ARTICOLO DEL BLOG:

L'ARTE (QUASI MAGICA)
DI SCOVARE I TALENTI NASCOSTI

Perché riconoscere i talenti è più facile di quanto pensi… basta sapere dove guardare!

Oggi il nostro Trattato Semiserio ci porta a esplorare la terza Soft Skill fondamentale per il Flow:
🥁 rullo di tambuririconoscere i punti di forza!

Saper vedere i talenti veri è un po’ come fare birdwatching: devi avere pazienza, occhio allenato e, soprattutto, stare zitto mentre osservi, o il talento vola via spaventato.

Serve saper cogliere quei segnali minuscoli che gridano:
“Ehi, qui dentro c’è qualcosa che funziona benissimo!”
Ed è proprio lì, in quell’angolino nascosto di entusiasmo e naturalezza, che trovi i semi del Flow.

Chi padroneggia quest’arte non solo vede il meglio negli altri, ma riesce anche a creare magie di energia, motivazione e successo, senza bisogno di incantesimi o unicorni.

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Perché imparare questa (quasi) magia?

Perché il Flow — quello stato di concentrazione, entusiasmo e gratificazione che tutti vogliamo, ma che non arriva con un clic come Netflix — succede quando una persona fa qualcosa che:

  • -La sfida davvero (senza farla sentire come se dovesse risolvere il cubo di Rubik bendata),

  • -Ma allo stesso tempo è perfettamente in armonia con i suoi superpoteri segreti.

Chi sa vedere il meglio negli altri, e assegnare le sfide come un sarto esperto (ma senza la giacca a quadri), ha il potere di trasformare una giornata di lavoro nella versione lavorativa di un concerto rock: piena di energia, successo e sorrisi.

💬 In altre parole:
Se vuoi che il Flow sia il dessert del tuo team, smetti di cercare difetti da correggere e comincia a liberare i talenti nascosti (tipo quei calzini che trovi in fondo alla lavatrice).

Perché è così difficile?

Non è (solo) colpa nostra.
Cresciamo in un mondo dove viene premiato:

  • -Chi mostra i risultati come se avesse trovato l’elixir dell’immortalità,

    -Chi individua i problemi come se fossero indizi da risolvere con una lente d’ingrandimento.

Così, da adulti, siamo diventati esperti a cercare mancanze come se fossimo detective del “mistero del giorno”, ma non riusciamo mai a scoprire il vero talento.
Ma per attivare il Flow (e creare un team che non sembri l’ufficio di una sitcom triste), occorre cambiare occhiali:
passare dalla “lente dei difetti” alla “lente delle forze”.

Dove si nasconde il vero talento?

Spoiler: non è quello che urla di più (anzi, quello spesso è solo un po’ rumoroso).

Il talento si nasconde nei posti più inaspettati e silenziosi, come un ninja sotto la scrivania:

  • -Entusiasmo sincero: Quella scintilla negli occhi quando qualcuno parla di un progetto come se fosse il miglior film dell’anno.

  • -Resistenza alla fatica: Quando una persona non solo regge il peso del lavoro, ma lo fa con un sorriso (e con la stessa energia che ha quando arriva al primo giorno di vacanza).

  • -Creatività nelle soluzioni: Quando qualcuno trova una via alternativa dove gli altri vedono solo muri.

  • Questi sono i supereroi senza mantello del mondo del lavoro.

(Nota bene: lamentarsi con creatività non conta come talento. Quello è solo un’arte per aggiungere salse al piatto della frustrazione.)

Come allenare l’occhio magico (senza entrare a Hogwarts)

Prima buona notizia: non ti serve una bacchetta magica (e nemmeno un diploma da mago).
Seconda buona notizia: ti basta usare tre strumenti da supereroe che hai già a disposizione.

Ascolto attivo:
Smetti di ascoltare solo per rispondere con la frase più brillante (lo so, la tentazione è forte, tipo pizza con doppio formaggio).
Ascolta davvero, senza interrompere come se fossi in una gara di “chi parla più veloce”.
Spoiler: se ti ritrovi a ascoltare senza pensare già alla risposta, e annuire come se stessi davvero seguendo il discorso, sei quasi arrivato!

Occhio da esploratore:
Non fermarti alle vetrine luccicanti (tipo LinkedIn con i suoi titoli altisonanti).
Guarda nei piccoli dettagli: chi sorride davvero? Chi lavora senza che gli venga chiesto? Chi è sempre pronto a mettersi in gioco con un entusiasmo che non può essere contenuto?

No giudizio, grazie:
Lascia il berretto da critico d’arte nel cassetto (quello che usi per fare recensioni di film da 1 stellina).
Quando osservi qualcuno in azione, non incasellarlo subito con etichette tipo “bravo”, “meh” o “potenziale non sfruttato”.
I migliori talenti a volte crescono come un cactus che prima sembra una pianta sbagliata, ma poi esplode in fiori spettacolari.

💬 Allenare l’occhio magico significa diventare cacciatori di meraviglie, non giudici severi con la lente di ingrandimento.

E i benefici?

Riconoscere i talenti fa miracoli (senza esagerare):

  • -Aumenta la motivazione: chi si sente apprezzato, lavora con una marcia in più (e non si lamenta durante le riunioni).

  • -Rafforza la collaborazione: chi si sente visto, lavora con il sorriso (e magari anche con un caffè in più).

  • -Costruisce ambienti di lavoro dove il Flow diventa la norma (e non la rarità).

In più, il riconoscimento è contagioso: più vedi il talento negli altri, più gli altri vedranno anche il tuo (e probabilmente ti inviteranno a pranzare insieme).

METTITI ALL’OPERA

Pronto per diventare un “cacciatore di talenti” super? 🕵️‍♀️ Non serve una lente d’ingrandimento, né un radar avanzato: basta un po’ di attenzione e il giusto spirito! In questo esercizio, metterai alla prova il tuo occhio magico per scoprire i punti di forza delle persone intorno a te. È più facile di quanto sembri, e ti assicuro che sarà divertente! 🌟

  • 1-Scegli una persona: Può essere un collega, un amico, un membro della tua famiglia o qualcuno con cui lavori. L’importante è che sia una persona con cui interagisci regolarmente.

  • 2-Osserva senza giudicare: Prenditi qualche minuto per osservare quella persona mentre è impegnata in attività quotidiane, sia professionali che personali. Se possibile, osserva come si comporta in un contesto di lavoro, ma anche durante una conversazione informale o un’attività extra-lavorativa.

  • 3-Focalizzati sui dettagli: Cerca segnali che possano indicare un punto di forza nascosto. Non concentrarti sui “difetti” o su cosa potrebbe fare meglio, ma cerca i piccoli segnali di successo, entusiasmo, resistenza, creatività o iniziativa.

    • -Esempi di segnali da cercare:

      • Un sorriso spontaneo durante un’attività.

      • La velocità con cui risolve un problema.

      • La pazienza nel gestire una discussione.

      • La capacità di motivare gli altri in modo naturale.

  • 4-Fermati e rifletti: Dopo l’osservazione, prendi un momento per riflettere sui punti di forza che hai individuato. Fai una lista mentale di queste qualità e pensa a come queste contribuiscono al successo della persona in quella specifica attività.

  • 5-Dai un feedback positivo (facoltativo): Se lo ritieni opportuno, puoi anche fare un breve commento positivo alla persona, evidenziando uno dei punti di forza che hai notato. Ad esempio: “Ho notato che quando ti capita un imprevisto, riesci a mantenere calma e a risolverlo velocemente. È una qualità davvero utile!”

Riconoscere i punti di forza non è un lusso da guru del business.
È uno strumento potentissimo per costruire motivazione, Flow e successi, senza bisogno di superpoteri… o quasi.

Quindi, la prossima volta che entri in ufficio, metti via la lente dei difetti.
Accendi il radar dei talenti nascosti.
Potresti scoprire che sei circondato da supereroi del lavoro e da magie nascoste.

E alla fine, chissà… un po’ di magia vera c’è sempre. ✨

Vuoi approfondire il tema della collaborazione e come potenziarla attraverso il Flow? Partecipa alle Pillole di Flow mercoledì 21 Maggio ore 18-19.

L’argomento è Quando il Team suona all’unisono: Flow e Collaborazione

Vuoi avere più informazioni? Chatta con Mr. Fligby il nostro Assistente Virtuale

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IL FLOW PER LA FELICITA' E IL SUCCESSO

LA LEADERSHIP NELLA VITA E NEL LAVORO.

IL LIBRO DI STEFANO SELVINI

“Si legge in un soffio: è un romanzo, ma è anche una guida assistita al lavoro per arrivare a padroneggiarlo.”

“Questo romanzo unisce la teoria alla pratica, invitandoci a rispondere a una questione di fondo: quando il lavoro vale la pena di essere vissuto?”

“Pagina dopo pagina familiarizzerete – passo al voi, avendole già lette in anteprima – con Marco Riva, il protagonista, rispecchiandovi nella sua costante ricerca di felicità. Perché tutti, nessuno escluso, cerchiamo la piena realizzazione.”

FILIPPO POLETTITop Voice Linkedin e influencer del benessere al lavoro

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ARTICOLI DEL BLOG

IMPARARE GIOCANDO: LA NUOVA FRONTIERA DELLA LEADERSHIP

Nel nostro Trattato semiserio sull’apprendimento, avevamo lasciato un punto fermo: il cervello non ama le lezioni frontali.
Non perché sia pigro (anche se a volte lo sembra), ma perché è programmato per imparare facendo, sperimentando, emozionandosi.

La verità è che la nostra mente si annoia con le slide ma si accende con le sfide.
Non memorizza formule astratte, ma ricorda esperienze vissute.
E qui entra in gioco — letteralmente — la gamification: l’arte di usare meccaniche di gioco per attivare apprendimento, motivazione e coinvolgimento.

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TRATTATO SEMISERIO SULL’APPRENDIMENTO

C’è un momento in cui tutti ci sentiamo dei fuoriclasse del momento.
Succede a metà corso: annuiamo convinti, prendiamo appunti come se stessimo scrivendo il manifesto del nostro futuro da manager stellare e pensiamo:

“Ok, questa la provo SUBITO lunedì in ufficio.”

Poi arriva lunedì.
E… puff. Tutto svanisce.
Ci resta solo un vago ricordo di slide colorate e il dubbio: “Ma cosa avevo detto di così geniale?”

Benvenuti nel magico mondo dell’apprendimento… e della sua misteriosa evaporazione.Perché oggi non basta più resistere: serve saper trasformare l’imprevisto in opportunità.

Abbiamo parlato delle cinque capacità chiave che rendono antifragili: gestione del rischio, sperimentazione, consapevolezza di sé, apprendimento rapido e definizione delle priorità.
Ma la domanda è:
💭 Come si fa a capire quanto queste abilità siano davvero presenti nella nostra quotidianità professionale?

E soprattutto… si può farlo in modo coinvolgente e concreto?
Oggi entriamo nel vivo: perché è così importante allenare l’antifragilità per vivere — e non solo sopravvivere — nel mondo in cui ci troviamo immersi ogni giorno.
Quel mondo che tutti ormai chiamiamo VUCA, e che potremmo tranquillamente definire anche il regno dell’imprevisto:
Volatile, perché tutto cambia in un lampo.
Incerto, perché nessuno ha la sfera di cristallo.
Complesso, perché ogni scelta ne muove dieci altre.
Ambiguo, perché niente è mai solo bianco o nero.

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ANTIFRAGILITÀ IN AZIONE: SCOPRI QUANTO SEI PRONTO PER IL MONDO VUCA

Nel precedente articolo abbiamo visto come il mondo VUCA – volatile, incerto, complesso e ambiguo – sia una vera palestra per l’antifragilità: non un nemico da combattere, ma un allenatore esigente che ci spinge a crescere.
Perché oggi non basta più resistere: serve saper trasformare l’imprevisto in opportunità.

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Ma la domanda è:
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E soprattutto… si può farlo in modo coinvolgente e concreto?
Oggi entriamo nel vivo: perché è così importante allenare l’antifragilità per vivere — e non solo sopravvivere — nel mondo in cui ci troviamo immersi ogni giorno.
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Complesso, perché ogni scelta ne muove dieci altre.
Ambiguo, perché niente è mai solo bianco o nero.

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ANTIFRAGILITA’: COME ALLENARLA PER CRESCERE NEL MONDO VUCA

Negli articoli delle scorse settimane abbiamo capito cos’è l’antifragilità, abbiamo visto le differenze con resilienza e fragilità, e disegnato l’identikit della persona antifragile: quella che non si limita a incassare i colpi, ma li usa per diventare più forte.

Oggi entriamo nel vivo: perché è così importante allenare l’antifragilità per vivere — e non solo sopravvivere — nel mondo in cui ci troviamo immersi ogni giorno.
Quel mondo che tutti ormai chiamiamo VUCA, e che potremmo tranquillamente definire anche il regno dell’imprevisto:
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Complesso, perché ogni scelta ne muove dieci altre.
Ambiguo, perché niente è mai solo bianco o nero.

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L’IDENTIKIT DELLA PERSONA ANTIFRAGILE

Ti è mai capitato di pensare: “Non ce la faccio più”?
E poi, dopo qualche giorno, accorgerti che proprio da quella situazione difficile hai tirato fuori una forza nuova?

Ecco, quella è una piccola forma di antifragilità in azione.
Non è solo resilienza. È qualcosa di più profondo: la capacità non solo di resistere agli urti, ma di crescere grazie a essi.

Nel primo articolo abbiamo visto la differenza tra fragile, resiliente e antifragile.
Oggi andiamo oltre: com’è fatta una persona antifragile?
Come pensa, come reagisce, e cosa fa di diverso dagli altri?
Spoiler: ha molto a che fare con il flow, quello stato di concentrazione fluida e naturale in cui tutto sembra scorrere al ritmo giusto.
Eppure, c’è un passo oltre. Un modo di stare nelle sfide che non si limita a resistere, ma che trasforma l’imprevisto in occasione di crescita. Questo livello ha un nome affascinante: antifragilità.

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ANTIFRAGILITÀ E FLOW: IL CORAGGIO DI CRESCERE ATTRAVERSO LE SFIDE

Si parla spesso di resilienza come della qualità fondamentale per affrontare le difficoltà: la capacità di non spezzarsi, di resistere agli urti della vita e tornare al proprio equilibrio. È una dote preziosa, che ci aiuta a sentirci stabili anche nei momenti complessi.

Eppure, c’è un passo oltre. Un modo di stare nelle sfide che non si limita a resistere, ma che trasforma l’imprevisto in occasione di crescita. Questo livello ha un nome affascinante: antifragilità.

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