ARTICOLO DEL BLOG:

SOPRAVVIVERE ALLA
CORSA PRE-FERIE SENZA STRAMAZZARE

Strategie pratiche e mentali per non farsi travolgere dalla to do list e tagliare il traguardo delle ferie con stile

C’è una corsa che tutti conosciamo molto bene, anche se non ci alleniamo da anni.
È la corsa finale prima delle ferie:
quella in cui pensi di chiudere tutto, incastrare ogni task, rispondere a tutte le mail e magari salvare anche il mondo… entro venerdì a mezzogiorno.

Risultato?

To do list infinita, energia a zero, e un senso di colpa latente per “non aver fatto abbastanza”.

Respira.
Hai bisogno di un nuovo punto di vista (e di una metafora che ti aiuti a rallentare con dignità).

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IL MARATONETA CHE VEDE IL TRAGUARDO

Immagina: sei un maratoneta. Hai corso per chilometri.
Manca poco. Vedi il traguardo in lontananza.

Hai due opzioni:

  • A. Scattare come un forsennato e rischiare di stramazzare proprio sul finale.

  • B. Trovare un passo sostenibile, gestire le ultime energie e tagliare il traguardo ancora lucido, magari pure sorridente.

Indovina quale opzione ti fa arrivare alle ferie vivo e orgoglioso?

TUTTO URGENTE, NULLA IMPORTANTE?

Quando siamo stanchi e sotto pressione, ogni cosa sembra urgente.
Ma non è così. Serve una bussola. E ce l’hai già.

FAI UN RAPIDO TRIAGE DELLE TUE ATTIVITÀ:

🟢 DA FARE DAVVERO ORA

  • -Ha una scadenza inderogabile?

  • -Coinvolge altri che aspettano il tuo input?

  • -Ha un impatto immediato (su clienti, colleghi, progetti aperti)?

🟡 DA RIMANDARE SERENAMENTE

  • -Può aspettare senza creare danni?

  • -Ha più senso farla bene e con calma dopo le ferie?

  • -È un’attività di medio-lungo periodo travestita da “urgente”?

🔴 DA DELEGARE O LASCIARE ANDARE

  • -Qualcuno può farla al posto tuo?

  • -È solo un “lo faccio perché mi dà l’illusione di chiudere tutto”?

  • -È qualcosa che puoi tranquillamente… non fare più?

  • 👉 Pro tip: scrivilo nero su bianco. Ti aiuta a vedere dove ha senso dire no (o non ora).

IL MITO DEL “FINIRE TUTTO PRIMA DI PARTIRE”

Diciamolo una volta per tutte: non esiste finire tutto. Esiste fare il meglio possibile con lucidità e priorità chiare.

Fare 12 cose in fretta e male serve a poco. Fare 5 cose bene e programmare le altre per il rientro è molto più intelligente (e professionale).

Quella vocina che ti dice: “Eh ma non ho fatto tutto…”

Non è la voce del dovere. È la voce dell’abitudine al sovraccarico. Puoi scegliere di ignorarla.
Anzi, puoi risponderle così: “Ho fatto ciò che conta. Il resto lo affronterò con energie rinnovate.”

Perché se vai in ferie esausto, ti serviranno le ferie per recuperare dallo stress pre-ferie. E non è un grande affare.

RITUALE DI CHIUSURA (SANO E LIBERATORIO)

Prima di chiudere il laptop:

  1. Segna 3 cose fatte bene nelle ultime due settimane.

  2. Pianifica il primo task semplice da cui ripartire a settembre.

  3. Scrivi due righe a te stesso/a su dove sei rimasto: ti aiuterà a non perdere il filo.

Poi spegni tutto.
Sì, anche le notifiche. Soprattutto quelle.

Il traguardo è vicino.
Non serve strafare. Serve chiudere bene, con lucidità e rispetto per le energie rimaste.

Ricordalo: non ti meriti le ferie perché hai finito tutto. Te le meriti perché sei umano.
E gli umani – per funzionare – devono staccare, ricaricarsi e, ogni tanto, mollare il passo.

Ci si vede (più freschi) al rientro. 🌞

Quando sarai fresco e riposato, ricordati di partecipare al nostro prossimo evento delle Pillole di Flow: l’11 settembre dalle 18 alle 19 su Zoom

Un’ora per approfondire insieme come guidare il cambiamento attraverso il Flow.

Se vuoi capire come allenare concretamente il cambiamento attraverso esperienze immersive non perderti il prossimo appuntamento con le pillole di gamification, mercoledì  17 settembre dalle 12.30 alle 13.15.
Ti racconteremo come funziona un percorso collettivo di Change Management attraverso la realtà virtuale.

Vuoi avere più informazioni? Chatta con Mr. Fligby il nostro Assistente Virtuale

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IL FLOW PER LA FELICITA' E IL SUCCESSO

LA LEADERSHIP NELLA VITA E NEL LAVORO.

IL LIBRO DI STEFANO SELVINI

“Si legge in un soffio: è un romanzo, ma è anche una guida assistita al lavoro per arrivare a padroneggiarlo.”

“Questo romanzo unisce la teoria alla pratica, invitandoci a rispondere a una questione di fondo: quando il lavoro vale la pena di essere vissuto?”

“Pagina dopo pagina familiarizzerete – passo al voi, avendole già lette in anteprima – con Marco Riva, il protagonista, rispecchiandovi nella sua costante ricerca di felicità. Perché tutti, nessuno escluso, cerchiamo la piena realizzazione.”

FILIPPO POLETTITop Voice Linkedin e influencer del benessere al lavoro

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ARTICOLI DEL BLOG

IMPARARE GIOCANDO: LA NUOVA FRONTIERA DELLA LEADERSHIP

Nel nostro Trattato semiserio sull’apprendimento, avevamo lasciato un punto fermo: il cervello non ama le lezioni frontali.
Non perché sia pigro (anche se a volte lo sembra), ma perché è programmato per imparare facendo, sperimentando, emozionandosi.

La verità è che la nostra mente si annoia con le slide ma si accende con le sfide.
Non memorizza formule astratte, ma ricorda esperienze vissute.
E qui entra in gioco — letteralmente — la gamification: l’arte di usare meccaniche di gioco per attivare apprendimento, motivazione e coinvolgimento.

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TRATTATO SEMISERIO SULL’APPRENDIMENTO

C’è un momento in cui tutti ci sentiamo dei fuoriclasse del momento.
Succede a metà corso: annuiamo convinti, prendiamo appunti come se stessimo scrivendo il manifesto del nostro futuro da manager stellare e pensiamo:

“Ok, questa la provo SUBITO lunedì in ufficio.”

Poi arriva lunedì.
E… puff. Tutto svanisce.
Ci resta solo un vago ricordo di slide colorate e il dubbio: “Ma cosa avevo detto di così geniale?”

Benvenuti nel magico mondo dell’apprendimento… e della sua misteriosa evaporazione.Perché oggi non basta più resistere: serve saper trasformare l’imprevisto in opportunità.

Abbiamo parlato delle cinque capacità chiave che rendono antifragili: gestione del rischio, sperimentazione, consapevolezza di sé, apprendimento rapido e definizione delle priorità.
Ma la domanda è:
💭 Come si fa a capire quanto queste abilità siano davvero presenti nella nostra quotidianità professionale?

E soprattutto… si può farlo in modo coinvolgente e concreto?
Oggi entriamo nel vivo: perché è così importante allenare l’antifragilità per vivere — e non solo sopravvivere — nel mondo in cui ci troviamo immersi ogni giorno.
Quel mondo che tutti ormai chiamiamo VUCA, e che potremmo tranquillamente definire anche il regno dell’imprevisto:
Volatile, perché tutto cambia in un lampo.
Incerto, perché nessuno ha la sfera di cristallo.
Complesso, perché ogni scelta ne muove dieci altre.
Ambiguo, perché niente è mai solo bianco o nero.

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ANTIFRAGILITÀ IN AZIONE: SCOPRI QUANTO SEI PRONTO PER IL MONDO VUCA

Nel precedente articolo abbiamo visto come il mondo VUCA – volatile, incerto, complesso e ambiguo – sia una vera palestra per l’antifragilità: non un nemico da combattere, ma un allenatore esigente che ci spinge a crescere.
Perché oggi non basta più resistere: serve saper trasformare l’imprevisto in opportunità.

Abbiamo parlato delle cinque capacità chiave che rendono antifragili: gestione del rischio, sperimentazione, consapevolezza di sé, apprendimento rapido e definizione delle priorità.
Ma la domanda è:
💭 Come si fa a capire quanto queste abilità siano davvero presenti nella nostra quotidianità professionale?

E soprattutto… si può farlo in modo coinvolgente e concreto?
Oggi entriamo nel vivo: perché è così importante allenare l’antifragilità per vivere — e non solo sopravvivere — nel mondo in cui ci troviamo immersi ogni giorno.
Quel mondo che tutti ormai chiamiamo VUCA, e che potremmo tranquillamente definire anche il regno dell’imprevisto:
Volatile, perché tutto cambia in un lampo.
Incerto, perché nessuno ha la sfera di cristallo.
Complesso, perché ogni scelta ne muove dieci altre.
Ambiguo, perché niente è mai solo bianco o nero.

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ANTIFRAGILITA’: COME ALLENARLA PER CRESCERE NEL MONDO VUCA

Negli articoli delle scorse settimane abbiamo capito cos’è l’antifragilità, abbiamo visto le differenze con resilienza e fragilità, e disegnato l’identikit della persona antifragile: quella che non si limita a incassare i colpi, ma li usa per diventare più forte.

Oggi entriamo nel vivo: perché è così importante allenare l’antifragilità per vivere — e non solo sopravvivere — nel mondo in cui ci troviamo immersi ogni giorno.
Quel mondo che tutti ormai chiamiamo VUCA, e che potremmo tranquillamente definire anche il regno dell’imprevisto:
Volatile, perché tutto cambia in un lampo.
Incerto, perché nessuno ha la sfera di cristallo.
Complesso, perché ogni scelta ne muove dieci altre.
Ambiguo, perché niente è mai solo bianco o nero.

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L’IDENTIKIT DELLA PERSONA ANTIFRAGILE

Ti è mai capitato di pensare: “Non ce la faccio più”?
E poi, dopo qualche giorno, accorgerti che proprio da quella situazione difficile hai tirato fuori una forza nuova?

Ecco, quella è una piccola forma di antifragilità in azione.
Non è solo resilienza. È qualcosa di più profondo: la capacità non solo di resistere agli urti, ma di crescere grazie a essi.

Nel primo articolo abbiamo visto la differenza tra fragile, resiliente e antifragile.
Oggi andiamo oltre: com’è fatta una persona antifragile?
Come pensa, come reagisce, e cosa fa di diverso dagli altri?
Spoiler: ha molto a che fare con il flow, quello stato di concentrazione fluida e naturale in cui tutto sembra scorrere al ritmo giusto.
Eppure, c’è un passo oltre. Un modo di stare nelle sfide che non si limita a resistere, ma che trasforma l’imprevisto in occasione di crescita. Questo livello ha un nome affascinante: antifragilità.

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ANTIFRAGILITÀ E FLOW: IL CORAGGIO DI CRESCERE ATTRAVERSO LE SFIDE

Si parla spesso di resilienza come della qualità fondamentale per affrontare le difficoltà: la capacità di non spezzarsi, di resistere agli urti della vita e tornare al proprio equilibrio. È una dote preziosa, che ci aiuta a sentirci stabili anche nei momenti complessi.

Eppure, c’è un passo oltre. Un modo di stare nelle sfide che non si limita a resistere, ma che trasforma l’imprevisto in occasione di crescita. Questo livello ha un nome affascinante: antifragilità.

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