ARTICOLO DEL BLOG:

ESSERE CREATIVI
CON IL FLOW

Quando la collaborazione vera crea spazio per idee innovative e concrete

Negli scorsi articoli ci siamo immersi nel mondo della collaborazione: abbiamo visto com’è fatta, cosa la nutre, come si distingue da quella versione “tutti amici in pausa caffè” che spesso viene confusa con il vero lavoro di squadra.

Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?


Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

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LA CREATIVITÀ NON È UN MOMENTO DI GENIO SOLITARIO

Dimentichiamoci la scena dell’inventore che urla “Eureka!” da solo nella vasca da bagno. La creatività, nel mondo reale (e soprattutto in quello del lavoro), non è un colpo di fortuna isolato, ma il risultato di un ecosistema che la rende possibile.

E quest’ecosistema è fatto di tre elementi fondamentali:

🔹 Una cultura che incoraggia
Ogni contesto ha i suoi simboli, valori e messaggi impliciti. Se l’ambiente dice, anche senza parole: “qui puoi osare, qui l’errore è parte del gioco”, le persone iniziano a portare contributi veri, non solo cose “già approvate”.
Una cultura che valorizza la curiosità, l’originalità e la sperimentazione è come un fertilizzante naturale per le idee.

🔹 Una persona che rompe il ritmo
Che sia un’idea, un’intuizione o una provocazione, serve qualcuno che metta sul tavolo qualcosa di nuovo. Qualcuno che dica: “Lo so che facciamo così da anni, ma se provassimo quest’altra via?”.
La persona creativa è quella che si prende il rischio di stonare per trovare una nuova melodia.

🔹 Una comunità che riconosce il valore
La creatività senza riconoscimento resta nel cassetto. Ecco perché servono persone competenti (gli “esperti” del dominio) che siano pronte a dire: “Ehi, questa cosa qui ha senso. Proviamola.”
È così che un’idea diventa innovazione, non solo fantasia.

FLOW: IL TERRENO IDEALE PER IDEE BRILLANTI

Oltre all’ambiente giusto, la creatività ha bisogno di due alleati fondamentali: tempo e attenzione.

Viviamo in un’epoca in cui l’idea di “avere tempo per pensare” è diventata quasi un lusso. Ma per creare davvero, non bastano dieci minuti rubati tra due riunioni.
Serve tempo di qualità.
E soprattutto, serve focus: quell’attenzione profonda e non frammentata che oggi viene regolarmente presa in ostaggio da email, notifiche e chat urgenti.

Ed è qui che entra in scena il famoso Flow: quello stato in cui siamo completamente immersi in un’attività, con il giusto livello di sfida, pienamente concentrati, e con una strana sensazione di “spinta naturale”.
Nel Flow, la mente smette di correre in tutte le direzioni e si focalizza. Il tempo sembra dilatarsi, la produttività aumenta e – magia delle magie – la creatività si accende.

Per attivare il Flow servono contesti che lo permettano: poche interruzioni, obiettivi chiari, libertà di esplorare, e collaborazione autentica. In pratica, non solo serve il tempo per pensare, ma anche lo spazio mentale per farlo bene.

LA CREATIVITÀ È COME UN’ORCHIDEA

Immagina la creatività come un’orchidea tropicale.
Non puoi trattarla come una piantina da balcone qualsiasi. Non basta annaffiarla una volta ogni tanto e sperare che sbocci. Ha bisogno di luce giusta, umidità controllata, niente sbalzi di temperatura e un po’ di sana dedizione.

Allo stesso modo, le idee nuove hanno bisogno di tempo, attenzione, ascolto e validazione. E tutto questo arriva quando la collaborazione funziona per davvero.

Quindi, se vuoi che nel tuo team sboccino idee brillanti, non partire dai post-it colorati o dalle sessioni di brainstorming forzate.
Parti da lì: dalla qualità delle relazioni, dalla cultura che le sostiene, e dalla libertà di pensare senza dover chiedere scusa.

METTITI ALL’OPERA

La creatività non è sempre inventare da zero. A volte è guardare con occhi nuovi qualcosa che già conosci.

Come funziona:

  1. Scegli una cosa che fai spesso.
    Può essere una riunione, scrivere un’email, fare una presentazione, prendere appunti, risolvere un problema…

  2. Individua una “regola implicita”.
    Cosa fai sempre nello stesso modo, quasi senza pensarci? Ad esempio: “le slide devono avere titoli seri” o “i meeting iniziano sempre con l’ordine del giorno”.

  3. Rompi quella regola.
    Prova a fare la stessa cosa… ma al contrario, con un twist, in modo assurdo o solo diverso dal solito.
    Esempi:

    • Inizia la riunione con una domanda bizzarra.

    • Scrivi un’email come se fosse un post su Instagram.

    • Prendi appunti disegnando.

  4. Osserva cosa succede.
    Come cambia la tua energia? E la reazione degli altri? Hai notato qualcosa di nuovo?


🧠 Perché funziona:
Quando cambiamo le abitudini mentali, il cervello attiva circuiti alternativi. E lì, spesso, troviamo soluzioni nuove. O almeno… qualche buona idea fuori dagli schemi.

✨ Provalo oggi stesso. Bastano 5 minuti per innescare qualcosa di diverso.

 

La creatività non si può ordinare come un caffè al bar. Non arriva su richiesta, non si accende con un pulsante, e non risponde a “entro venerdì alle 17”.
Le idee – quelle buone, quelle che cambiano le cose – non si impongono, si coltivano.

Servono relazioni autentiche, un contesto che ascolta davvero, una cultura che non punisce il pensiero divergente ma lo applaude.
Serve spazio mentale, tempo di qualità e un pizzico di fiducia nel fatto che, se crei le condizioni giuste, prima o poi qualcosa di bello fiorisce.

Collaborare per creare non è questione di fortuna.
È una scelta intenzionale, quotidiana, che parte dal modo in cui ci parliamo, ci ascoltiamo e ci diamo il permesso di provare.

E quando questa scelta diventa abitudine, l’innovazione non è più un obiettivo da raggiungere… ma una conseguenza naturale.

E se vuoi continuare a coltivare il terreno giusto per far fiorire le tue idee…
📅 Segna in agenda: il 26 giugno alle 18 ti aspettiamo con una nuova puntata di Pillole di Flow, dove parleremo proprio di Flow e Creatività.
Un’occasione per approfondire, confrontarsi e – perché no – uscire dagli schemi insieme.

🌱 Perché le idee migliori non arrivano da sole. Si fanno invitare.
Ti unisci a noi?

Vuoi approfondire il tema della creatività e come potenziarla attraverso il Flow? Iscriviti per partecipare alle Pillole di Gamification martedì 8 luglio ore 12.30-13.15

L’argomento è Flow e creatività

Vuoi avere più informazioni? Chatta con Mr. Fligby il nostro Assistente Virtuale

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IL FLOW PER LA FELICITA' E IL SUCCESSO

LA LEADERSHIP NELLA VITA E NEL LAVORO.

IL LIBRO DI STEFANO SELVINI

“Si legge in un soffio: è un romanzo, ma è anche una guida assistita al lavoro per arrivare a padroneggiarlo.”

“Questo romanzo unisce la teoria alla pratica, invitandoci a rispondere a una questione di fondo: quando il lavoro vale la pena di essere vissuto?”

“Pagina dopo pagina familiarizzerete – passo al voi, avendole già lette in anteprima – con Marco Riva, il protagonista, rispecchiandovi nella sua costante ricerca di felicità. Perché tutti, nessuno escluso, cerchiamo la piena realizzazione.”

FILIPPO POLETTITop Voice Linkedin e influencer del benessere al lavoro

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I 5 NEMICI INVISIBILI DELLA COLLABORAZIONE

Tutti parlano di collaborazione. È sulla bocca dei manager, sulle pareti degli open space, nei valori aziendali e perfino nei badge dei convegni: “teamwork”, “co-creazione”, “insieme si va più lontano”.

Poi entri davvero in azienda, e spesso scopri che si lavora affiancati, ma non insieme. Che la comunicazione è un ping pong di mail in copia conoscenza. Che si fa prima a farsi le cose da soli che coinvolgere altri. E che le “riunioni collaborative” assomigliano a un monologo sotto anestesia.

La verità è che la collaborazione – quella vera – è fragile.
E ci sono nemici invisibili che, giorno dopo giorno, la logorano. Non si presentano alla porta, ma agiscono in silenzio, in profondità.
Ecco i cinque più pericolosi.

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COLLABORAZIONE ASSENTE? ECCO IL SUO COSTO

Parlare di collaborazione può sembrare una questione “soft”. Una di quelle cose belle da avere, ma non proprio vitali, come la ciliegina sulla torta.
Eppure… quando manca, non è solo la ciliegina a saltare, ma tutta la torta rischia di sbriciolarsi.

Perché quando un team non collabora, l’azienda comincia a perdere. Soldi veri.
E la cosa peggiore è che non si vede subito. Non c’è una fattura con scritto:

“Mese di maggio: -3.000€ per conflitti e silenzi in riunione”
ma il costo c’è. Eccome se c’è.

Vediamo i principali danni che si innescano quando la collaborazione va in crisi, con qualche dato preso da ricerche e fonti autorevoli.

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CAPOLEADER SOSTIENE MAKE-A-WISH

CapoLeader crede che il benessere, la motivazione e il senso profondo di realizzazione – ciò che chiamiamo Flow – non debbano essere un privilegio per pochi.

Per questo abbiamo deciso di donare l’1% del nostro fatturato a Make-A-Wish Italia, l’organizzazione che ogni giorno realizza i desideri di bambini affetti da gravi malattie, restituendo loro speranza, forza e gioia.

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TEAM FLOW: L’ARMONIA CHE FA LA DIFFERENZA

Hai mai vissuto un momento sul lavoro in cui nessuno controlla l’orologio, la chat aziendale è stranamente silenziosa (ma non perché siete tutti su LinkedIn), e le idee viaggiano come palline di ping pong tra colleghi sorridenti?

Ecco: benvenuto nel Team Flow, quel raro ma potentissimo stato in cui il tuo gruppo lavora così bene che potrebbe tranquillamente scrivere un album da Grammy… anche se state facendo una relazione su Excel.

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LA PAROLA ALL’ESPERTO: LA REALTA’ VIRTUALE CONTRO LO STRESS

Siamo abituati a pensare alla realtà virtuale come a un universo di giochi, effetti speciali e viaggi su Marte senza lasciare la scrivania.

Ma se ti dicessimo che questa tecnologia può fare molto di più? E che può diventare uno strumento concreto per prendersi cura di sé, ridurre lo stress e migliorare la qualità della vita, anche (e soprattutto) sul lavoro?

Non è fantascienza, è formazione esperienziale.
Ne parliamo con Gabriele Gramaglia, esperto di apprendimento trasformativo e tecnologie immersive, in una video-intervista che apre le porte a una nuova frontiera del benessere organizzativo.

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