprendimento, motivazione e coinvolgimento.

Leggi l'articolo »

TRATTATO SEMISERIO SULL’APPRENDIMENTO

C’è un momento in cui tutti ci sentiamo dei fuoriclasse del momento.
Succede a metà corso: annuiamo convinti, prendiamo appunti come se stessimo scrivendo il manifesto del nostro futuro da manager stellare e pensiamo:

“Ok, questa la provo SUBITO lunedì in ufficio.”

Poi arriva lunedì.
E… puff. Tutto svanisce.
Ci resta solo un vago ricordo di slide colorate e il dubbio: “Ma cosa avevo detto di così geniale?”

Benvenuti nel magico mondo dell’apprendimento… e della sua misteriosa evaporazione.Perché oggi non basta più resistere: serve saper trasformare l’imprevisto in opportunità.

Abbiamo parlato delle cinque capacità chiave che rendono antifragili: gestione del rischio, sperimentazione, consapevolezza di sé, apprendimento rapido e definizione delle priorità.
Ma la domanda è:
💭 Come si fa a capire quanto queste abilità siano davvero presenti nella nostra quotidianità professionale?

E soprattutto… si può farlo in modo coinvolgente e concreto?
Oggi entriamo nel vivo: perché è così importante allenare l’antifragilità per vivere — e non solo sopravvivere — nel mondo in cui ci troviamo immersi ogni giorno.
Quel mondo che tutti ormai chiamiamo VUCA, e che potremmo tranquillamente definire anche il regno dell’imprevisto:
Volatile, perché tutto cambia in un lampo.
Incerto, perché nessuno ha la sfera di cristallo.
Complesso, perché ogni scelta ne muove dieci altre.
Ambiguo, perché niente è mai solo bianco o nero.

Leggi l'articolo »

ANTIFRAGILITÀ IN AZIONE: SCOPRI QUANTO SEI PRONTO PER IL MONDO VUCA

Nel precedente articolo abbiamo visto come il mondo VUCA – volatile, incerto, complesso e ambiguo – sia una vera palestra per l’antifragilità: non un nemico da combattere, ma un allenatore esigente che ci spinge a crescere.
Perché oggi non basta più resistere: serve saper trasformare l’imprevisto in opportunità.

Abbiamo parlato delle cinque capacità chiave che rendono antifragili: gestione del rischio, sperimentazione, consapevolezza di sé, apprendimento rapido e definizione delle priorità.
Ma la domanda è:
💭 Come si fa a capire quanto queste abilità siano davvero presenti nella nostra quotidianità professionale?

E soprattutto… si può farlo in modo coinvolgente e concreto?
Oggi entriamo nel vivo: perché è così importante allenare l’antifragilità per vivere — e non solo sopravvivere — nel mondo in cui ci troviamo immersi ogni giorno.
Quel mondo che tutti ormai chiamiamo VUCA, e che potremmo tranquillamente definire anche il regno dell’imprevisto:
Volatile, perché tutto cambia in un lampo.
Incerto, perché nessuno ha la sfera di cristallo.
Complesso, perché ogni scelta ne muove dieci altre.
Ambiguo, perché niente è mai solo bianco o nero.

Leggi l'articolo »

ANTIFRAGILITA’: COME ALLENARLA PER CRESCERE NEL MONDO VUCA

Negli articoli delle scorse settimane abbiamo capito cos’è l’antifragilità, abbiamo visto le differenze con resilienza e fragilità, e disegnato l’identikit della persona antifragile: quella che non si limita a incassare i colpi, ma li usa per diventare più forte.

Oggi entriamo nel vivo: perché è così importante allenare l’antifragilità per vivere — e non solo sopravvivere — nel mondo in cui ci troviamo immersi ogni giorno.
Quel mondo che tutti ormai chiamiamo VUCA, e che potremmo tranquillamente definire anche il regno dell’imprevisto:
Volatile, perché tutto cambia in un lampo.
Incerto, perché nessuno ha la sfera di cristallo.
Complesso, perché ogni scelta ne muove dieci altre.
Ambiguo, perché niente è mai solo bianco o nero.

Leggi l'articolo »

L’IDENTIKIT DELLA PERSONA ANTIFRAGILE

Ti è mai capitato di pensare: “Non ce la faccio più”?
E poi, dopo qualche giorno, accorgerti che proprio da quella situazione difficile hai tirato fuori una forza nuova?

Ecco, quella è una piccola forma di antifragilità in azione.
Non è solo resilienza. È qualcosa di più profondo: la capacità non solo di resistere agli urti, ma di crescere grazie a essi.

Nel primo articolo abbiamo visto la differenza tra fragile, resiliente e antifragile.
Oggi andiamo oltre: com’è fatta una persona antifragile?
Come pensa, come reagisce, e cosa fa di diverso dagli altri?
Spoiler: ha molto a che fare con il flow, quello stato di concentrazione fluida e naturale in cui tutto sembra scorrere al ritmo giusto.
Eppure, c’è un passo oltre. Un modo di stare nelle sfide che non si limita a resistere, ma che trasforma l’imprevisto in occasione di crescita. Questo livello ha un nome affascinante: antifragilità.

Leggi l'articolo »

APPROFONDIAMO INSIEME!

Ti interessa a questo argomento?

Parliamone insieme!

Compila il form con i tuoi dati per prenotare una call gratuita di approfondimento.

Verrai contattato al più presto per discutere insieme a noi i  dettagli che ti interessano e ricevere ulteriori informazioni sull’argomento.

Prenota una Call con un consulente

Inserisci i tuoi dati, ti ricontatteremo nel giro di poche ore.