Allenare la consapevolezza non richiede incensi, mantra tibetani né abbandonare tutto per coltivare riso in Indonesia.
Non ti serve una vita nuova, ti basta guardare meglio quella che hai.
Sì, anche mentre sei in fila alla posta o chiudi l’ennesima call su Teams.
Perché la consapevolezza non è una pratica da “momenti speciali”: è una palestra quotidiana, fatta di piccole cose che puoi fare ovunque (tranne forse mentre litighi per l’aria condizionata in ufficio… lì serve un miracolo).
Ecco qualche esercizio “a misura di essere umano impegnato”:
1. Il micro-check del mattino
Appena ti svegli, prima di lanciarti sulle notifiche, prova a chiederti:
“Che aria tira oggi dentro di me?”
Un minuto, occhi ancora mezzi chiusi, ma cervello acceso.
Che emozione c’è? Stanchezza? Ansia? Curiosità? Pizza avanzata?
Allenarsi a dare un nome a come stai, ogni giorno, ti aiuta a non essere travolto da come ti sentirai dopo.
2. Il semaforo della reattività
Immagina di avere un semaforo interno:
🟥 Rosso: quando senti che stai per reagire male.
🟡 Giallo: quando senti che qualcosa ti tocca.
🟩 Verde: quando sei lucido e centrato.
Allenati a notare i segnali gialli, prima di esplodere al rosso.
Più ti eserciti a dire “aspetta un attimo”, più diventi bravo a scegliere invece che scattare.
3. Il respiro salva-viaggi mentali
Hai presente quando stai facendo qualcosa e ti ritrovi a pensare a tutt’altro?
Tipo stai scrivendo una mail e all’improvviso sei mentalmente in ferie, ma in ritardo per il check-in?
Fermati. Fai tre respiri profondi, contando fino a 4 mentre inspiri, e fino a 6 mentre espiri.
Semplice, ma potentissimo.
Il respiro è tipo il Wi-Fi del corpo: ti riconnette subito al presente (quando funziona, ovviamente).
La consapevolezza non ti trasforma in un monaco zen.
Ma ti evita un sacco di errori, risposte di pancia, pentimenti da messaggi inviati troppo in fretta.
È il superpotere tranquillo.
La pausa prima di parlare.
Il respiro prima del click.
La possibilità di scegliere chi vuoi essere anche nei momenti storti.
E, tra noi, è pure più economica dello psicodramma settimanale.