
ARTICOLO DEL BLOG:
COMUNICAZIONE NON VIOLENTA
IN AZIENDA
Vivere e prosperare in un ambiente di lavoro sano è cruciale per il benessere dei dipendenti e il successo complessivo di un’organizzazione.
Vivere e prosperare in un ambiente di lavoro sano è cruciale per il benessere dei dipendenti e il successo complessivo di un’organizzazione.
Tuttavia, in molti casi, gli ambienti di lavoro tossici possono minare la produttività e causare disagi significativi.
In questo contesto, la Comunicazione Non Violenta (CNV) si presenta come una potentissima arma per trasformare radicalmente il modo in cui le persone comunicano nei contesti professionali.
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RICONOSCERE IL PROBLEMA: AMBIENTI DI LAVORO TOSSICI
Gli ambienti di lavoro tossici sono caratterizzati da comunicazioni negative, conflitti non gestiti, e un clima generale di sfiducia e tensione.
Queste dinamiche dannose possono avere conseguenze significative sulla salute mentale e fisica dei dipendenti, oltre a impattare negativamente sulla produttività complessiva dell’azienda.
La Comunicazione Non Violenta, sviluppata dallo psicologo Marshall Rosenberg, offre un approccio strutturato e compassionevole per migliorare la comunicazione.
L’essenza della CNV risiede nell’abilità di esprimere i propri bisogni e sentimenti in modo chiaro, senza ricorrere a giudizi o aggressioni verbali.
I PILASTRI DELLA CNV
- Osservare senza Giudicare: Il primo passo consiste nell’osservare i comportamenti senza emettere giudizi. Questo permette una valutazione oggettiva della situazione.
- Esprimere Sentimenti: La CNV incoraggia ad esprimere i sentimenti collegati alle osservazioni. Questa apertura emotiva facilita la comprensione reciproca.
- Comunicare Bisogni: Identificare e comunicare chiaramente i bisogni aiuta a creare un terreno comune e a trovare soluzioni che soddisfino le esigenze di tutte le parti coinvolte.
- Formulare Richieste Chiare: Le richieste chiare basate sui bisogni individuati costituiscono la fase finale. Queste richieste guidano il dialogo verso la risoluzione costruttiva dei conflitti.
VANTAGGI TANGIBILI DELLA CNV NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
- Riduzione dei Conflitti: La CNV riduce la probabilità di conflitti distruttivi, promuovendo invece il dialogo costruttivo.
- Clima di Lavoro Positivo: L’adozione della CNV crea un clima di lavoro positivo basato sulla comprensione reciproca e sul rispetto.
- Aumento della Produttività: Migliorare la comunicazione porta a una maggiore collaborazione e, di conseguenza, a un aumento della produttività.
- Soddisfazione dei Dipendenti: Gli ambienti di lavoro che adottano la CNV vedono spesso un aumento della soddisfazione dei dipendenti e una riduzione del turnover.
I leader, in quanto figure di riferimento nell’organizzazione, svolgono un ruolo cruciale nell’implementazione della CNV. Devono svolgere la funzione di catalizzatori della comunicazione, incoraggiando la consapevolezza emotiva, l’ascolto attivo e la gestione costruttiva dei conflitti. La loro guida nell’applicare i principi della CNV contribuisce all’instaurazione di un clima lavorativo salutare e produttivo.
La comunicazione Non Violenta rappresenta, quindi, un potente strumento per trasformare gli ambienti di lavoro tossici in spazi di crescita e collaborazione.
Le organizzazioni che investono nella promozione della Comunicazione Non Violenta sperimentano miglioramenti significativi, sia dal punto di vista umano che professionale.
La via verso ambienti di lavoro più sani e produttivi inizia con la consapevole adozione di questa metodologia di comunicazione efficace.

COSA OFFRIAMO
CapoLeader offre programmi formativi focalizzati sullo sviluppo delle capacità di leadership, con particolare attenzione alla promozione di un dialogo aperto e rispettoso.
Grazie a Fligby, una piattaforma di apprendimento e simulazione manageriale, i leader possono acquisire competenze pratiche nell’affrontare situazioni complesse e implementare strategie di comunicazione efficace.
I giocatori hanno la possibilità, durante la partita, di segnalare comportamenti aggressivi, violenti o non adeguati all’ambiente lavorativo, allenando la propria capacità di riconoscimento.
Attraverso l’app Qomprendo, invece, viene data la possibilità ai lavoratori di segnalare i comportamenti scorretti all’interno della propria azienda, anche in maniera anonima, grazie ad un feedback giornaliero di poche domande.
L’obiettivo è creare una cultura aziendale in cui sia incoraggiata sia la Comunicazione Non Violenta, sia lo “Speak Up“, ovvero la promozione della comunicazione aperta, l’espressione di opinioni o preoccupazioni, e l’incoraggiamento a far sentire la propria voce.
Questi investimenti mirati non solo promuovono un ambiente di lavoro più sano e collaborativo ma contribuiscono anche a coltivare leader consapevoli che guidano il cambiamento positivo all’interno delle loro organizzazioni.
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ANTIFRAGILITA’: COME ALLENARLA PER CRESCERE NEL MONDO VUCA
Negli articoli delle scorse settimane abbiamo capito cos’è l’antifragilità, abbiamo visto le differenze con resilienza e fragilità, e disegnato l’identikit della persona antifragile: quella che non si limita a incassare i colpi, ma li usa per diventare più forte.
Oggi entriamo nel vivo: perché è così importante allenare l’antifragilità per vivere — e non solo sopravvivere — nel mondo in cui ci troviamo immersi ogni giorno.
Quel mondo che tutti ormai chiamiamo VUCA, e che potremmo tranquillamente definire anche il regno dell’imprevisto:
Volatile, perché tutto cambia in un lampo.
Incerto, perché nessuno ha la sfera di cristallo.
Complesso, perché ogni scelta ne muove dieci altre.
Ambiguo, perché niente è mai solo bianco o nero.

L’IDENTIKIT DELLA PERSONA ANTIFRAGILE
Ti è mai capitato di pensare: “Non ce la faccio più”?
E poi, dopo qualche giorno, accorgerti che proprio da quella situazione difficile hai tirato fuori una forza nuova?
Ecco, quella è una piccola forma di antifragilità in azione.
Non è solo resilienza. È qualcosa di più profondo: la capacità non solo di resistere agli urti, ma di crescere grazie a essi.
Nel primo articolo abbiamo visto la differenza tra fragile, resiliente e antifragile.
Oggi andiamo oltre: com’è fatta una persona antifragile?
Come pensa, come reagisce, e cosa fa di diverso dagli altri?
Spoiler: ha molto a che fare con il flow, quello stato di concentrazione fluida e naturale in cui tutto sembra scorrere al ritmo giusto.
Eppure, c’è un passo oltre. Un modo di stare nelle sfide che non si limita a resistere, ma che trasforma l’imprevisto in occasione di crescita. Questo livello ha un nome affascinante: antifragilità.

ANTIFRAGILITÀ E FLOW: IL CORAGGIO DI CRESCERE ATTRAVERSO LE SFIDE
Si parla spesso di resilienza come della qualità fondamentale per affrontare le difficoltà: la capacità di non spezzarsi, di resistere agli urti della vita e tornare al proprio equilibrio. È una dote preziosa, che ci aiuta a sentirci stabili anche nei momenti complessi.
Eppure, c’è un passo oltre. Un modo di stare nelle sfide che non si limita a resistere, ma che trasforma l’imprevisto in occasione di crescita. Questo livello ha un nome affascinante: antifragilità.

METTITI NEI PANNI DI UN DIRETTORE GENERALE: LA SFIDA CHE OGNI HR DOVREBBE PROVARE
Negli ultimi anni il ruolo delle Risorse Umane è stato rivoluzionato.
Non si tratta più soltanto di gestire selezione, contratti o pratiche amministrative: oggi gli HR sono chiamati a essere protagonisti del cambiamento all’interno delle organizzazioni.
Questo significa avere la responsabilità non solo di gestire le persone, ma di guidare processi trasformativi che toccano la cultura aziendale, l’engagement, la leadership e persino il benessere individuale.
Sono difficoltà reali, che un HR conosce bene: incidono sulla motivazione, sulla collaborazione e, alla fine, anche sui risultati.
La domanda è: come si possono affrontare in modo efficace e duraturo?
La nostra risposta è un percorso di change management con realtà virtuale.
Per ciascuna delle 9 sfide abbiamo creato un’esperienza immersiva: metafore potenti che permettono di allenare la competenza necessaria a superare quella specifica difficoltà. Non teoria, non slide: esperienze che rimangono impresse e che portano i partecipanti a riflettere su sé stessi in modo autentico.
E per capire meglio come funziona questo approccio, vogliamo raccontarti un esempio concreto con dei recenti clienti.

BUSINESS CASE: LAVORARE SU INADEGUATEZZA E SOLITUDINE CON LA REALTA’ VIRTUALE
Nel nostro ultimo articolo abbiamo parlato delle 9 sfide della leadership: quei momenti che ogni manager si trova ad affrontare e che spesso diventano veri e propri blocchi. Tra queste: il senso di inadeguatezza, la solitudine professionale, raggiungere gli obiettivi, i conflitti gonfiati, il peso sulle spalle, il buco nero del tempo, il cuore congelato, le strade che si dividono, la diversità che arricchisce.
Sono difficoltà reali, che un HR conosce bene: incidono sulla motivazione, sulla collaborazione e, alla fine, anche sui risultati.
La domanda è: come si possono affrontare in modo efficace e duraturo?
La nostra risposta è un percorso di change management con realtà virtuale.
Per ciascuna delle 9 sfide abbiamo creato un’esperienza immersiva: metafore potenti che permettono di allenare la competenza necessaria a superare quella specifica difficoltà. Non teoria, non slide: esperienze che rimangono impresse e che portano i partecipanti a riflettere su sé stessi in modo autentico.
E per capire meglio come funziona questo approccio, vogliamo raccontarti un esempio concreto con dei recenti clienti.

SEI LEADER O SEI SOLO CAPO? 9 SFIDE
Il cambiamento non bussa alla porta chiedendo permesso: entra, si siede e spesso ribalta pure qualche sedia. Non lo scegliamo noi, ma lui sceglie noi, mettendoci davanti a prove che sembrano sempre un po’ troppo grandi. In realtà, sono opportunità travestite da sfide
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