Qual è il miglior carattere per la leadership?
Un antico aforisma recita:
“Con la forza vinci le battaglie, con il carattere le guerre”.
La bellezza dell’essere umano risiede anche nel fatto che, per quanto simili, non ce ne sono due perfettamente uguali; e un aspetto che ci rende differenti è il nostro carattere. La definizione del carattere di una persona tira in ballo i valori, la personalità, l’inconscio, il vissuto, ma alla fine si manifesta con i modi e con i comportamenti che eseguiamo quando interagiamo con il mondo esterno e con gli altri. Per quanto semplicistico l’essere umano è questo: tramite i suoi sensi riceve informazioni dal mondo esterno a sé, la realtà; le elabora internamente e individualmente; le restituisce al mondo con gesti, parole, azioni. Ognuno, poi, usa in maniera unica i sensi, i gesti, le parole e le azioni e questo lo connota, gli dà un suo “carattere” unico.
Quando ci troviamo ad interagire con gli altri, ecco che il carattere spesso influisce nel riuscire ad ottenere o meno il risultato desiderato.
Prendo in prestito da Jung la definizione dei “tipi umani” declinati nelle 4 energie colore, e dal “gioco serio” Fligby. 4 personaggi per giocare con qualche esempio pratico. Immaginiamo di avere queste 4 persone, ognuna con il suo carattere ben delineato:
Se vi dovessero chiedere di aiutarli, che so, a portare a termine un lavoro per la parte inerente le vostre competenze, quanto sarebbero differenti il tono, le parole, i comportamenti e le motivazioni che userebbero?
A quale dei 4 voi dareste il vostro aiuto? E se non poteste proprio rifiutare, per chi di loro lo fareste con maggior soddisfazione? Chi di loro riuscirebbe ad avere da voi la miglior performance? Quanto sareste capaci di non essere influenzati dal modo in cui si rapportano con voi nel chiedervi aiuto?
Infine, chi di loro vorreste e riconoscereste come leader?
Già perché le interazioni e le relazioni tra esseri umani sono indispensabili; non siamo in grado di provvedere a tutto da soli; ogni essere umano nella sua peculiarità ed unicità è in grado di generare qualcosa di particolare e utile a qualcun altro. E quando diventa necessario coordinare le attività di più individui per ottenere un risultato in un determinato tempo, con certe caratteristiche e con l’apporto di tutti questi individui; ecco che entra in gioco la leadership, la guida, che inevitabilmente qualcuno inizierà ad esercitare.
Ma per esercitare la leadership c’è bisogno di due parti: chi guida e chi segue o, meglio, chi decide di seguire e di farsi guidare; già, perché c’è modo e modo di seguire e se non riconosco leadership alla mia guida non seguirò le sue indicazioni, ma, appena possibile, devierò e questo influirà inevitabilmente sui risultati.
Quando si concorre ad un risultato che sia il prodotto del contributo di più individui, o tutti mirano nella stessa direzione e con la stessa energia, oppure il risultato sarà divergente da quello voluto.
Ed è proprio questa la sfida della leadership, guidare tutti coloro che devono contribuire al risultato senza dimenticare nessuno e riuscendo ad ottenere la miglior performance. Ma cosa mette un individuo nella condizione di esprimere la performance migliore? Le competenze, l’adeguatezza del compito rispetto alle competenze e lo stato emotivo con cui si affronta il compito. Quindi la capacità del leader deve essere quella di saper trattare sia i numeri e i dati che le persone e i loro stati d’animo.
Torniamo allora al nostro esempio e alla domanda iniziale: Chi avrà il carattere più adatto alla leadership?
Rebecca, con il suo carattere rosso come la determinazione?
Alex, con il suo carattere blu come la precisione?
Larry, con il suo carattere verde come l’altruismo?
Ellen, con il suo carattere giallo come la partecipazione?
Dipende da chi sono le persone da guidare? Quindi ad ogni team, gruppo, o azienda corrisponde un leader ed uno stile di leadership diverso? E se fosse così, esistono team, gruppi, aziende dove tutti hanno lo stesso carattere? Perché se così non fosse, questa teoria crollerebbe prima ancora di essere formulata.
Se fosse vero, come è, che ogni individuo è diverso, allora il carattere migliore per esercitare la leadership non potrebbe essere nessuno e potrebbero essere tutti. O meglio, il leader migliore può solo essere colui che impara a riconoscere il suo carattere ed il suo stile di leadership; impara e si esercita a sperimentare e ad utilizzare anche gli altri caratteri e gli altri stili di leadership e nella pratica li innesta sul suo personale stile e li modula in base ai suoi interlocutori. Il leader migliore non ha un colore, è un arcobaleno. E la leadership si impara e si allena, possibilmente in “palestra” prima che sul campo.
Vuoi capire meglio quali sono i tratti del tuo carattere? vai al nostro articolo in cui ne abbiamo parlato. C’è anche un link a uno strumento di autodiagnosi.
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