il pensiero sistemico

IL PENSIERO SISTEMICO

Un sistema è generalmente definito come una raccolta organizzata di parti o sottosistemi, altamente integrati, al fine di raggiungere un obiettivo generale.
Un esempio è il corpo umano. Il nostro corpo è un sistema che contiene undici sottosistemi, come quello scheletrico, muscolare e nervoso. Il principio presente dietro ad ogni sistema è che se anche solo una delle parti dovesse cambiare, l’intero sistema cambierebbe.
Da qui nasce il pensiero sistemico, un approccio integrato che permette di analizzare i problemi in modo completo, cercando di capire le dinamiche di interazione tra le varie componenti del sistema.

Ogni sistema è perfettamente disegnato per per ottenere i risultati che ottiene, ma come si ottengono questi risultati?
Per prima cosa dobbiamo conoscere e comprendere il nostro sistema e confrontarlo con gli altri sistemi. Poi, dobbiamo partire in piccolo, un passo alla volta.
Quando hanno chiesto ad un famoso scultore come riuscisse a creare delle statue di cavalli così belle, lui ha risposto che basta partire da un blocco di pietra e togliere tutto ciò che non sembra un cavallo. Si può fare lo stesso ragionamento con il proprio sistema. Si inizia imparando a conoscerlo e poi si toglie un po’ alla volta tutto ciò che non aiuta a raggiungere i risultati complessivi.

In questo video vengono spiegate, con interessanti esempi, le più importanti regole sul funzionamento dei sistemi:

  1. I problemi di oggi nascono dalle soluzioni di ieri
  2. Più spingete avanti più il sistema spinge indietro
  3. Le scorciatoie di solito non risolvono il problema
  4. Andare più veloce, rallenta

Cosa succede quando si decide di prendere una scorciatoia per risolvere un problema, senza pensare alle ripercussioni sulle parti interconnesse?
Un esempio è il caso Cat Drop. Negli anni ’50 del secolo scorso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità decise di spruzzare massicce dosi di DDT per debellare le zanzare, al fine di contenere una grave epidemia di malaria. Il DDT,  debellò le zanzare e quindi la malaria, ma produsse anche altri significativi cambiamenti che l’uomo non aveva valutato. Quasi tutte le popolazioni di insetti calarono decisamente, tranne una, i “bruchi mangia paglia”, che proliferarono indiscriminatamente non trovando più in natura altri competitori o predatori, morti per l’effetto del DDT. Questo causò un incontrollabile decadimento dei tetti delle case. Inoltre, il DDT provocò la scomparsa delle lucertole e di conseguenza, essendo il cibo dei gatti, la progressiva morte dei felini. Senza gatti si moltiplicarono anche i ratti, provocando due nuove malattie: il tifo e la peste. Per risolvere questa situazione, allora, la Royal Air Force inglese paracadutò una grande quantità di gatti al fine di mangiare i ratti, risolvendo almeno in parte il problema.

L’Operazione Cat Drop è la dimostrazione del fatto che ogni ecosistema resta in equilibrio grazie ai rapporti esistenti tra tutte le sue componenti. Intervenire sul problema in modo immediato, attraverso una scorciatoia, può generare l’alterazione del delicato equilibrio, generando una crisi del sistema. Questo principio è valido non solo per gli ecosistemi naturali, ma anche per le aziende. Molto spesso manager e capi cercano di risolvere i problemi mettendo in atto delle soluzioni provvisorie che non tengano conto delle parti interconnesse. Ogni decisione, però, ha un impatto su tutto il sistema e quindi su tutta l’organizzazione.
Il Team di Capoleader sta lavorando ad un’interessante strumento, pensato proprio per aiutare i leader a potenziare il proprio pensiero sistemico evitando di dover “paracadutare i gatti” nella propria azienda per ristabilire l’equilibrio.
Considerare la propria azienda come un insieme di componenti interconnesse e interdipendenti, che lavorano insieme per raggiungere uno scopo comune, permette ai leader di vedere il quadro più grande della situazione e le conseguenza delle proprie azioni, analizzando i problemi in modo efficace prima di agire.

 

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