ARTICOLO DEL BLOG:

REGOLARE L'ENERGIA
PER ENTRARE IN FLOW

Nell’articolo di questa settimana della Palestra del Flow, ci concentreremo su una strategia particolarmente efficace per entrare in uno stato di Flow: la regolazione dell’energia

Nell’articolo di questa settimana della Palestra del Flow, ci concentreremo su una strategia particolarmente efficace per entrare in uno stato di Flow: la regolazione dell’energia, uno dei pilastri del modello SFERA.

Qualche mese fa abbiamo introdotto il modello SFERA, ideato da Giuseppe Vercelli, spiegando come possa essere utilizzato per facilitare l’ingresso nel Flow. Per ricapitolare brevemente, SFERA è un acronimo che racchiude i cinque fattori essenziali per massimizzare la performance: Sincronia, Punti di Forza, Energia, Ritmo e Attivazione

Questi elementi, lavorando insieme, aiutano a raggiungere il nostro pieno potenziale.

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ENERGIA E FLOW

Nel Modello SFERA, l’energia rappresenta uno dei cinque fattori fondamentali per massimizzare la performance, sia in ambito sportivo che nella vita quotidiana e professionale. Non si tratta solo della forza fisica o della resistenza, ma piuttosto di una risorsa complessa che comprende le dimensioni fisica, mentale ed emotiva.

Spesso definita come “l’invisibile” per il suo ruolo silenzioso ma cruciale, l’energia può essere intesa come la forza interiore che ci consente di impiegare al meglio le nostre risorse. Se dosata in maniera corretta, essa permette di sostenere sforzi prolungati senza avvertire fatica, migliorando la qualità delle prestazioni. Tuttavia, un uso scorretto dell’energia — sia per eccesso che per difetto — può portare a risultati opposti, come una sensazione di stanchezza fisica e mentale, cali di prestazione o, nel lungo periodo, esaurimento.

L’energia è un fattore cruciale per entrare e rimanere nello stato di Flow.

Il Flow richiede un equilibrio perfetto tra sfida e abilità, e l’energia è il carburante che ci permette di affrontare le sfide, mantenere la concentrazione e ottenere risultati di alto livello senza esaurirci.

Se la sfida è troppo facile, ci annoiamo; se è troppo difficile, ci sentiamo ansiosi. L’energia funge da bilanciatore in questo delicato rapporto:

  • Troppa energia può portare a un eccesso di attivazione che sfocia in stress, impedendo l’ingresso nel Flow.
  • Troppo poca energia ci lascia svogliati e incapaci di affrontare le sfide con la giusta intensità, rendendo difficile mantenere la motivazione.

Il livello di energia deve quindi essere calibrato attentamente per consentirci di affrontare le sfide in modo ottimale, mantenendo un’attenzione focalizzata e una motivazione elevata.

METTITI ALL’OPERA: LA MATRICE DELL’ENERGIA

Uno degli esercizi tipici che spesso faccio fare ai miei clienti per lavorare sull’equilibrio della propria energia è la Matrice dell’Energia.

Obiettivo: Identificare le attività quotidiane che ti danno o ti tolgono energia, così da migliorare la tua gestione del tempo e delle risorse.

Passaggi:

  1. Crea una lista delle tue attività quotidiane
    Inizia prendendo un foglio. Scrivi tutte le attività che fai durante la giornata, dalle più grandi come il lavoro (entra nel dettaglio sulle singole attività che compongono il tuo lavoro) o l’esercizio fisico, a quelle più piccole come il tempo trascorso sui social media o guardare la TV. Includi tutto ciò che fa parte della tua routine quotidiana.

  2. Organizza le attività in due categorie
    Dividi il foglio in due colonne: una etichettata “Mi dà energia” e l’altra “Mi toglie energia”. Questo ti aiuterà a distinguere tra le attività che ti fanno sentire più carico e motivato e quelle che ti lasciano affaticato o stressato.

  3. Classifica le tue attività
    Prendi ogni attività dalla tua lista e decidi in quale colonna inserirla. Se un’attività ti fa sentire rinvigorito e positivo, mettila nella colonna “Mi dà energia”. Se invece ti lascia stanco, stressato o scarico, posizionala nella colonna “Mi toglie energia”.

  4. Analizza i risultati
    Una volta completata la classificazione, osserva le due colonne. Dopo aver classificato tutte le attività, valuta l’equilibrio tra ciò che ti dà e ciò che ti toglie energia. Noti che ci sono più attività stancanti o energizzanti? C’è qualcosa che puoi cambiare?

  5. Pianifica delle modifiche
    Utilizza le informazioni ottenute per apportare piccoli cambiamenti alla tua routine. Cerca di aumentare il tempo dedicato alle attività che ti danno energia e di ridurre o modificare quelle che ti tolgono energia. Ad esempio, se noti che il tempo trascorso sui social media ti lascia scarico, potresti decidere di limitarne l’uso o di sostituirlo con un’attività che ti rigenera.

Questo esercizio ti offre una visione chiara di come le tue attività quotidiane influenzino la tua energia. Con una migliore comprensione, puoi fare aggiustamenti per sentirti più carico e concentrato, ottimizzando così la tua routine e migliorando il tuo benessere generale.

Se sei interessato a scoprire di più sul Modello SFERA e sulla sua applicazione, manda una mail a contatta@capoleader.com

 

Sara Cascio

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ARTICOLI DEL BLOG

QUANDO LA CONSAPEVOLEZZA INCONTRA IL FLOW

Ci sono leader che sanno tutto: strategie, numeri, strumenti. Ma quando si tratta di guidare le persone, spesso inciampano su qualcosa di molto più semplice — e molto più profondo: la consapevolezza di sé.

Perché diciamocelo: non si può guidare davvero gli altri se prima non si è consapevoli di come si guida se stessi.

Essere consapevoli significa fermarsi un attimo e chiedersi:

Come sto?

Perché sto reagendo così?

Che impatto ha il mio comportamento sugli altri?

Non è introspezione fine a sé stessa. È la base invisibile di ogni buona leadership.
Un leader consapevole sa quando è centrato e quando è fuori fase. Sa cosa lo motiva, cosa lo fa perdere la bussola, e cosa lo riporta al timone. E solo da lì, può davvero mettersi al servizio del team.
Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
In una parola: creatività.

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ESSERE CREATIVI CON IL FLOW

Negli scorsi articoli ci siamo immersi nel mondo della collaborazione: abbiamo visto com’è fatta, cosa la nutre, come si distingue da quella versione “tutti amici in pausa caffè” che spesso viene confusa con il vero lavoro di squadra.

Abbiamo parlato di ascolto, fiducia, confronto autentico.
Ma oggi facciamo un salto in avanti: cosa succede quando questa collaborazione funziona davvero?
Succede che si crea spazio. Spazio per dire cose nuove, per provare strade non battute, per giocare con le idee.
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I 5 NEMICI INVISIBILI DELLA COLLABORAZIONE

Tutti parlano di collaborazione. È sulla bocca dei manager, sulle pareti degli open space, nei valori aziendali e perfino nei badge dei convegni: “teamwork”, “co-creazione”, “insieme si va più lontano”.

Poi entri davvero in azienda, e spesso scopri che si lavora affiancati, ma non insieme. Che la comunicazione è un ping pong di mail in copia conoscenza. Che si fa prima a farsi le cose da soli che coinvolgere altri. E che le “riunioni collaborative” assomigliano a un monologo sotto anestesia.

La verità è che la collaborazione – quella vera – è fragile.
E ci sono nemici invisibili che, giorno dopo giorno, la logorano. Non si presentano alla porta, ma agiscono in silenzio, in profondità.
Ecco i cinque più pericolosi.

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COLLABORAZIONE ASSENTE? ECCO IL SUO COSTO

Parlare di collaborazione può sembrare una questione “soft”. Una di quelle cose belle da avere, ma non proprio vitali, come la ciliegina sulla torta.
Eppure… quando manca, non è solo la ciliegina a saltare, ma tutta la torta rischia di sbriciolarsi.

Perché quando un team non collabora, l’azienda comincia a perdere. Soldi veri.
E la cosa peggiore è che non si vede subito. Non c’è una fattura con scritto:

“Mese di maggio: -3.000€ per conflitti e silenzi in riunione”
ma il costo c’è. Eccome se c’è.

Vediamo i principali danni che si innescano quando la collaborazione va in crisi, con qualche dato preso da ricerche e fonti autorevoli.

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CAPOLEADER SOSTIENE MAKE-A-WISH

CapoLeader crede che il benessere, la motivazione e il senso profondo di realizzazione – ciò che chiamiamo Flow – non debbano essere un privilegio per pochi.

Per questo abbiamo deciso di donare l’1% del nostro fatturato a Make-A-Wish Italia, l’organizzazione che ogni giorno realizza i desideri di bambini affetti da gravi malattie, restituendo loro speranza, forza e gioia.

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TEAM FLOW: L’ARMONIA CHE FA LA DIFFERENZA

Hai mai vissuto un momento sul lavoro in cui nessuno controlla l’orologio, la chat aziendale è stranamente silenziosa (ma non perché siete tutti su LinkedIn), e le idee viaggiano come palline di ping pong tra colleghi sorridenti?

Ecco: benvenuto nel Team Flow, quel raro ma potentissimo stato in cui il tuo gruppo lavora così bene che potrebbe tranquillamente scrivere un album da Grammy… anche se state facendo una relazione su Excel.

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